3.Disatro dopo disastro

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"Devo parlarti" dice all'improvviso lui, lasciandomi senza parole.

La dolce carezza del vento mi riporta alla realtà.

"Ma ti sembra ora il momento giusto per parlare ?"

"No ma é importante"

"Va bene"non posso fare altro che annuire, perché questa situazione mi sta davvero preoccupando.

Con piccoli passi si siede sulla panchina poco distante da noi e inizia a guardarmi.

"Cosa c'e ?" Gli domando io ancora sbalordita.

Essendo che non ha intenzione di rispondermi, decido di sedermi accanto a lui e aspettare il momento giusto per iniziare un discorso coerente.

"Allora .. " inizio io ..

"Allora " continua lui con tono interrogativo

"Se continuiamo così non arriviamo da nessuna parte"sbuffo io mentre , agitata, mi alzo dalla panchina

"Cosa vuoi fare?"

"Set dai su , se mi vuoi dire cosa ti turba io sono qua. Ma non tenermi sulle spine perché mi sto davvero preoccupando"

"Lilla .. io" ma lo sta facendo apposta?

" tu ? " cerco senza risultati di incoraggiarlo a parlare.

"Niente..lascia stare"

" ma come lascia stare? Set io .. davvero voglio aiutarti"

"Lo so e ti ringrazio per questo ma ora andiamo a scuola che é tardi"

Ormai il nostro ritardo é di circa mezz'ora quindi un minuto in più uno in meno, non cambia niente.

"Quando te la sentirai ricorda che io sono qui per te "

Mi sorride e riprendiamo a camminare. Una volta arrivati a scuola, inizio a tremare poiché so che questo mio ritardo non sarà gradito

"Buongiorno professore" entro educatamente in classe salutandolo.

"Signorina Smith le sembra questo l'orario per entrare a scuola?"

"Io.."

"Vada e lo spieghi al preside" come ?

" ma professore "

"Niente ma " mi punta adosso i suoi occhi decisi e non ho altra scelta, devo dirigermi verso l'ufficio del preside.

Lo sapevo che quel professore mi odiasse e che alla prima occasione che gli si presentasse , non si sarebbe fatto scrupoli nel farmela pagare.

Spero che a Set sia andata meglio che a me , ma non mi sorprenderei se lo incontrassi davanti all'ufficio del nostro amato preside.

Il suo ufficcio é la sala più grande dell'edificio ed é possedente di un verde così rilassante, che abbandonarlo risulta alquanto difficile. Ecco spiegato il motivo per cui il preside non esce mai da esso .

Busso due volte alla porta, di un colore verde chiaro, prima di entrare con un sorriso strampato sulla faccia

"Ritardo signorina Smith? " mi domanda mentre mi fa segno di accomodarmi

É una delle poche volte che mi ritrovo in questo ufficio a causa di un ritardo .

Ogni volta che entro in questa stanza noto qualcosa di diverso. Qualche settimana fa , ad esempio, aveva cambiato le tende perché sosteneva che queste di adesso siano più adeguate per ricordarsi costantemente della famiglia

In fondo al centro c'e la sua scrivania, e lui si diverte sempre a cambiare la posizione delle cose che ci stanno sopra. Alcuni giorni prima aveva anche aggiunto una foto di sua figlia. Si chiama Maria e ha delle guanciotte così dolci, per non parlare del suo sorrisino.

"Come mai é in ritardo signorina?"

" Io .. ecco .. prometto di non farlo più" lo so che la domanda a cui dovevo rispondere non era questa, ma non importa!

" Lo aveva detto anche l'altra volta"

"Lo so ma le giuro che non lo sto facendo apposta" i miei occhi cercano disperatamente un modo per convincerlo a non punirmi

"Avrà un bella nota mia cara e .."

No la prego, mia madre mi ucciderà . Per non dimenticarci che dovrò subire anche delle punizioni, una imposta da mia madre e una dalla scuola

"E.."continua guardandomi fissa negli occhi "dovrai restare a scuola fino alle cinque cominciando da domani" perfetto!

"Grazie. Arrivederci! " non ho mai pronunciato un grazie più falso di questo.

Posso anche dire addio alla mia libertà!

Il ritorno a casa non è uno dei più piacevoli. Lentamente apro la porta d'ingresso e mi ritrovo davanti il biondino.

"Evan togliti che non é giornata"

"Ti ha lasciata il ragazzetto?"

"EVAN smettila e ti ricordo che per colpa tua non ho più un ragazzo!" Lo fulmino con lo sguardo e farebbe meglio a star attento a ciò che risponde, oppure qui finisce male

"Tanto era uno stupido, ti ho solo fatto un favore" mi fa l'occhiolino mentre si siede a tavola

"Senti caro qui sono io a scegliere con chi devo o non devo uscire chiaro?"

"Uh siamo proprio furiose eh" inzia a ridere per farmi un torto e intanto mangia una delle caramelle situate nella ciotola davanti a lui.

"EVAN se non la smetti ora io .."

"Tu cosa ? " il suo sguardo mi lancia un okay, che sfida sia!

Il ragazzo dal sorriso facileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora