10.

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"Quanto dovremmo stare qui?"

"Ancora per un po', nessuno è venuto a conoscenza di questo posto per fortuna."

"Perché? Pensavi che qualcuno trovasse questo posto?"

"Ad essere onesti si, tutta questa calma non mi piace. Domani andrò da tuo nonno, non farmi vivo di tanto in tanto farebbe crescere i sospetti su di me."

Zen annuì mesto, si sentiva triste non saperlo lì con lui ma non aveva scelta.
Quella sera dormirono l'uno accanto all'altro, come se quelle poche ore di separazione fossero giorni.

L'indomani Zen si svegliò da solo, guardò l'orologio ed essendo le nove passate, dedusse che Declan fosse già partito.

Ingannò il tempo nuotando un po', poi si diresse verso l'immenso giardino e, sempre accompagnato da delle guardie di sicurezza, si addormentò tra i verdi prati fioriti.
Quando uno degli uomini di Declan lo scosse gentilmente in modo da svegliarlo, sperò con tutto il suo cuore che l'altro avrebbe fatto ritorno. 

Corse verso la villa ed entrò dentro, ma di Declan nemmeno l'ombra.
Il sorriso sul volto di Zen sparì velocemente, guardò l'immenso orologio e vide che erano passate all'incirca cinque ore dalla sua partenza.

Si diresse in cucina dove decise di preparare qualche dolce per tutte le guardie e camerieri della casa, preparò vari tipi di dolci: delle crostate, muffin, torte alla panna e biscotti con scaglie di cioccolato.
Gli altri accettarono con fatica i regali, non essendo abituati a questi gesti erano riluttanti ed imbarazzati. Ma il sorriso innocente e dolce di Zen sciolse il cuore di tutti e in poco tempo ognuno aveva preso qualcosa.

Zen tornò in salotto e controllò l'orologio, erano passate quasi dodici ore dalla partenza.
Si sedette sul grande divano e cominciò a guardare un po' di televisione, si fermò su un canale che trasmetteva un film d'azione e romantico.

Si preparò velocemente una scodella di popcorn e si mise a guardare tranquillamente il film.
Quando si svegliò erano quasi le quattro del mattino, si guardò intorno ma nessuna presenza di Declan.

Zen abbassò lo sguardo tristemente, sentiva la sua mancanza ed era ormai un giorno che l'altro era partito.
Si alzò lentamente e andò in camera a cambiarsi, prese una tuta e una felpa e se la mise. Scese in cucina e una cameriera gli porse un piatto pieno di cibo.

"Grazie, volevo chiedere... Declan quando arriva?"

"Non lo so signorino, mi dispiace."

"E Melissa?"

"Lei è andata con lui."

Non poteva nemmeno parlare con un'amica, si trascinò verso la camera da letto e si lasciò cadere. Prese un cuscino e lo strinse a sé, aveva il suo odore addosso.

"Quando torni..."

Cacciò indietro le lacrime e si obbligò a dormire. 

'Se dormi il tempo passa più velocemente.'

Quando si svegliò, l'ora di pranzo era già passata, scese le scale velocemente ma l'altro non era ancora attivato. 

Zen si diresse verso la stanza delle guardie e bussò timidamente, una di loro venne ad aprirgli e si stupì della presenza del giovane.

"Volevo chiedere... qualcuno di voi ha voglia di stare con me?"

Gli uomini si diedero una veloce occhiata e uno dai capelli ricci si fece avanti.

"Se non le dispiace mi offro io, mi dica tutto quello che devo fare ed eseguirò."

Zen batté le mani felice e lo spintonò  verso la cucina.

"Prepariamo la cena!"

La guardia lo guardò leggermente in panico, di tutti gli ordini ricevuti, quello era in assoluto il più strano.

"La cena?"

"Si, per tutti."

Gli fece indossare un grembiule a fiori e gli ordinò di affettare le cipolle, quando passarono di lì altre guardie, anch'esse non sfuggirono agli ordini del giovane.

Quando la cuoca scese a preparare la cena per il signorino si tappò la bocca cercando di non ridere, vedere quegli uomini grandi e grossi come gorilla, indossare grembiuli rosa e disegni carini, era una scena a dir poco epica.

"Signorino, che cosa sta combinando?"

"Prepariamo la cena!"

La cuoca sorrise e, messo il grembiule, cominciò ad impartire ordini aiutata da Zen. Quando finirono le cameriere prepararono la tavola per tutti i presenti, anche per Declan che però non arrivò.

Zen era sempre più triste, ma vedere cameriere e guardie mangiare insieme e divertirsi, gli fece spuntare un grosso sorriso sul volto.

Era l'unico che mangiava a capotavola, dall'altra parte era vuoto.

Quando finirono di pulire, andò a dormire. Sperò fino all'ultimo dell'arrivo di Declan, ma anche quella notte il letto era occupato da una sola persona.

Il giorno dopo l'umore del ragazzo era sottozero, le guardie vedevano il suo malumore ma non potevano fare nulla perché si; tutti in quella villa si erano affacciati a Zen, e vederlo così non era piacevole.

Ad un certo punto il ragazzo sentì arrivare dei veicoli, corse ad aprire la porta ma una guardia lo fermò.

"È meglio che andiamo ad aprire noi, non sappiamo chi siano ed è meglio non rischiare."

Zen annuì e aspettò con impazienza, quando la porta si spalancò vide arrivare Declan.
Dimenticò la tristezza e corse verso di lui a braccia spalancate, l'altro lo notò appena in tempo e lo accolse tra le sue braccia stringendolo forte a sé.

"Sei tornato!"

"Sono qui."

Lo baciò con delicatezza, poi lo fece scendere.
Zen non volle staccarsi da lui, sapeva che loro due non erano niente, non avevano nessun legame affettivo o altro, ma sapeva che quello che provava per il più grande era amore.

"Perché ci hai messo così tanto?!"

"Scusa, problemi economici e altro."

"Nulla di grave spero."

"Niente che non si possa risolvere, tuo nonno verrà ad abitare qui. È troppo pericoloso anche per lui e c'è il rischio che qualcuno all'interno della villa cerchi di ucciderlo."

Zen annuì, non voleva averlo lì, ma non voleva nemmeno condannarlo ad una morte quasi certa.

"Va bene."

Declan sorrise più rilassato, si girò verso i propri uomini e chiese il rapporto, quando gli comunicarono della grande cena organizzata la sera prima scoppiò a ridere.
"Solo tu puoi fare una cosa del genere."

"Mi sentivo solo..."

Declan sorrise intenerito, gli accarezzò la testa e lo condusse verso il divano.
"Scusami per averti lasciato solo così a lungo."

"Non fa niente, mi sono divertito."

Il più piccolo gli si accoccolò contro e si godette le carezze, senza nemmeno accorgersene, si addormentò.

Love is a dangerous game [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora