Capitolo IIIII

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La mia morte finì così. Senza morte, senza sempre, senza senza. Quando aprii gli occhi fui stranito nel vedere che tutto era normale, e che Fredintyghiula era sdraiata in quel comodino a fianco a me.

Saranno passati cinquanta secondi da quando siamo caduti nel vuoto, non avevo capito di capire che lei cadette prima di me per poi ricadere su e spingermi.

Come al solito, come ogni altro giorno mi alzai dal letto, indossai i tuoi jeans e riempii le tasche, per poi dirigermi nel giardino. I nostri vicini di casa, come ogni sera, si trovavano lì a farsi innaffiare dai propri fiori: erano le nuvole che sbucciai ma non uccisi, alla fine diventarono amici miei e di Fredintyghiula. Prima dopo anche lei uscì e a farsi innaffiare. Oh Fredintyghiula, era così brutta che me ne innamorai all'istantasubito, il suo carattere insopportabile e il suo modo arrogante la rendevano la persona meno bella che potessi mai incontrare, ci sposammo due migliaia di anni dopo quella battaglia, da quel giorno diventammo separabili.

Ad ogni modo, volevo rendervi poco partecipi di ciò che vissi a contatto della vita, trovai le risposte a questione delle quali non sentivo bisogno di risposte, ma che trasformarono la mia morte in vita e mi resi sconto che il profeto di cui parlava la bestia ero io. Da quel giorno diedi morte a un culto: il Nonsensismo. Questa religione ebbe un'espansione espansionistica veramente espansiva, non per questo motivo indecisi di rendere la storia del mia morte e resurrezione un testo sacro, che sacrerò al suo completo completamento. Qui sopra vi lascerò una lista di comandamenti che potrete non seguire:

I. Non rompere le palle agli altri.
II. Non cercare un senso a tutto.
III. Accetta l'impossibilità di non poter accettare tutto.

Questo è quanto, da Glasco Iliàso è tutto.

Quel giorno in cui osservai il vuoto e mi cagaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora