Capitolo4

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10.06.2014

Martedì sera.
"Mamma, dov'è il costume rosso?" Urlai dalla mia camera per farmi sentire.
"Nel tuo armadio, tesoro."
"Non c'è."
"Guarda meglio."
Ah, eccolo.
Le magie delle mamme.
Erano più di tre ora che preparavo le valige.
L'idea di stare da mio padre non mi entusiasmava affatto.
Tantomeno lasciare Filippo, mamma, Sofia e Nico.
Ma dovevo farlo.

Dopo la serata del Charlie ero dovuta entrare in casa in punta di piedi per non farmi sentire da mia mamma.
Inutile.
Ci sono genitori che lasciano i figli adolescenti in giro fino alle 4.00 di mattina.
Poi c'è mia madre che se per le 14.30 non sono tornata da scuola, chiama i carabinieri, l'FBI, i pompieri, la genetica, il RIS di Parma, la CIA e il Quarto Grado.
Ovviamente dovetti sorbirmi la ramanzina del giorno post-sbornia.
Benché ciò, mi mancherai mamma.
Per quanto riguarda i miei amici, Nico era partito ieri per la Spagna.
Sofi, invece, sarebbe venuta stasera a salutarmi e ad augurarmi buone vacanze.
E alle 21 una Sofia scatenata si presentò alla porta con tutto il cibo spazzatura possibile e immaginabile.
La mia So.

...

11.06.2014
Ieri sera mi ero divertita da morire.
Recuperammo da uno scaffale una bottiglia di Brandy senza farci beccare dall'occhio furtivo di mia madre e guardammo tutta la saga di Twilight.
Il pianto alla fine era d'obbligo.
Alle 5 di mattina mia madre mi svegliò con la sua solita ansia da partenza.
Mi accompagnò in aeroporto con 3 ore di anticipo.
Dopo 24 riviste, annunciarono che i signori passeggeri erano pregati di raggiungere l'aereo.
Salutai mia mamma che ormai piangeva fiumi di lacrime e mi avviai.

"Elena!"
"Ciao papà."
Il mio aereo atterrò a Genova dopo un'oretta e subito trovai mio padre affiancato da Gloria, la sua compagna.
Scambiai qualche bacio sulla guancia ad entrambi e presi i miei bagagli.
"Com'è stato il viaggio?" Mi domandò Gloria.
Dopotutto mi era sempre piaciuta come donna.
Di certo, non avrebbe sostituito mia mamma ma la ammiravo.
"Ottimo grazie"
Mio padre invece, lo trovai meglio. Alto, abbronzato... insomma, un bell'uomo.
Probabilmente la lontananza da me e mamma gli ha fatto questo effetto.
"Stefano e Gaia ti stanno aspettando con ansia a casa. Sono davvero contenti che tu sia qui."
Rido.
Gaia è una bambina di 8 anni con cui avrò scambiato al massimo 10 parole.
Stefano invece, è...
Come dire...
È un essere insopportabile, decisamente fastidioso ed arrogante.
Il nostro odio era un sentimento reciproco e captabile anche da chilometri di distanza.
Come avrei potuto trascorrere l'estate con lui?
Sospirai rassegnata e sorrisi.

Mio padre mise in moto l'auto e ci avviammo verso la loro casa.
Complimenti, papà.
Forse se ci daresti un po' dei tuoi soldi, che vedo non mancano, io e mamma non abiteremmo al quinto piano di un sudicio condominio.
Si trattava di una villa davvero niente male. Con vista sul mar Ligure.
Scesi dall'auto ed entrai.
Spaziosa, pulita, ordinata.
Wow.
"Allora, come ti sembra?"
Papà comparve dietro di me.
"Carina."
"Coraggio, ti mostro la tua stanza."
Salimmo al piano superiore e vidi quella che sarebbe dovuta essere camera mia.
Il letto era enorme, l'armadio spazioso, la vista stupenda ma soprattutto notai una porta.
La aprì e conduceva ad un bagno privato.
Non può essere!
"È perfetta."
"Sapevo che ti sarebbe piaciuta. Se mi segui ti faccio vedere il resto della casa."
Annuì.
"Questa è la stanza di Gaia e qui c'è..."
"La stanza in cui non dovrai mai entrare."
Mi voltai e uno Stefano spettinato fece la sua comparsa salendo le scale.

Ottimo direi.

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SPAZIO AUTRICE.
Ciaooooooo lettorii.
Commentate ve ne supplico!!
Mi interessa davvero il vostro giudizio.
O almeno fatemi sentire che ci siete.

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