~2~ JOSEPHINE

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"Perché cavolo ha annullato il viaggio!?. Io non la capisco proprio; fa sempre come le pare.. Ma non pensa mai neanche un secondo a me!?. Fa sempre tutto da sola". Me ne vado in camera e sbatto la porta. Mia madre non so cosa stia facendo, e sinceramente neanche mi interessa più di tanto. A neanche 10 minuti dalla mia reazione, sento mia madre che bussa alla porta "ahahah, peccato che è chiusa a chiave", il diavolo che è in me parla tra se e se. Mamma cerca di aprire la porta; avete presente quando nei film, si ritrovano su una spalla il diavoletto (che rappresenta la sua cattiveria) e sull'altra l'angioletto (che rappresenta la sua bontà)!?; i miei stanno parlando, o meglio discutendo, o meglio ancora litigando «Jos, aprile la porta, sta cercando di avere un confronto» dice l'angioletto, ma il diavolo ha già la risposta pronta «Ma che cosa stai dicendo; non aprire, non ricordi!' ha annullato il viaggio che avevi sempre sperato di fare»... «ok ok, ho capito; aprirò la porta, punto» urlo, per farli smettere; alla fine il buono vince sempre contro il cattivo,SEMPRE. O almeno è così nei film.

Appena apro la porta, mi ritrovo mia madre seduta a terra con la schiena al muro, che piange. «Hey mamma, che succede?», le chiedo preoccupata; «Tu cosa pensi!? Che io non volevo andare alle Hawaii!? E poi con te!?... Io delle volte penso che tu non sia mia figlia. Come può venirti in mente. Io ci tengo a te. Come volevi andarci tu, non vedevo l'ora anche io. Cosa pensi che avrei mollato tutto senza neanche esserci confrontate prima!?», mi risponde con un tono se si può dire, abbastanza incazzato. "forse ha ragione. Se lo ha fatto ci sarà un motivo valido no?; e se sta male?!, non posso farmi scappare anche lei ; è già successo con papà. E lei non la lascerò andare via MAI. Però forse queste cose dovrei dirgliele; sennò finirà per credere che non mi fidi di lei, che non le voglia bene. Invece è tutto il contrario". Cerco di trovare una risposta a quel monologo commovente «Senti mamma, io ti voglio bene. Ma non riesco a trovare un punto d'incontro con te. Sembra come se non avessimo niente in comune oltre i capelli.Si, ho pensato che avessi annullato tutto per lavoro. Ho pensato che preferivi il lavoro a me. Si l'ho pensato; e me ne vergogno profondamente. Ma vuoi spiegarmi perché cavolo hai annullato tutto!?» era iniziato tutto con un tono calmo, amorevole, stavo facendo un discorso quasi commovente, da Oscar; ma poi il diavoletto ha preso il sopravvento.

Sento il cellulare di mamma squillare. Corro come se fossi Saetta McQueen e lo prendo prima di lei. «Chi è?» chiedo un po' incavolata, ma nello stesso modo impaurita, perché non so quello che sto facendo. «Hey Laurent, che è successo? Come mai prima hai attaccato?. Non sentirti in colpa, se non potrai più andare in vacanza con Jos; in fondo non è colpa tua. Vedrai che capirà. Non l'hai deciso tu che doveva avere gli esami proprio d'estate ....» sposto il telefono dall'orecchio subito dopo la parola "esami", ma che cazzo significa!? Scusatemi ma ci voleva proprio; faceva proprio effetto.

«Mamma, ma chi ha gli esami? A me pare di averli finiti... adesso, credo proprio che, siccome hai deciso di annullare il viaggio dei miei sogni, mi troverò un lavoro», non pensasse che sono stuipda, non posso passare un estate senza fare niente; anche se in realtà quelle scorse non mi sono data da fare manco per niente; ma quest'anno mi sento in vena di lavorare. E lei dovrà accettarlo.

Senza neanche guardarmi in faccia, esce di casa e sbatte la porta; a volte mi viene da pensare che anche lei sia 2x2 in persona, ma diciamocelo chiaramente, io in confronto a lei sono Catwoman, oppure addirittura Supergirl.

Tralasciando tutti questi inconvenienti, mi ero dimenticata di dirvi che no, non sono la persona adatta per fare i gavettoni; quindi stasera uscirò e andrò a farmi una passeggiata al mare con Liv, Bella, Gregor e Goil, che in confronto a me quest'estate si andranno a divertire in qualche parte del mondo. E si scorderanno di me in men che non si dica. Intanto, siccome sono rimasta a casa da sola, decido di andare a cercare lavoro, in qualche centro estivo oppure in un bar al mare. "E pensare che invece di stare tutta sola a lavorare, sarei potuta stare tranquillamente al mare alle Hawaii senza alcun problema; a bere un cocktail a riva sdraiata su uno di quei lettini sui quali appena ti ci sdrai ti senti in paradiso". Le estati scorse, sono andata quasi tutte in California, fino a quando lo scorso anno, mi ero fatta degli amici e mia madre ha deciso di non andarci più. La condizione però era quella di andare alle Hawaii e io accettai. Ma non pensate che non ci abbia pensato prima su. Mi sono sentita e mi ci sento tutt'oggi, un'egoista: ho preferito lasciare i miei nuovi "amici" per andare in un luogo delizioso che paragonerei proprio ai pancake alla nutella.

Mentre mi ero persa in chiacchiere "interne", mi sono recata in un centro sportivo. Entro. "Oh no, c'è panino; non posso farcela. Cosa ci fa qui. Non mi dire che vuole anche lui lavorare qui. No, io cambio lavoro. Però a ripensarci voglio proprio stare qui. Ok, calmiamoci e entriamo" innocua, entro all'interno del "CampVll"; sono molto legata a questo centro sportivo. Quando ero piccola venivo sempre qui a giocare a pallavolo, basket, calcio... no calcio no. E mi sembra assurdo ad oggi poter diventare un animatrice del centro estivo organizzato da Lazy, la padrona del locale che conosco ormai da tempo. E indovinate?! Lei sta parlando proprio con "panino".

« Ehi Jos che ci fai qui!, da quanto tempo che non ti vedevo» mi urla da lontano. Penserete wow che carina. Ma io no! Non voglio avvicinarmi a lei mentre sta con "panino". Ma sono costretta ad avvicinarmi. La raggiungo e imbarazzata dico «Ehi Laz, come stai?... » Lui mi guarda con quegli occhi, aiuto!!. Gli faccio un sorriso mentre se ne va. Ho avuto come la sensazione che anche lui non voleva vedermi; magari prova la stessa cosa che provo io per lui nei miei confronti. IMPOSSIBILE.

«Laz, allora sono venuta qui per chiederti se puoi prendermi per questa estate a lavorare al centro estivo», le chiedo un po' agitata. Ma lei mi guarda con una faccia sorpresa e un po' triste «Jos potevi avvisarmi un po' prima, cerco di trovarti posto, farò di tutto; ti chiamo per farti sapere».

La ringrazio e torno a casa. Stranamente, riesco ad aprire il portone e entro dentro casa. Sul tavolo del salotto, trovo una lettera. La apro e c'è scritto...

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