Prologo

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Salve a tutte! Ecco a voi "Now In A Minute", o la trent'anni in un secondo AU.
E' una storia diversa dal solito, molto molto carina, e speriamo possa piacervi quanto è piaciuta a noi!
La storia è composta da tredici capitoli, per ora vi lasciamo soltanto il prologo, la continueremo non appena avremo terminato le altre traduzioni.
Potete trovare   il link alla storia originale su ao3, mentre nell'immagine trovate il permesso dell'autrice.
Ci rivediamo fra qualche mese con i prossimi capitoli!
Sil&Chia








Now In A Minute





Prologo.









"Va bene ragazzi, eccoci qui. Tre frappè, panna montata extra e un cesto di patatine."
"Aww!" Louis inizia già ad avere l'acquolina in bocca, mentre Lucille sistema il cibo ordinatamente lungo la superficie del tavolo.
"Oh! E due tazze extra." Aggiunge Lucille all'ultimo minuto. "Lo stavo quasi dimenticando."
"Grazie Lucille!" Harry sorride calorosamente alla donna più anziana, sedendosi sulla panchina di cuoio.
"Sei la migliore." Louis sorride con apprezzamento dal suo lato del tavolo. Sposta un po' il suo peso per sistemarsi meglio, le gambe incrociate, le converse viola nascoste sotto le cosce.
"Nessun problema, amori. Divertitevi." Lucille appoggia alcuni tovaglioli e cannucce in più sul tavolo, pulendosi le mani contro il grembiule allacciato intorno alla vita. "Se avete bisogno di qualcos'altro, sapete dove trovarmi."
"Allora, come dovremmo dividere?" Dice Harry mentre Lucille torna dietro il bancone. Louis sa che è più una domanda retorica, il modo sottile con cui Harry vuole spingere Louis a dividere tutto.
"Oh, andiamo Haz, conosci la procedura." Louis sorride, prendendo le due tazze vuote.
Ritrovarsi alla taverna di Lucille è abitudine ormai per loro, un evento quotidiano. Soprattutto dall'inizio delle vacanze di Natale; si siedono allo stesso tavolo quasi ogni singolo giorno. In parte per il vecchio juke-box e la macchina dei videogiochi nell'angolo posteriore, ma principalmente per i frappè.
Lucille fa i migliori frappè in assoluto in tutta la città. Louis adora quello alla vaniglia francese, mentre Harry ordina sempre quello alla banana. Il problema è che entrambi amano anche quello alla fragola. E ovviamente, probabilmente, potrebbero semplicemente chiedere a Lucille di mischiare i gusti per loro, come farebbe qualsiasi persona normale, ma così non è affatto divertente. Quindi invece ordinano sempre tre frappè e due tazze extra per mischiarli da soli. È un casino garantito, ma in qualche modo ha un sapore ancora migliore.
Mentre gusta il suo frappè alla banana e fragole appena mescolato, Harry riprende la sua solita abitudine di scarabocchiare senza pensare nell'angolo più lontano del tavolo con una penna. In realtà non si tratta di un vero e proprio scarabocchio, ma scrive le iniziali dei loro nomi, H&L. Ha iniziato a scriverle con la penna in modo leggero tempo fa, ma dal momento che Harry ha continuato a ricalcarle, giorno dopo giorno, le lettere presto si sono incise in profondità nel legno del tavolo, solidificando il fatto che questo è il loro posto.
"Lucille ci ucciderà se lo vede, lo sai." Commenta Louis con la cannuccia che gli pende dall'angolo della bocca. "Ha da poco rinnovato tutti i tavoli."
"Non lo vedrà mai." Promette Harry, appoggiando il distributore di tovaglioli su di esso per nascondere i segni. "Inoltre, nessuno si siede mai a questo tavolo, tranne noi."
"Sì, esattamente. Quindi, quando finalmente se ne accorgerà, non avremo nessuno a cui addossare la colpa." Louis sottolinea acutamente. "Saprà automaticamente che siamo stati noi a farlo."
"Saprebbe che siamo stati noi comunque, visto che sono le nostre iniziali." Gli ricorda Harry con un sorriso. "Ma mi piace pensare al fatto che ci ama troppo per fare qualcosa al riguardo."
"Probabilmente è vero." Louis sorride mentre guarda Lucille dall'altra parte del ristorante. Possono venire qui principalmente per i frappè, ma rimangono per Lucille. È un po' come una seconda nonna, dà sempre loro degli omaggi o magari a volte non li fa pagare. A volte si siede con loro per raccontargli delle storie o fare una bella chiacchierata se il ristorante non è troppo pieno. Per ripagarla, molte volte rimangono qui dopo la chiusura e la aiutano a pulire e chiudere il locale. Louis e Harry sono probabilmente i clienti più fedeli e abituali di Lucille, e questo perché la adorano e lei li adora a sua volta.
"Ehi Tommo!" Una forte voce arriva dall'estremità della tavola calda vicino alla porta, facendo sussultare Louis e riscuoterlo dai suoi pensieri. La voce è seguita da un trambusto di rumori e piedi pesanti che si avvicinano.
Harry geme al suono di quella voce dirompente, facendo roteare automaticamente gli occhi senza nemmeno preoccuparsi di non farsi vedere. Louis alza gli occhi e riconosce i volti chiassosi dei suoi compagni della squadra di calcio, guidati da Rusty, uno dei capitani della squadra. Sebbene siano amici di Louis, ad Harry non importa di loro, anzi in realtà non li sopporta. E non si preoccupa di nasconderlo. Non gli interessa ciò che pensano.
"Cos'hai qui? Hai intenzione di finirlo?" Rusty si siede in modo inopportuno sul bordo del tavolo, afferrando il bicchiere del frappè ormai mezzo vuoto di Harry e sbirciando all'interno di esso.
"Sì, in realtà. Considerando che l'ho pagato." Harry si acciglia, strappando il bicchiere dalla presa di Rusty.
"Non essere scontroso con me, Harriet. Comportati in modo gentile come la brava, piccola principessa che sei." Dice Rusty sgarbatamente, dando una pacca sui soffici riccioli di Harry.
Il riccio gli lancia uno sguardo indifferente, allontanando la mano di Rusty. "Non toccarmi."
Harry è sempre stato dolce e gentile con tutti, forse fin troppo gentile e fin troppo vulnerabile rispetto alla maggior parte dei ragazzi della loro età. È un angelo con riccioli da cherubino e dolci fossette a contornare il suo viso perfetto, per quanto riguarda Louis. Ma molte persone, specialmente i nuovi amici di Louis, non lo apprezzano per quello che è, rendendolo un bersaglio facile e provocando un costante assalto di insulti umilianti e soprannomi imbarazzanti.
"Aww femminuccia, sei arrabbiato?" Rusty insiste ancora, colpendo bruscamente ciascuna delle guance di Harry con le dita. "Povero piccolo bambino."
Harry allontana di nuovo Rusty, avanzando amaramente dal lato opposto della panca. "Sei venuto qui per qualcosa? O siamo così sfortunati da essere maledetti dalla tua presenza?"
"No, Campanellino. Ovviamente, sono qui per parlare con Tommo." Rusty alza gli occhi al cielo, saltando giù dal tavolo e scivolando accanto a Louis. Mette un braccio sopra le spalle del castano e guarda Harry in modo deciso. "Allora, perché non te ne vai e basta?"
"No. Costringimi a farlo, se hai coraggio," Harry grugnisce in tono di sfida, gli occhi socchiusi.
"Ti piacerebbe, vero?" Rusty si alza di nuovo, girando intorno al tavolo per avvicinarsi di nuovo ad Harry e abbassandosi lentamente verso la sua faccia.
Harry non distoglie lo sguardo da quello dell'altro, rifiutandosi di indietreggiare mentre Rusty lo fissa con occhi di fuoco, cercando di farlo sottomettere. Louis sente che dovrebbe intervenire, ma non sa davvero cosa fare o cosa dire.
"Sparisci, Curly," Rusty abbaia tra i denti. "Questo non ti riguarda. Vai a dipingere le unghie o qualcosa del genere."
"Haz... ci vorrà solo un minuto." Louis mormora infine verso Harry, non riuscendo più ad ascoltare in silenzio altri insulti rivolti al suo migliore amico.
Harry sposta a malincuore lo sguardo da Rusty verso Louis. Sospira pesantemente prima di spingere Rusty per scivolare fuori dalla panca di cuoio. "Uhm ... ti aspetto fuori, Lou."
"A nessuno importa, Pollyanna. Vai e basta, non ci importa di cosa farai." Rusty lo prende in giro mentre il riccio indossa la giacca sopra il maglione, sistemandosi la videocamera attorno al collo.
Harry lancia a Louis uno sguardo più che eloquente prima di infilare le mani nelle tasche del cappotto e voltarsi per andarsene. Rusty e il suo gruppo, in tutta la loro immaturità, mettono le mani sulla fronte a formare una L, cacciando fuori le loro lingue mentre Harry li supera.
A Louis non piace vedere il suo migliore amico venir trattato in quel modo, lo odia. Davvero, lo odia. Ma è un po' in una situazione difficile al momento. Combattuto tra il difendere il suo amico più vecchio e fidato o ottenere l'approvazione dei suoi nuovi compagni di squadra. Louis è entrato nella squadra di calcio solo alcuni mesi prima, all'inizio della terza media. È ancora nuovo e sostituibile, e in conclusione, Louis ha bisogno che i suoi compagni di squadra lo apprezzino, specialmente Rusty.
"Ugh, perché sei amico di quello sfigato?" Rusty rotea di nuovo gli occhi seccato, cadendo sul posto che Harry ha appena lasciato. Gli altri quattro ragazzi si appoggiano dietro Rusty, aggirandosi attorno a lui come api intorno ad un fiore. "Comunque Tommo, quindi per la tua festa domani..."
"Oh sì, e allora?" Louis chiede ansiosamente, spostando il suo peso sul sedile di cuoio. L'unico motivo per cui ha deciso di organizzare una festa per il suo tredicesimo compleanno in primo luogo è perché così ha una scusa per invitare i suoi compagni di squadra e così forse guadagnare altri punti con loro. A dire il vero, a Louis non interessa davvero festeggiare il suo compleanno, perché cosa c'è da festeggiare? Tredici è un'età terribile e se Louis potesse fare a modo suo, preferirebbe semplicemente saltare completamente quell'età.
"Non so. Insomma, ci piacerebbe venire... credo." Rusty scrolla le spalle con noncuranza, giocando con una cannuccia abbandonata. "Ma il Coach ci sta con il fiato sul collo perché vuole che miglioriamo i nostri voti prima dell'inizio del prossimo semestre. Ci sta facendo fare un sacco di compiti. È davvero un casino, fratello."
Non è un segreto che i ragazzi popolari, e soprattutto i giocatori di calcio, abbiano i voti più insignificanti e bassi nella scuola. A Louis piace pensare che non sia perché sono stupidi o qualcosa del genere, ma perché sono semplicemente troppo fighi per la scuola. Hanno cose migliori da fare che preoccuparsi di ottenere voti alti. È ammirevole, secondo l'opinione di Louis, a cosa serve comunque il calcolo della radice quadrata di quattrocento, o la memorizzazione della tavola periodica nel mondo reale? A niente.
"Giusto, quindi..."
"Quindi sì, è un lavoraccio... siamo totalmente sommersi da compiti, sai? Non abbiamo molto tempo per fare qualcos'altro..."
"Oh." Louis annuisce, chinando leggermente la testa mentre capisce l'antifona. "Quindi non verrete?"
"Non so, voglio dire... so che la scadenza è per dopo le vacanze di Natale, ma... è davvero troppa pressione per me e con le vacanze e tutto... Non so..." Rusty scrolla ancora le spalle, guardando Louis da vicino per una risposta. "E uh... Brady ha lo stesso problema, quindi probabilmente non può venire nemmeno lui." Aggiunge consapevolmente, in un modo quasi calcolato. "Peccato, perché mi ha detto che ci tiene davvero a venire. Peccato..."
E il fatto è che... Louis è innamorato di Brady, l'altro capitano della squadra, dalla prima media. Non per essere cliché o qualcosa del genere, ma è letteralmente il ragazzo più bello della scuola, e questa è la sacrosanta verità. E non solo è ingiustamente attraente per la sua età, ma è anche assurdamente talentuoso in campo, ed è quasi garantito il fatto che firmerà per giocare in una squadra di calcio professionista prima ancora di diplomarsi. Fondamentalmente, è un dio tra gli uomini mortali. È un'affermazione troppo drammatica? Probabilmente, ma è del tutto vero per quanto riguarda Louis.
E, naturalmente, lui e Brady sono amici e tutto, sono ottimi compagni di squadra. Semplicemente non è quello che Louis vorrebbe che fossero. E questo, probabilmente – sicuramente, ha qualcosa a che fare con il fatto che Brady è apparentemente etero, se la serie di fidanzate e le storie che circolano sulle sue avventure di una notte sono di qualche indicazione. Ma chi dice che deve davvero significare qualcosa, in ogni caso? Potrebbe essere interessato ai ragazzi e alle ragazze? Chissà? Forse Brady non vuole etichette? Forse non ha ancora esplorato quel lato di se stesso?
Un ragazzo può sognare, vero? Comunque, Louis sceglie di mantenere viva la speranza, non importa quanto poco saggio possa essere a lungo termine. Inoltre, Louis non è nemmeno sicuro di quale sia la sua preferenza, non ha ancora del tutto compreso a pieno i dettagli della sua sessualità. Ma sua madre dice sempre che la risposta arriverà con il tempo e in questo momento, quello che sa è che ha una grande cotta per Brady. E qualunque cosa possa fare per avvicinarsi a lui, Louis lo farà sicuramente. Questa festa potrebbe essere l'occasione di Louis per convincere Brady a notarlo.
A notarlo davvero.
"Potrei... uhm... potrei aiutarti." Louis si ritrova a dire prima ancora di elaborare le sue parole. "Così che, uhm... tu e Brady magari abbiate più tempo per venire... forse?"
"Ah, potresti davvero, amico?" Rusty si sporge avidamente sul tavolo. "I ragazzi lo apprezzerebbero tanto."
"Sì, uh, non è un problema." Louis si affretta a dire, scrollando le spalle come se non fosse un grosso problema.
"Sei un campione, Tommo. Che leggenda." Rusty salta dalla panca per dargli una pacca amichevole sulla spalla e stringerla poi piano. "Aspetta che lo dica a Brady. Ti amerà per sempre."
Louis non può fare a meno di sorridergli sognante, quasi sciogliendosi all'idea. Almeno fino a quando Rusty non schiocca le dita e gli altri ragazzi lasciano cadere un'enorme pila di fogli e appunti sul tavolo, ridestandolo dai suoi pensieri.
"Tutto questo?" Louis sbatte le palpebre di fronte alla colossale pila di compiti davanti a lui. Certo, ha accettato di aiutarli, ma ciò non vuol dire che avrebbe fatto tutto lui. Questo è davvero troppo, però.
"Sì, ma non sarà un problema, vero?" Rusty si sporge in avanti, con un sopracciglio alzato.
"No, no ovviamente no. No. Posso farcela." Louis scuote la testa, raccogliendo frettolosamente i fogli e inserendoli nello zaino.
"Bene." Rusty sorride lentamente, tornando alla sua massima altezza. "Quindi ci vediamo domani allora. Alle sette, giusto?"
"Sì. Alle sette, si. Sì- giusto." Louis annuisce stupidamente, stringendosi in grembo lo zaino imbottito. Perché non riesce mai a parlare normalmente quando è con Rusty e i ragazzi? Balbetta sempre ed incespica con le parole. È così imbarazzante. Se continua così non penseranno mai che sia un tipo figo.
"Va bene ragazzi, andiamo." Annuncia Rusty, già dirigendosi verso la porta mentre gli altri si affrettano a seguirlo come cani da pastore. "Ci si becca più tardi, Tommo."
Una volta solo, Louis emette un respiro pesante, sfregandosi le mani sul viso e tra i capelli. Si prende un piccolo momento per raccogliere le idee e capire cosa è appena successo, prima di indossare il cappotto e poggiarsi sulle spalle lo zaino ridicolmente pesante.
"Ciao, amore." Lucille lo saluta dolcemente da dietro il bancone mentre Louis si avvicina all'uscita. "E se non ci vediamo, ti auguro di passare un meraviglioso compleanno."
"Grazie, Lucille." Louis le sorride calorosamente, salutandola con la mano mentre spinge la porta della tavola calda per uscire.
La fresca aria di dicembre colpisce il suo viso non appena mette piede fuori. Stringe più forte la giacca attorno al corpo mentre cerca Harry. Lo vede appoggiato contro il lato dell'edificio in mattoni, mentre calcia distrattamente con i piedi alcune pietre vaganti.
"Mi dispiace, Harry." Si scusa Louis mentre si avvicina al suo migliore amico.
"Sì, come ti pare," Harry scrolla le spalle, allontanandosi dal muro per incontrare Louis a metà strada. Rimane in silenzio per un momento, mordendosi il labbro inferiore prima di parlare. "Sai... non hai davvero bisogno di loro, Louis."
"Tranne per il fatto che non è così." Louis risponde all'istante mentre iniziano a camminare lungo la strada asfaltata, percorrendo il loro solito percorso verso casa.
"Per loro sei solo Tommo. A loro non importa nemmeno di te come persona."
"No, ma gli importa di me come atleta. Ho bisogno di loro se voglio davvero avere una chance per giocare nella squadra e guadagnarmi almeno dieci minuti in campo. Come potrei mai diventare un professionista un giorno se non dovessi mai nemmeno toccare un pallone?"
"Louis, sei entrato nella squadra senza il loro aiuto, lo sai?" Gli ricorda Harry acutamente. "Ti sei praticamente ucciso allenandoti ed esercitandoti, e ce l'hai fatta. Hai fatto tutto grazie alle tue forze. In nessuna parte del manuale del calcio si dice che devi per forza baciare il culo agli atleti senza cervello della squadra."
"Sono i miei amici, Harry!" Sospira esasperato Louis, gettando indietro la testa. "Giochiamo nella stessa squadra, siamo compagni!"
"Brady e Rusty e tutta la loro banda di stupidi leccapiedi non sono altro che dei palloni gonfiati." Insiste Harry amaramente, fermandosi.
"Oh, prendi un calmate, Haz. Non essere un guastafeste." Louis colpisce scherzosamente il braccio di Harry, unendo le loro braccia e costringendolo a continuare a camminare lungo il sentiero di ciottoli. "Sì, Rusty è un po' un coglione, ma devi almeno ammettere che Brady è sexy. Assurdamente sexy."
Harry arrossisce leggermente, abbassando la testa. "Voglio dire sì... certo... immagino di sì... ma è comunque piuttosto stupido, non credi? Non è diverso dagli altri."
"Non è stupido," Louis lo difende automaticamente, fermandosi lui stavolta e districando il braccio da quello di Harry. "È davvero, davvero figo e non ha bisogno di parlare molto per far capire quanto vale. È soprattutto questo."
"È una testa vuota." Lo corregge Harry, le labbra increspate con disapprovazione. "Solo perché è più grande non significa che sia più figo. In effetti, conferma definitivamente che è solo più stupido."
Louis scuote la testa, le mani strette nelle tasche mentre riprende a camminare. "Non è vero."
"Dai, il ragazzo ha quindici anni e fa ancora parte della nostra classe. Quante volte ancora verrà bocciato? Non è di certo il tipo più brillante del mondo." Harry continua, accelerando il passo per recuperare il ritmo più veloce di Louis.
"Ha quindici anni ed è sexy da morire, quindi credo che nessuno si lamenti del fatto che sia rimasto nella nostra scuola." Afferma Louis, rifiutando di ammettere qualcosa sull'intelligenza di Brady- o sulla mancanza di essa, in questo caso. "Ad ogni modo, oltre al fatto di essere splendido, ha anche un grande talento. È il miglior centrocampista della squadra."
"Tu sei migliore di lui," insiste Harry categoricamente, senza batter ciglio. "Sono venuto ad ogni tua partita e tu hai molto più talento di ognuno di loro. Lo sanno anche loro, ecco perché ti tengono stretto."
Louis non può fare a meno di sbuffare un po' dopo quelle parole. Harry ha tutte le buone intenzioni di questo mondo e ha sempre tanta fiducia in lui e nelle sue capacità, sostenendolo e lodandolo in ogni momento. È la cosa più dolce di sempre e Louis adora Harry per questo, se solo fosse vero. "Grazie per la tua fiducia, Haz."
"Sono serio, Lou. Stai meglio senza di loro."
Louis fa scivolare un braccio attorno alla vita di Harry, rannicchiandosi contro di lui. "Harry, solo perché sto facendo nuove amicizie non significa che non sei più il mio migliore amico," gli ricorda gentilmente con la testa appoggiata sulla sua spalla. "Sei la mia persona preferita al mondo, ma non dobbiamo fare ogni singola cosa insieme."
"Si, lo so. Lo so." Harry annuisce lentamente, lo sguardo rivolto verso il basso mentre finalmente raggiungono le loro case, ovviamente vicine. Si fermano lungo il marciapiede, girandosi l'uno verso l'altro. "Vuoi venire ad ascoltare il nuovo album di George Michael? La mamma mi ha regalato l'LP come regalo di Natale in anticipo."
Tutti continuano a insistere sul fatto che il vinile sia ormai completamente morto e che non tornerà mai più di moda. Adesso la nuova moda sono cassette e CD. Ma Harry si rifiuta di accettarlo. Continua a parlare di come il suono digitale non potrà mai essere comparato alla qualità unica e alla misura acustica del suono analogico. E onestamente ha ragione.
"Perché non lo porti da me?" Suggerisce invece Louis, indicando dietro di sé con il pollice verso casa sua. "Devo preparare alcune cose per domani." E con questo intende, purtroppo, che deve finire la montagna di compiti dei suoi compagni di squadra.
"Ok." Harry non se lo fa ripetere due volte.
Louis e Harry non si sono ancora mossi per separarsi ed andare ognuno a casa propria, ed è perché hanno questa specie di rituale quando si salutano. Non sono davvero sicuri del perché sia ​​iniziato, ma ha tutto a che fare con il modo in cui si sono incontrati. Nessuno dei due lo ricorda completamente, ma quando la famiglia di Louis si è trasferita per la prima volta nella porta accanto, sua mamma lo ha mandato a mangiare fuori il suo spuntino pomeridiano mentre lei finiva di disimballare le scatole. Louis si è seduto da solo sulla veranda con una ciotola di salatini a forma di animali in grembo.
Dall'altra parte del cortile, ha visto un ragazzino dai capelli ricci giocare con una palla. Non è molto bravo, assolutamente non coordinato, ma si divertiva. Probabilmente fin troppo, perché ha finito per calciare la palla troppo forte, facendola schizzare direttamente verso la veranda di Louis e colpendolo, facendo cadere i suoi cracker su tutto il marciapiede. Il ragazzo riccio ha sussurrato un "Oops" dispiaciuto e sincero, gli occhi incredibilmente spalancati per il senso di colpa e una mano serrata sulla bocca spalancata. Ma Louis si è sentito così eccitato del fatto che ci fosse un ragazzo della sua età che vive proprio accanto a lui, che non si è nemmeno arrabbiato per i suoi salatini rovesciati. Invece, si è messo a correre più veloce che ha potuto per salutare il riccio con un ansioso "Ciao!"
E da allora, sono sempre insieme, sempre uniti. Così tanto che, ogni volta che si separano, si salutano con quelle due paroline che si sono scambiati la prima volta che si sono conosciuti. Chiamateli sdolcinati, chiamateli come volete, ad Harry e Louis non importa davvero. È una cosa tutta loro. Lo è sempre stato, lo sarà sempre.
Man mano che sono cresciuti, questa abitudine è cresciuta con loro, e hanno preso a scriversi quelle due parole con le dita nei loro palmi; creando la propria strana interpretazione di una stretta di mano segreta. Entrambi si sono stancati delle persone curiose che chiedono loro perché si dicono sempre "Oops" e "Ciao." E quindi, hanno iniziato a scarabocchiarsi dolcemente con le dita quelle parole sulle loro mani, e così è diventata più una cosa privata tra loro.
A volte ad Harry piace giocare e prendere in giro Louis. Scrive parole diverse che sono simili a "Oops" come ad esempio "Poop" o "Hoop", per vedere se Louis noterà la differenza. E ovviamente Louis lo nota sempre.
Ma Louis non è migliore quando si tratta di diventare creativi. Lui a volte scrive "Ciao" all'incontrario o, se si sente particolarmente intelligente, lo scrive in diverse lingue e fa indovinare ad Harry quale sia. Louis ama anche disegnare piccoli ghirigori invisibili sul palmo di Harry e guardarlo infuriarsi quando non riesce a capire. Quindi il riccio cerca sempre di vendicarsi, ma tutto ciò che disegna, Louis lo indovina sempre. Probabilmente perché Harry disegna così bene che rende il tutto troppo ovvio.
È diventato sempre più un gioco tra loro due, così come un saluto vero e proprio. I saluti sono sempre una cosa temporanea per Harry e Louis, non durano mai molto a lungo, quindi a loro piace divertirsi il più possibile.
Senza nemmeno pensarci due volte, Louis offre la mano destra a Harry, in piedi l'uno di fronte all'altro, con le punte dei piedi che si sfiorano.
Harry gli prende la mano, girandola per esporre il palmo. Scolpisce facilmente le quattro lettere sulla pelle di Louis, senza preoccuparsi di aggiungere qualcosa di creativo questa volta, in quanto è un saluto davvero breve.
Oops...
Una volta che Harry ha finito, Louis gira la mano di Harry tra le sue e traccia la frase di risposta con il dito indice, decidendo all'ultimo minuto di aggiungere un faccino sbilenco alla fine.
...Ciao
Harry sorride calorosamente, intrecciando le dita attorno a quelle di Louis e facendo oscillare le mani unite tra loro. "Arrivo tra un'ora, lascia la finestra aperta."
"È sempre aperta per te." Ricorda Louis.
Le camere da letto di Harry e Louis sono l'una di fronte all'altra, ubicate al secondo piano con una distanza di circa dieci metri tra le loro case. In mezzo a quello spazio, tuttavia, si trova un'enorme quercia con i rami più belli e robusti, perfetti per arrampicarsi o rilassarsi. 
La cara vecchia Martha Green, è così che la chiamano.
O in realtà, è come Harry l'ha nominata in modo casuale all'età di sei anni. Un giorno, Harry ha alzato gli occhi sul delizioso vecchio albero e ha deciso che sarebbe stata perfetta per poter arrampicarsi, e che Martha Green sarebbe stato un nome perfetto. E così è stato. Louis non lo ha mai messo in discussione. In realtà è d'accordo con il riccio.
Martha non serve solo come luogo di ritrovo più prezioso, ma è anche il ponte perfetto tra le camere da letto di Harry e Louis. Si arrampicano avanti e indietro per raggiungere le finestre l'uno dell'altro, anche senza che nessuno dei loro genitori lo sappia. Sebbene Louis sia abbastanza sicuro che sua madre sia ben consapevole della situazione. Tuttavia, la madre non ha mai avuto problemi con questo perché adora assolutamente Harry, e lo ha sempre trattato come un figlio. Anne fa lo stesso con Louis, preoccupandosi e viziandolo tanto quanto fa con gli altri suoi figli.
Harry è una delle uniche costanti nella vita di Louis, l'unica persona a cui può rivolgersi per qualsiasi cosa in qualsiasi momento. A volte, quando sua madre e Mark litigano, e le discussioni diventano sempre più forti, Louis sgattaiola fuori dal letto e si arrampica sui rami di Martha per raggiungere la stanza di Harry, scivolando silenziosamente nel letto con lui. Harry non gli ha mai chiesto nulla a riguardo; semplicemente apre le sue braccia come un rifugio sicuro, sempre a completa disposizione. Si rannicchia contro Louis e lo tiene stretto fino a quando quest'ultimo non si sente abbastanza sicuro da addormentarsi, e se Louis ha bisogno di parlare o anche di piangere, Harry è sempre lì a sostenerlo.

Now In A Minute (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora