Capitolo 7

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Ormai non sentiva più la pioggia che gli bagnava i capelli, l'asfalto bagnato o i vestiti fradici, sentiva solo lo squarcio che aveva nel petto.
Il tempo si era fermato proprio nel momento in cui aveva capito che aveva perso troppo tempo, che stava per perderla seriamente.

La loro relazione non era un gioco, forse se n'era accorto troppo tardi.
Aveva tralasciato troppe cose, eppure aveva sempre pensato di star facendo la cosa giusta.

La sua vita stava precipitando, si erano distrutti a vicenda, piano piano, a causa di una gelosia insensata e di troppe incomprensioni.
Avevano esagerato.
Ormai gli tremavano le mani perché una cosa del genere non era mai capitata, nemmeno nelle rappresentazioni teatrali a cui avevano partecipato.
L'angoscia cominciava a pervaderlo completamente, senza lasciargli una via di fuga.

Era partito sgommando, senza badare alle grida di Cat o a quelle di Tori.
Entrambe volevano che tornasse indietro, sicuramente per ragioni diverse.

Lui stava per baciare Tori...
Tori Vega...

Era caduto troppo in basso, la storia si stava ripetendo e lui non aveva fatto niente affinché qualcosa cambiasse.
Certo, c'aveva pensato Jade...

Jade...
Non se l'aspettava, la paura di perderla, di arrivare troppo tardi, il terrore di non poter fare più nulla...no, non se l'aspettava.
Odiava quella sensazione di vuoto, odiava Andrè che l'aveva accompagnata a quel maledetto aeroporto, odiava se stesso perché era stato così stupido da farsi scappare la persona più importante della sua vita e odiava anche lei, odiava Jade perché se n'era andata, comportandosi come una bambina.

Spinse con forza il piede sull'acceleratore mentre le lacrime cominciavano ad offuscargli la vista.
Con un gesto rabbioso si passò una mano sulla guancia, provando a calmarsi.
Lei non l'avrebbe mai perdonato.
Fermarla? Certo.
Ma a quale scopo?
Per gli altri la loro era sempre stata una relazione tossica, continui tira e molla, litigi,urla...
Forse avevano ragione.

Non voleva perderla di nuovo, questo era certo,non sarebbe riuscito a sopportarlo.
La situazione gli stava sfuggendo di mano, stava andando troppo veloce, aveva imboccato delle stradine di Los Angeles che pochi conoscevano, piene di curve e solchi.
Rallentò di poco, non poteva permettersi di morire in una situazione del genere, aveva ancora una speranza.
Andrè era con lei, avrebbe messo da parte l'orgoglio, Jade era più importante.
Prese il telefono dalla tasca dei jeans e compose quel numero che fortunatamente conosceva a memoria.
Uno
Due
Tre
Quattro
Andrè aveva tutto il diritto di avercela con lui, aveva sbagliato, era stato egoista, ma adesso aveva bisogno del suo aiuto,per l'ultima volta.

<<Beck? >>
Il dolore nel petto si alleviò di poco. Nonostante la rabbia che provava, riuscì a percepire il tono confuso del musicista.

<<Andrè, ti prego non riattaccare,è importante. Jade è già partita? >>

<<N-non lo so,noi abbiamo litigato. Forse no, penso di no>>

Stava piangendo?
Jade stava causando più dolore di quanto si sarebbe mai immaginato.
Era entrata nel cuore di ognuno di loro, in modi diversi.

<<Va bene, sto arrivando>>

<<Okey, ti aspe->>

Chiuse la chiamata, appoggiando la mano sul sedile accanto a lui.
Si stava giocando tutto.

Abbassò di poco il finestrino,sperando che il vento riuscisse ad attenuare il bruciore che aveva dentro.

Era quasi arrivato, eppure non si sentiva pronto.
Lo sapeva, stava perdendo inutilmente del tempo troppo prezioso, e se ne sarebbe pentito.
Ma non voleva ritornare a convivere con un amore malato, perché sì, quello lo era.
E loro due lo sapevano, Jade lo sapeva, se n'era andata per questo.
E lui l'amava troppo per farle del male,le aveva già spezzato il cuore una volta, non l'avrebbe rifatto.
Appoggiò la testa sul volante, mentre una lacrima gli rigava il volto.
Faceva male,tanto.
Ma era giusto così.
Dovevano avere entrambi la possibilità di essere felici.
Erano stati forti nella loro debolezza,ma si erano arresi proprio sul più bello.
Era finita.

Ormai era troppo tardi per tirarsi indietro, un aereo stava prendendo quota nel cielo, segnando definitivamente la loro distanza.
Proprio come lui, una ragazza guardava fuori dall'oblò, singhiozzando silenziosamente.

Si erano persi di nuovo, questa volta per sempre.

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