Con gli occhi socchiusi, prendo il telefono. «Pronto?!», chi sarà mai che mi sveglia così presto?!; «Buongiorno Jos, sono Lazy del Camp, scusa se ti ho svegliata. Ti chiamo perché ci ho pensato e ripensato, e conoscendoti da tanto tempo so che posso fidarmi di te e che ti prenderai tutte le responsabilità perciò ho deciso che inizierai domani dalle 8:00 alle 16:00 in compagnia di Seth, che è nuovo anche lui e Raul che vi aiuterà se ne avrete bisogno. Intanto se vuoi passare questa mattina, ti do la "divisa" così la provi e mi dici se la taglia ti sta Va bene?» rispondo di si e attacco. Non posso crederci, assurdo, mi hanno presa. Andrò a lavorare nel centro sportivo della mia infanzia. WOW!.
Ma di punto in bianco mi torna su un particolare; chi cavolo è Seth? E se fosse panino?! Non posso crederci. Ci troviamo in un Paese così grande e ci siamo ritrovati nello stesso luogo con lo stesso lavoro!.
Inizio a preparami, non sono mai stata più ansiosa di così. Non mi sono mai fatta tanti problemi per scegliere dei vestiti da mettermi, e poi soprattutto per incontrare Lazy. Prendo un paio di pantaloncini e lo metto, che schifo! (immaginatelo detto da Summer Roberts in the O.C.) decido allora di mettere dei jeans che raggiungono a malapena le ginocchia, ancora peggio di prima. Alla fine va a finire che indosso un vestitino a fantasia primaverile, con tutti fiorellini disegnati su di esso. Esco dalla camera, e vado a salutare Alex che probabilmente starà ancora dormendo.
Toc! Toc!; busso ma non risponde nessuno. Lo avevo detto io. Decido di non disturbarlo e di andare in cucina dove si trova mia zia già pronta per andare al lavoro. «Buongiorno Jos!, già sveglia? Comunque sia, vado di fretta, dovresti farmi il piacere di buttarmi la spazzatura. Grazie. Ti chiamo più tardi, buona giornata» non mi tiro indietro, perché già dovrei ringraziarla che mi sta ospitando dentro casa sua e se mi chiede un favore non posso dire di no.
Prendo l'indifferenziata e l'umido e mi sbrigo per andarle a buttare con il rischio di perdere l'autobus. Esco dal portone, saluto Justin , che è la mia unica salvezza, e mi metto a correre verso i secchioni. Ma ovviamente, appena mi ritrovo a 2 metri dal secchione un sasso mi fa lo sgambetto e volo per terra. Se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, non mi sono schiantata addosso ai secchioni, ma se vogliamo vederlo mezzo vuoto, ho fatto una figura di merda. Indovinate chi c'era di fronte a me a buttare l'immondizia? Ovviamente panino che mi soccorre subito. Mi aiuta ad alzarmi e notando il mio ginocchio sanguinante mi prende in braccio come se fossi una principessa e si dirige verso casa; no scherzavo questo era come mi immaginavo io la scena. Continuiamo ... e notando il mio ginocchio sanguinante mi dice «Tutto bene? Ti ho vista cadere e ti sanguina un ginocchio. Ma tu sei la ragazza di ieri sull'autobus!?» annuisco con gli occhi a cuoricino. Mi chiede se voglio che mi aiuti e io come una deficiente rispondo di no e torno a casa a disinfettare la "ferita". Prima di raggiungere il portone Justin in lontananza mi vede zoppicare e mi si avvicina di corsa e mi cura la gamba. Che uomo! Proprio quello che tutte le ragazze vorrebbero. «Justin, posso farti una domanda?» gli chiedo;e quando mi annuisce con quegli occhioni di un marrone talmente particolare che non ho mai visto a nessuno, continuo «Perché mi aiuti sempre? Non ti vergogni di me, mi stai sempre accanto quando ne ho bisogno, che problema hai!?» mi guarda con una faccia un po' sconcertata come se volesse dirmi qualcosa che non riesce a far uscire dalle sue labbra. Dopo averci pensato abbastanza mi risponde dicendo «è semplicemente il fatto che te sei l'unica persona che mi è rimasta. Quando i miei genitori mi hanno lasciato da solo tu sei stata l'unica persona che mi è stata vicina. E anche se puoi sembrare stupida, goffa, buffa o tutto quello che ti dicono e che ti senti di essere, io ti voglio bene così come sei e non cambiare per nessuno al mondo» i miei occhi si illuminano, le sue parole mi hanno fatta sentire un'altra persona, migliore di quella che sono sempre stata. Mi stanno diventando gli occhi lucidi. Non pensavo mi ritenesse una persona così importante.
Lo abbraccio con tutta la forza che ho in corpo. Quando mi ritrovo con il viso poggiato sulla sua spalla e le braccia che lo stringono, controllo l'orologio e mi accorgo di essere in ritardo. Se vi state chiedendo però che fine abbia fatto l'immondizia sinceramente non ne ho idea neanche io. Fatto sta che ormai non ho più tempo per pensare ad altro. E adesso è ora di dedicarsi solo ed esclusivamente al lavoro. Lo saluto velocemente e mi metto a correre, con un po' di bruciore alla gamba e cercando di non morire schiantata a terra.
Sulla strada, incontro la Signora Porsel che mi blocca «Ciao Josephine, dove vai così di fretta? Come stai? Non vedo tua madre da un po' di giorni» non mi piace parlare della mia vita privata con dei "conoscenti", in fondo è una vicina, nessuno di importante. Perciò cerco di evitare l'ultima domanda e le rispondo «Buongiorno, sto andando al lavoro. Comunque va tutto bene». Continuandomi a parlare del fatto che non vede mia madre da qualche giorno, decido di fare una cosa che non avrei mai fatto se non mi stesse facendo incavolare. Me ne sono andata senza salutare e lasciandola parlare da sola. Dicendo soltanto «Devo andare». Ma io dico, ma le persone, possono mettersi a rompere le palle agli altri così tanto?!. Pensasse alla sua vita invece che alla mia. Si preoccupasse dei suo problemi e non dei miei.
Incavolata come non mai, prendo il primo autobus che passa, che mi porta a qualche metro dal Camp. E come non detto, mi è toccato subirmi una signora che si lamentava con l'autista non so neanche per quale motivo. Perché sinceramente non mi interessava più di tanto.
Dopo 10 minuti all'incirca di camminata mi ritrovo lì al Camp. Lazy mi da la "divisa", che in pratica è una maglietta e un costume rossi, e me la provo. Devo ammettere che la maglietta è carina, ma il costume non mi piace per niente. Però, quale divisa è bella? Nessuna. Perciò mi rimetto il vestitino e decido di mandare un messaggio sul gruppo con Liv, Bella, Gregor e Goil dove gli scrivo «Che ne dite di andare a pranzo insieme?» dovete sapere che ieri sera alla fine non ci siamo più visti. Dopo tutto quello che era successo, non avevo voglia di uscire. Perciò avevamo deciso che ci saremmo visti questa settimana.
Vado a casa di Liv, l'aiuto a prepararsi e poi ci avviamo verso il Mc Donald's, giusto per mangiare un po' sano. Arrivate lì ci siamo date appuntamento con gli altri e mi sono mangiata un bel Crispy Mc Bacon. Del quale come vi dicevo ne avevo proprio bisogno.
Decidiamo di prendere la macchina Gregor e di andare a farci una passeggiata lungo il mare. Ogni volta per raggiungerlo dobbiamo fare i chilometri, ma ne vale la pena. Parcheggiamo la macchina lungo la spiaggia e ci andiamo a prendere un bel gelato. Ci incamminiamo lungo la spiaggia, fino a quando Liv inizia a levarsi i vestiti e si butta in acqua, dando così il via a una catena. Iniziamo a schizzarci. E devo ammettere che avevo bisogno di un momento del genere. Spensierata e contenta. Mi mancava. Ci voleva proprio.
Quando si è fatto un po' tardi, torniamo a casa. Sia zia che Alex stasera non ci sono a cena. Perciò non mangio e mi riposo per il mio primo giorno di lavoro.
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F***ing Life
ChickLitJosephine, la tipica ragazza inglese, timida e insicura e che ama stare con i suoi quattro amici, l'ultimo giorno di scuola, vede i suoi occhi incontrarsi con quelli di un ragazzo italiano arrivato l'ultimo semestre: Seth, che è completamente l'oppo...