IV. L'amour nous gardera en vie

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Casa Styles, Parigi, 28 settembre, ore 10:37

CAPITOLO 10:
"Sono innamorato di te, e non sono il tipo da negare a me stesso il semplice piacere delle cose vere. Sono innamorato di te, e so che l'amore non è che un grido nel vuoto, e che l'oblio è inevitabile, e che siamo tutti dannati e che verrà un giorno in cui tutti i nostri sforzi saranno ridotti in polvere, e so che il sole inghiottirà l'unica terra che avremo mai, e sono innamorato di te."

Erano trascorsi poco più di dieci giorni dall'ultima volta che Harry e Louis si erano visti. Quel giro al Louvre era arrivato talmente inaspettatamente che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato un cambiamento così radicale, ma entrambi sembravano essere stati in grado di coglierlo, e ogni cosa sembrava finalmente aver assunto una piega positiva.

Ma quel martedì mattina di inizio autunno Louis si era risvegliato in una stanza che non sembrava essere quella del suo albergo.

Un soffitto fatto di travi di legno messe in obliquo, un oblò contro la parete di pietra e un caminetto all'angolo.

Harry.

Louis che si era precedentemente sollevato sui gomiti per capire dove si trovasse si lasciò nuovamente cadere sul cuscino, con un sorriso tenero stampato sul volto.

Prese anche il cuscino di Harry e lo strinse forte, fino ad aspirarne il profumo in modo che gli raggiungesse i polmoni e lo invadesse completamente.

Quando decise di alzarsi dal letto strisciò rapido i piedi giù dalle scale.

La casa era deserta, Harry probabilmente era andato a lavoro e solo il silenzio teneva compagnia al maggiore. Si avvicinò al tavolo e accese il cellulare. Erano quasi le 11.

Harry finiva il turno a mezzogiorno.

Si trascinò fino al frigo, e per poco non cadde per terra.

Harry aveva lasciato un biglietto attaccato, un cartoncino rosa con un invito palese ad uscire.

E se ormai gli capitava spesso di frequentarsi, di finire a dormire a casa dell'altro, di andarsi a trovare a vicenda, nessuno dei due aveva mai tirato fuori il discorso della loro 'relazione'.

Non c'era mai stato un bacio vero e proprio, a parte quello rubato da Louis al museo e i lievi tocchi di labbra di pelle di Harry. Non si erano ancora mai concessi all'altro, ma vivevano in una dimensione tutta loro, e non sembravano aver fretta di fare le cose.

"A mezzogiorno davanti alla libreria. Vestiti elegante.
Mi manchi, Harry <3"

Non ebbe tutto il tempo di realizzare quello che Harry gli aveva scritto, il tono affettuoso che aveva usato. Louis era troppo impegnato a fissare le prime parole del biglietto, un rivolo di sudore lungo tutta la schiena.

Merda. Mancava un'ora, lui era ancora in pigiama e la libreria non così vicina a casa. E Louis era a piedi.

Iniziò a correre per tutta la casa, nel tentativo di trovare qualcosa di decente da mettersi. Non sapeva quale fosse la destinazione ma gli importava relativamente. I vestiti di Harry erano tutti estremamente larghi, con dettagli fatiscenti che solo addosso a lui stavano bene.

Eccome se gli stavano bene.

Frugò in ogni cassetto e in ogni mobile, finché finalmente riuscì a scovare qualcosa.

Bingo.

Uno smoking blu notte al fondo del cassetto, che sembrava relativamente più piccolo degli altri.

Corse nuovamente al piano di sotto e si precipitò in bagno, mentre prendeva il telefono in preda a un'idea improvvisata.

La sua ultima spiaggia.

Couleurs entre vos pages brûlées | LSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora