"Devo parlarti" dice all'improvviso lui, lasciandomi senza parole.
La dolce carezza del vento mi riporta alla realtà.
"Ma ti sembra ora il momento giusto per parlare ?"
"No ma é importante"
"Va bene"non posso fare altro che annuire, perché questa situazione mi sta davvero preoccupando.
Con piccoli passi si siede sulla panchina poco distante da noi e inizia a guardarmi.
"Cosa c'e ?" Gli domando io ancora sbalordita.
Essendo che non ha intenzione di rispondermi, decido di sedermi accanto a lui e aspettare il momento giusto per iniziare un discorso coerente.
"Allora .. " inizio io ..
"Allora " continua lui con tono interrogativo
"Se continuiamo così non arriviamo da nessuna parte"sbuffo io mentre , agitata, mi alzo dalla panchina
"Cosa vuoi fare?"
"Set dai su , se mi vuoi dire cosa ti turba io sono qua. Ma non tenermi sulle spine perché mi sto davvero preoccupando"
"Lilla .. io" ma lo sta facendo apposta?
" tu ? " cerco senza risultati di incoraggiarlo a parlare.
"Niente..lascia stare"
" ma come lascia stare? Set io .. davvero voglio aiutarti"
"Lo so e ti ringrazio per questo ma ora andiamo a scuola che é tardi"
Ormai il nostro ritardo é di circa mezz'ora quindi un minuto in più uno in meno, non cambia niente.
"Quando te la sentirai ricorda che io sono qui per te "
Mi sorride e riprendiamo a camminare. Una volta arrivati a scuola, inizio a tremare poiché so che questo mio ritardo non sarà gradito
"Buongiorno professore" entro educatamente in classe salutandolo.
"Signorina Smith le sembra questo l'orario per entrare a scuola?"
"Io.."
"Vada e lo spieghi al preside" come ?
" ma professore "
"Niente ma " mi punta adosso i suoi occhi decisi e non ho altra scelta, devo dirigermi verso l'ufficio del preside.
Lo sapevo che quel professore mi odiasse e che alla prima occasione che gli si presentasse , non si sarebbe fatto scrupoli nel farmela pagare.
Spero che a Set sia andata meglio che a me , ma non mi sorprenderei se lo incontrassi davanti all'ufficio del nostro amato preside.
Il suo ufficcio é la sala più grande dell'edificio ed é possedente di un verde così rilassante, che abbandonarlo risulta alquanto difficile. Ecco spiegato il motivo per cui il preside non esce mai da esso .
Busso due volte alla porta, di un colore verde chiaro, prima di entrare con un sorriso strampato sulla faccia
"Ritardo signorina Smith? " mi domanda mentre mi fa segno di accomodarmi
É una delle poche volte che mi ritrovo in questo ufficio a causa di un ritardo .
Ogni volta che entro in questa stanza noto qualcosa di diverso. Qualche settimana fa , ad esempio, aveva cambiato le tende perché sosteneva che queste di adesso siano più adeguate per ricordarsi costantemente della famiglia
In fondo al centro c'e la sua scrivania, e lui si diverte sempre a cambiare la posizione delle cose che ci stanno sopra. Alcuni giorni prima aveva anche aggiunto una foto di sua figlia. Si chiama Maria e ha delle guanciotte così dolci, per non parlare del suo sorrisino.
"Come mai é in ritardo signorina?"
" Io .. ecco .. prometto di non farlo più" lo so che la domanda a cui dovevo rispondere non era questa, ma non importa!
" Lo aveva detto anche l'altra volta"
"Lo so ma le giuro che non lo sto facendo apposta" i miei occhi cercano disperatamente un modo per convincerlo a non punirmi
"Avrà un bella nota mia cara e .."
No la prego, mia madre mi ucciderà . Per non dimenticarci che dovrò subire anche delle punizioni, una imposta da mia madre e una dalla scuola
"E.."continua guardandomi fissa negli occhi "dovrai restare a scuola fino alle cinque cominciando da domani" perfetto!
"Grazie. Arrivederci! " non ho mai pronunciato un grazie più falso di questo.
Posso anche dire addio alla mia libertà!
Il ritorno a casa non è uno dei più piacevoli. Lentamente apro la porta d'ingresso e mi ritrovo davanti il biondino.
"Evan togliti che non é giornata"
"Ti ha lasciata il ragazzetto?"
"EVAN smettila e ti ricordo che per colpa tua non ho più un ragazzo!" Lo fulmino con lo sguardo e farebbe meglio a star attento a ciò che risponde, oppure qui finisce male
"Tanto era uno stupido, ti ho solo fatto un favore" mi fa l'occhiolino mentre si siede a tavola
"Senti caro qui sono io a scegliere con chi devo o non devo uscire chiaro?"
"Uh siamo proprio furiose eh" inzia a ridere per farmi un torto e intanto mangia una delle caramelle situate nella ciotola davanti a lui.
"EVAN se non la smetti ora io .."
"Tu cosa ? " il suo sguardo mi lancia un okay, che sfida sia!
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Il ragazzo dal sorriso facile
Random"Dai Evan sai come sono fatta" cerco disperatamente di riparare la situazione. "Uuh é la prima volta che sei dolce di prima mattinata" la sua risata fa sorridere anche me. Mamma quanto é dolce quando ride! Bene sto cominciando persino a delirare. ...