Capitolo 1

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-Aurora ti sbrighi con quella piastra? Serve anche a me!-, urlò Martina dalla sua camera, incitando una delle sue migliori amiche a muoversi.

-un momento, ho quasi finito-, sbuffò Aurora all'ennesimo richiamo, alzando gli occhi al cielo.

-sai com'è quella rompipalle-, la assecondò Anna, alzando la voce alle ultime parole per farsi sentire da Martina.

-tu sempre gentilissima, e poi dovresti essere dalla mia parte-, Martina fece il suo ingresso nella camera di Aurora, in quel momento sembrava essere una sala riunioni.

Tutte e sei le coinquiline erano lì, Maria Sole stava indossando la sua collana ad uno specchio, Gioia aiutava Anna con la zip del vestito e, mentre Martina aiutava Aurora a sbrigarsi con la piastra da lei tanto attesa, Sofia fissava il suo riflesso allo specchio.

-ragazze, dobbiamo andare in uno dei ristoranti più conosciuti e celebri di Roma, non facciamo figure di merda, stasera sono propensa a trovare la mia anima gemella-, prese parola Martina, facendo ridere tutte, o quasi.

Sofia era ancora lì, quel vestito blu lungo fino al pavimento e succinto in vita non la convinceva per niente, nonostante tutte le parole di convinzione del suo gruppo di amiche al momento dell'acquisto.

-se po' sapè che cazzo guardi? Sei una meraviglia, basta mo che stai a consumà 'sto specchio-, Maria Sole prese parola, apparendo alle spalle di Sofia e destandola dai suoi pensieri.

-Mary e la sua delicatezza, prossimamente in tutti i cinema d'Italia-, sospirò la bionda allontanandosi finalmente da quello specchio.

-amò viè qua, 'ndo voi annà te così?-, Martina sbarrò gli occhi alla vista del viso di Sofia acqua e sapone.

-non voglio truccarmi, io neanche voglio venirci a questa festa-, ribattè prontamente l'altra, beccandosi gli sguardi furiosi di tutte le sue amiche.

-dove va una di noi, vanno tutte, e poi non vorresti sprecare tale bellezza in una serata così-, disse Gioia indicando da capo a piede Sofia, spostando poi la mano verso la finestra, da cui si intravedevano, in lontananza, i fuochi d'artificio che coloravano il cielo buio e che stavano a segnare l'inizio della tanto attesa festa.

Sofia quasi non scoppiò a ridere per l'immensa bellezza appena citata dall'altra bionda del gruppo, poi lasciò la camera di Aurora per raggiungere la sua, prendendo tra le mani i tacchi che subito mise ai piedi.

-ehi, che hai?-, la voce di Martina ruppe il silenzio che si era creato attorno a lei.

-ehi-, Sofia alzò lo sguardo, guardando la sua amica raggiungerla e prendere posto sul letto.

-lo sai-, sbuffò poi per l'ennesima volta in quella giornata, alzandosi dal letto.

-non voglio venire, queste cose non fanno per me, questo vestito, i tacchi, voi siete stupende e io...-, continuò, venendo interrotta dalla sua amica.

-e tu sei più bella di tutte noi messe assieme-, si alzò anche lei, raggiungendola davanti l'armadio.

-svuota la mente, non pensare a niente, sei stupenda, questo vestito sembra che ti sia stato cucito addosso e con questi capelli sei una meraviglia, smettila di convincerti di essere il contrario, sei bella così e non lo puoi negare o, se proprio vuoi farlo, non davanti a me, ma almeno per stasera convinciti che sia così, almeno per stasera divertiti per davvero, fallo per me, per le altre e soprattutto per te-, Martina terminò il discorso puntandole l'indice al petto, facendola sorridere con gli occhi colmi di lacrime.

-vieni qui-, aggiunse accogliendola tra le sue braccia, stringendola forte a sé.

-si è spostata qui la festa?-, chiese Maria Sole che, passando davanti la camera di Sofia, vide le due abbracciarsi.

In poco tempo erano tutte lì, tutte strette tra le braccia delle altre, più che un abbraccio di gruppo sembrava volessero diventare un tutt'uno per quanto si stringevano.

Quell'amicizia non poteva essere paragonata a nessun'altra, erano cresciute insieme sin da piccoline ed erano riuscite a realizzare uno dei loro tanti sogni, andare a convivere tutte nello stesso appartamento.

Quelle sei ragazze si erano incontrate per caso, forse un caso neanche esisteva, il punto è che si erano trovate senza cercarsi, si capivano senza parlare, piangevano e ridevano insieme, tutto ciò che riguardava una di loro riguardava tutte, le emozioni provate da una sembravano essere condivise da tutte in quella casa, erano ormai sei ragazze con un unico cuore, che bastava a tutte per poter dire di essere davvero complete.

[...]

-che ansia-, parlarono Aurora e Sofia allo stesso momento, era la frase che ripetevano più spesso, oltre a ho fame e ho sonno.

Scoppiarono a ridere per quell'affermazione, prima di seguire il resto del gruppo all'interno del locale.

Lampadari tempestati di gemme brillavano dai soffitti alti, dai tavoli gremiti di gente si innalzava un chiacchiericcio, tutti indossavano abiti lunghi e smoking e le luci offuscate, spezzate da quelle colorate che davano un pò più di vita alla festa, facevano da padrone.

-quello è il nostro tavolo-, disse Anna indicando un tavolo un pò più appartato in tutta la sala, dopo aver fatto una smorfia alla vista di un ragazzo che la guardava.

-carino il tipo-, la stuzzicò Martina tirandole una gomitata proprio sul fianco.

-andiamo a sederci che è meglio-, ribattè la mora incamminandosi verso i loro posti.

Una volta sedute si guardavano intorno, quel posto era immenso e i loro bicchieri erano pieni del prosecco di benvenuto, che poco a poco sorseggiavano.

-io vado a prendere un altro paio di drink-, annunciò Martina alzandosi.

-ma noi abbiamo ancora questo-, Maria Sole le mostrò il bicchiere ancora mezzo pieno di prosecco.

-infatti sono entrambi miei-, alzò le spalle la mora, prima di voltarsi e raggiungere l'angolo bar.

-quella lì ha già adocchiato il barista-, sospirò Aurora prima di alzarsi e seguire l'altra, prevenendo qualche figuraccia e qualche drink di troppo.

-hanno messo la musica, andiamo a ballare?-, chiese Gioia mettendo le mani a mò di preghiera.

Anna e Maria Sole annuirono, invitando Sofia a seguirle ma quest'ultima negò con la testa, riprendendo a bere il suo prosecco.

-Sofì e vieni 'npò-, cercò di convincerla Maria Sole.

-no Mary, non mi va-, al nuovo rifiuto della bionda, le tre si allontanarono dal tavolo, lasciandola sola.

Chissà se da qualche parte c'era una via d'uscita anche per lei, chissà se aveva la possibilità di scappare in qualche parte del mondo in cui poter essere sé stessa, oltre la casa in cui viveva, chissà se esisteva uno scorcio in cui anche lei poteva essere felice e basta.

Scelgo le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora