Capitolo cinque

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Ogni giorno è sempre uguale al precedente. Se Louis avesse chiuso gli occhi, difficilmente sarebbe riuscito a distinguere un giorno dall'altro. La sua vita quotidiana è monotona e piatta.
Si sveglia alle prime luci dell'alba, si allena faticosamente per tutto il giorno, poi torna a casa sconfitto ed esausto, si lava e ripete tutto da capo il giorno successivo.
Tuttavia, Louis non dovrebbe lamentarsi troppo, soprattutto perché l'allenamento con la squadra sta iniziando a diventare sempre più facile. Dopo aver passato alcune ore da solo ad apprendere le nuove tecniche, sta cominciando a diventare un calciatore accettabile. È migliorato parecchio, ma non è ancora arrivato ai livelli del famoso Louis Tomlinson.
Louis sta facendo del suo meglio per andare d'accordo con i suoi compagni di squadra, scherzando e interagendo con loro come dovrebbe fare un buon capitano. Ma qualunque cosa faccia, continuano a guardarlo come a dire "perché diavolo mi stai parlando?"
Ovviamente gli altri giocatori fanno tutto ciò che dice lui, seguono il suo esempio senza imporsi in alcun modo. Fuori dal campo, invece, fanno del loro meglio per evitare di conversare con lui, cercando di essere sempre cauti quando sono in sua compagnia.
Inizialmente, Louis ha pensato che il motivo fosse perché lo rispettano troppo come capitano e hanno paura di farlo arrabbiare o qualcosa del genere. Ma ogni giorno che passa, Louis capisce che in realtà gli altri giocatori lo odiano. Potrebbe sbagliarsi, potrebbe star esagerando, ma è evidente che non c'è un bel rapporto tra il capitano e i giocatori del Doncaster Rover.
Forse è per questo che non hanno mai vinto la Premier, prima d'ora. Non stanno giocando con il cuore, non fanno gioco di squadra. Louis non sa di chi sia la colpa, ma il motto adottato dalla squadra e dai suoi allenatori sembra essere "Passala a Louis!" oppure "Seguite l'esempio di Louis!" e anche se si sente lusingato e tutto il resto, certamente in questo modo non riusciranno mai a vincere nulla. Anche se Louis è diventato un calciatore bravo e famoso, quella è comunque una strategia di gioco orribile. Una persona singola non può avere tutto il merito e la gloria, per vincere bisogna che tutto il team si dia da fare.
Louis non sa come correggere questi difetti, ma ogni giorno cerca di essere un leader migliore e più aperto con gli altri, anche se tutti i suoi sforzi vengono sostanzialmente trascurati e respinti.
Decide di lasciare il lavoro da parte per un po', spingendo tutti quei problemi in fondo alla mente, mentre entra nell'immensa cucina di casa sua. Trova il suo ragazzo appoggiato al bancone della cucina, che legge qualcosa al cellulare.
"Ciao Raphy!" Lo saluta Louis felicemente mentre si avvicina. Qualcosa in Raphy sembra renderlo sempre felice e spensierato, anche dopo una giornata di merda.
"Oh bonjour, mon cher..." Raphael solleva la testa per sorridere calorosamente, prima di tornare a scrivere sul telefono. "Mi dispiace, dammi solo un minuto piccolo. Sto inviando una mail al mio agente."
Louis annuisce, passandogli accanto e dirigendosi verso il frigo. Si versa un generoso bicchiere di succo d'arancia e salta a sedere sul bancone. Fa oscillare le gambe a penzoloni, sorseggiando la bevanda mentre aspetta pazientemente che Raphy finisca di scrivere.
Gli piace avere Raphy in giro per casa, lo fa sentire meno solo. Oltre ad essere estremamente bello e simpatico, è di ottima compagnia. È divertente e davvero dolce nei suoi confronti. Louis si domanda spesso come sia la loro vita quotidiana insieme.
"Raphy, cosa facciamo insieme, di solito?" Chiede Louis, continuando a muovere i piedi avanti e indietro.
"Hmm?" Mormora il ragazzo distrattamente. "Cosa vuoi dire Loulou?"
"Sai... insieme? Io e te in una giornata normale. Come trascorriamo il nostro tempo libero?"
"Oh, scopiamo," risponde Raphael facilmente, senza nemmeno alzare lo sguardo dal telefono.
Preso alla sprovvista, Louis quasi si strozza con il succo d'arancia, facendo gocciolare il liquido sul mento e macchiandosi la maglietta bianca. Quasi gli cade il bicchiere a terra mentre cerca di pulirsi, ma fortunatamente il suo ragazzo è troppo impegnato per notarlo e prenderlo il giro. "Cazzo..." sussurra, posando il bicchiere sul bancone.
"Mmm esattamente." Sussurra Raphael in risposta. Alla fine mette giù il cellulare e alza lo sguardo verso di lui. La sua espressione si trasforma in un cipiglio preoccupato quando nota il danno. "Oh, cosa ti è successo, tesoro? Sei un disastro."
"Non è niente- davvero. Sto bene... sono soltanto maldestro." Risponde Louis goffamente.
"Lasciami fare, dammi," Raphael si avvicina e gli tende una mano.
Louis sbatte le palpebre e aggrotta le sopracciglia. "Che cosa?"
"La maglietta," dice il ragazzo. "Dammela così tolgo la macchia prima che si asciughi del tutto."
"Oh, tranquillo. È tutto ok, non è un problema."
"Loulou, adori questa maglietta," insiste Raphael. "È la tua maglietta preferita per l'allenamento perché è la prima che ti hanno dato quando sei entrato nei Rover. Sarebbe un peccato rovinarla."
Louis non ha modo di sapere se è vero oppure no, ma probabilmente lo è; dopotutto, quella maglietta è davvero bella. Ha il suo nome scritto sul retro, insieme al numero 28.
"Dammi dai," mormora ancora Raphael, posando le mani sull'orlo della sua maglia pronto a sfilargliela da solo.
"Ok, ok," annuisce Louis, togliendosi la t-shirt e consegnandola al ragazzo.
"Merci beaucoup. Comunque ciao," Raphael sorride dolcemente, sporgendosi per baciargli dolcemente il naso. "Sono contento che tu sia a casa, mon bel amour. Mi manchi quando non ci sei."
Louis ridacchia timidamente, le guance gli diventano subito rosse. Si sente troppo esposto seduto sul bancone della cucina senza maglietta, anche se non c'è nulla di scandaloso e il suo ragazzo avrà visto molto di più che il suo petto nudo.
Raphael lo bacia sul naso un'altra volta, prima di camminare verso il lavandino con la maglia sporca.
"Ma allora, uhm... tutto qua? Non facciamo nulla insieme?" Torna a chiedere Louis.
"Che cosa?" Raphy alza lo sguardo, sembrando aver dimenticato la loro piccola conversazione. "Oh intendi se ciò che facciamo è scopare e basta?"
"Uhm... sì."
"Beh, non sempre, no," Raphael gira per la cucina per cercare un detersivo da utilizzare per salvare la maglietta di Louis. "Andiamo in vari posti, insieme. Come ad esempio feste ed eventi e cose del genere, e viaggiamo molto quando non hai troppi allenamenti da fare. Ci divertiamo insieme, ma di solito non passiamo tanto tempo l'uno con l'altro come abbiamo fatto questa settimana."
"No? E perché?" Louis si sente confuso. Ha un fidanzato adorabile eppure non vuole semplicemente uscire con lui? Sembra uno spreco.
"Non lo so?" Raphael aggrotta la fronte, pensieroso. "Di solito se passiamo tanto tempo insieme e parliamo del più e del meno, finisco per dire qualcosa di sbagliato, qualcosa che ti fa arrabbiare, e quindi finiamo col litigare. E odio quando litighiamo. Quindi, per evitare tutto ciò, ci teniamo occupati in un modo o nell'altro."
Come poteva Raphy farlo arrabbiare così facilmente? Louis è una persona così irritabile da adulto? Raphael è un uomo dolcissimo, non sa come potrebbe rimanere arrabbiato con lui per più di cinque minuti.
"Ma Raphy, perché litighiamo così tanto?"
"Non è mai per cose importanti, sempre per stupidate," spiega l'uomo, strofinando la maglietta sporca. "Semplicemente non siamo d'accordo sulla gran parte delle cose. Hai un certo modo di pensare e lo adoro così tanto, ma non capisco sempre ciò che fai e ciò che pensi. E tu vuoi che io veda le cose come vuoi tu, ma semplicemente non riesco a farlo perché non è quello che sono. A volte ti senti così frustrato che minacci di lasciarmi, ci sono state delle volte in cui ci siamo lasciati per davvero, ma poi ritorni sempre da me perché io ti convinco a tornare."
"Come fai?"
Raphy sorride malizioso. "Ohh, sono molto, molto persuasivo e tu sei un uomo molto, molto debole quando si tratta di... sai... led desirs sexuqels du coeur." (i desideri sessuali del cuore.)
Louis sospira, alzando gli occhi al cielo. "Perché te l'ho chiesto? Avrei dovuto immaginarlo."
"Aha, ce l'ho fatta!" Raphael solleva con orgoglio la maglietta, strizzandola alcune volte per assicurarsi che non perda acqua. "Guarda come è pulita, nessuno saprà mai che sei un tale casino."
"Aspetta," Louis inarca le sopracciglia per la sorpresa. "Come hai fatto?"
"È un segreto," Raphy sorride compiaciuto e gli fa l'occhiolino mentre si avvicina a lui per infilarsi tra le sue gambe aperte. Fa scivolare la maglietta sopra la testa di Louis, lisciando il tessuto con le mani. Louis glielo lascia fare, sorprendentemente senza sentirsi troppo a disagio mentre viene toccato da quello che è il suo ragazzo, ma sentendosi affascinato da quanto sia premuroso e gentile. "Ecco qua, come nuovo."
"Grazie Raphy."
"Oh, è stato un piacere Loulou. Qualsiasi cosa per te."
"Facciamo qualcosa insieme, stasera." Suggerisce Louis, le mani appoggiate sulle spalle dell'altro. "Solo noi due."
Raphael passa delicatamente le dita attraverso la frangia di Louis, lisciando i capelli scompigliati. "Ma hai detto che non vuoi distrarti e io-"
"Non quello!" Interviene Louis, improvvisamente spaventato. Gesù, Raphael non ha detto una bugia, prima. Scopare è davvero l'unica cosa che fanno come coppia. "Voglio dire, potremmo semplicemente passare del tempo insieme? Guardare un film, non so."
"Oh, davvero?" Raphael sembra sorpreso, ma sorride luminoso. "Sembra bello, mon amour. Mi piacerebbe farlo."
"Anche a me," il castano sorride di rimando. "Cosa vuoi vedere?"
"Umm, non ne sono sicuro. Cerchiamo su Netflix?"
"Cos'è Netflix?" Louis guarda il fidanzato con un'espressione confusa.
Raphael restringe gli occhi e agita un dito verso di lui. "No. No. Mi stai prendendo in giro, vero?"
"Che cosa? No, sono serio," risponde Louis.
"No, non ci casco, Loulou. Stai cercando di indurmi a dire qualcosa di stupido o imbarazzante. Lo fai sempre ed io puntualmente ci casco. No, no, no." L'uomo inizia ad allontanarsi, scuotendo la testa.
Louis allunga una mano per afferrare Raphael per il braccio. "Raphy, prometto di non fare più lo stronzo. Non sto cercando di prenderti in giro, davvero non so cosa sia Netflix. Ti ho avvertito della possibilità di ricevere domande stupide, ricordi?"
"Giusto, la tua testa. Non mi sono reso conto che fosse messa così male. Oh, mi dispiace piccolo. Sono stato insensibile, lascia che ti spieghi." Raphy gli lascia un bacio sulla fronte per scusarsi. "Netflix è una piattaforma dove poter vedere dei film online."
"Hmm, conveniente," Louis valuta velocemente. Cosa si può fare con internet, di questi tempi? "Non giudicarmi ma... solo per essere totalmente chiari- quindi non c'è bisogno di videocassette o di un lettore, giusto?"
"Oh no, chéri." Raphael ridacchia, scuotendo la testa. "Dai, ti faccio vedere."
L'uomo gli prende la mano e lo conduce in una stanza che non ha quasi mai usato. È un home theater spazioso; un enorme proiettore è posizionato sulla parete opposta, di fronte a diversi divanetti dall'aria davvero comoda. Con tutto questo, non viene nemmeno la voglia di andare al cinema. Stare a casa è molto più comodo e Louis può commentare e fare tutto il rumore che vuole senza che gli altri lo guardino di traverso.
Louis si rannicchia su uno dei divanetti, fondendosi con i cuscini morbidi, molto più soffici dei sedili di un cinema. Raphael si siede accanto a lui e prende il telecomando, un braccio appoggiato sul retro del divano alle sue spalle. Con pochi click del telecomando, apre la piattaforma di Netflix e inizia a scorrere una vasta gamma di film. Louis si mette comodo e legge un titolo dopo l'altro, tutti irriconoscibili, nulla che susciti per davvero il suo interesse.
"Aspetta, fermo!" Louis spalanca la bocca per lo shock. "C'è... un... Toy Story 2?"
"Oh sì," Raphael annuisce, lanciandogli un'occhiata. "Sono abbastanza sicuro ce ne sia anche un terzo? Ma-"
"Veramente?" Louis è entusiasta e si siede dritto sul divano, non riuscendo a contenere l'eccitazione. "Oh mio dio! Non ci credo!"
"Sì, ma non credo che il terzo sia su Netflix, purtroppo."
"Ma possiamo guardare il secondo ora? Intendo... adesso adesso?" Louis trattiene il respiro, mordendosi il labbro con gli occhi spalancati.
"Certo, mon amour. Se è questo quello che vuoi," Raphael sorride affettuosamente, baciandogli la tempia. "Sei così carino e adorabile quanto ti entusiasmi, Loulou. Come un bambino. Il mio piccolo."
"Raphy, tu non capisci!" Si lamenta Louis, gettando la testa all'indietro. "Toy Story è il miglior film della Disney degli anni '90! Beh, oltre al Re Leone- ma non credo possano essere paragonati perché uno è della Pixar. Ad ogni modo, è il migliore e io lo adoro e ci sono due sequel che non ho mai visto."
Raphael alza un sopracciglio, sembrando incredibilmente divertito. "Bene, allora dobbiamo guardarlo assolutamente."
"Lo hai già visto?" Gli domanda il castano.
"Molti anni fa, ma non lo ricordo bene. Sarà divertente riguardarlo," risponde il ragazzo. "Anche se ricordo che Woody-"
"Shhh!" Louis gli chiude la bocca con una mano, guardandolo serio. "Non dirmi nulla o ti uccido."
Raphael ride contro il suo palmo. "Ok, non dirò una parola."
"Ahh, sono così eccitato!" Mormora Louis contento, rilasciando il suo fidanzato e mettendosi di nuovo comodo sui cuscini. "Oh! Mi chiedo se Harry lo sa."
"Sono sicuro che lo sappia," ridacchia Raphael. "Penso che tu sia l'unico a non saperlo."
"Mmm, penso che gli manderò un messaggio, per esserne sicuro," dice il castano.
Louis ha fatto del suo meglio per capire come funzionano i messaggi. All'inizio è stato davvero strano, ma alla fine ha capito. Molto, molto lentamente, ha imparato ad utilizzarli; principalmente ha inviato messaggini a Niall, riempiendogli la chat di assurdità. Ma Niall non si è mai infastidito, anzi di solito gli risponde con un "stai ancora provando a scrivere messaggi, Louis?" oppure con "Chiamami se hai davvero bisogno di me, in questo modo non capisco nulla."
Louis prende il telefono e apre l'icona dei messaggi per scrivere al riccio.

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