-Niccolò-, Sofia cercò di richiamare l'attenzione del moro, ancora con lo sguardo rivolto verso la finestra.
-Niccolò?-, ripeté, sembrava essersi perso in un mondo tutto suo.
-stai bene?-, gli chiese quando finalmente il suo sguardo riuscì a sfiorare quello di Niccolò.
-sto bene-, rispose con tono pacato.
I loro visi non erano vicini, Sofia temeva stretta tra le mani la sua tazza e non c'era alcun contatto fisico tra loro, aveva immaginato tutti gli ultimi istanti.
-bella la tua storia delle stelle-, si complimentò alzandosi e bevendo la sua bevanda tutta d'un sorso.
Posò la tazza nel lavabo, nel mentre anche la bionda terminò la sua cioccalata, successivamente tolse dal fuoco le castagne ormai pronte.
Niccolò prese posto sulla poltrona posta accanto al divano, non gli andava di starle vicino, fino a quel momento non aveva mai pensato ad alcuna ragazza e quella sera si ritrovò addirittura ad immaginare un bacio tra loro, con la consapevolezza dei loro sentimenti, quando lui non sapeva minimamente cosa provava lei.
Sofia invece prese posto sul divano, posò la ciotola che conteneva le castagne sulle gambe e ne prese un paio che porse a Niccolò.
-grazie-, parlò lui prendendole e passandole velocemente da una mano all'altra dato che scottavano.
-sei sempre così?-, chiese la ragazza per poi mangiare una castagna.
-così come?-, chiese Niccolò in risposta, aggrottando la fronte.
-così, ora sei interessato ad una cosa e l'attimo dopo il tuo interesse si perde, sei sempre così contraddittorio con te stesso?-, specificò Sofia, alludendo al suo stupore per i sogni e le stelle e per il suo disinteresse di ciò l'attimo dopo.
-sarei incoerente?-, chiese ancora il moro.
-non ho detto incoerente-, ridacchiò lei.
-è come se i tuoi gusti cambiassero nel giro di un attimo, prima stavo parlando dei miei sogni e sembravi molto interessato, poi però con un semplice apprezzamento per ciò che ho detto hai liquidato il discorso-, continuò Sofia, puntando al mirino delle sue parole.
Niccolò non rispose, dilungando qualche attimo di silenzio tra loro, e Sofia portò lo sguardo sull'orologio appeso alla parete che segnava le due di notte.
In silenzio si alzò e sotto lo sguardo di Niccolò, che la guardava di sottecchi, raggiunse l'angolo cucina, dove lasciò la ciotola con le castagne sul piano e lavò le due tazze.
-potevi lasciarle lì-, spezzò il silenzio il ragazzo, mettendosi più comodo sulla poltrona.
-rilassati pure tranquillo, qui ci penso io-, ribatté Sofia voltandosi verso di lui, con un sorriso di sfida in volto.
-si si, mi sto rilassando, non vedi?-, non le avrebbe mai lasciato avere ragione o vincere in qualche modo quella specie di sfida tra loro, il suo orgoglio e il suo ego erano troppo grandi da poter scavalcare e lasciarli dietro le spalle.
Una notifica sul suo cellulare fece illuminare lo schermo e entrambi sgranaroni gli occhi, come poteva arrivar loro qualcosa se di rete non ce n'era in nessun angolo di quel posto?
Niccolò recuperò il cellulare, ridacchiando alla vista di uno dei tanti messaggi che gli arrivavano ogni giorno, quei bigliettini con su scritti numeri di cellulare si trasformavano ben presto in altro ed era raro che le stesse ragazze non si facevano più sentire.
-prende? Il tuo telefono prende?-, chiese subito Sofia correndo verso di lui, sfilandogli il cellulare dalle mani.
-dammi il telefono-, si allarmò subito Niccolò, concentrandosi poi sull'espressione schifata che la ragazza teneva in viso nel leggere di un appuntamento fissato da chissà chi in un hotel di Roma.
-bene, ora chiamo Martina così avvisa Stefano che ci troviamo qui-, prese parola lei digitando il numero della sua amica e aspettando che quest'ultima rispondesse.
-ti trovi qui con me, non è un male-, ammiccò Niccolò sorridendo, Sofia l'avrebbe volentieri preso a schiaffi se non fosse stato per quel viso che aveva e che ai suoi occhi risultava perfetto.
-no, si è persa la linea, di nuovo-, disse disperata la bionda quando cadde la linea, cercando di recuperarla in ogni modo, persino salendo in piedi sul divano e a cavalcioni sulla sua spalliera.
-così cadi, la vuoi smettere?-, la riprese il moro.
-e tu vuoi smetterla di parlare?-, rispose Sofia scendendo da lì, arresa al fatto che quella notte ormai era persa in quella casetta.
-tieni-, gli passò il cellulare, non prima di esser tornata alla sezione messaggi.
-adesso potevo essere in quest'hotel, invece per colpa della tua mappa mi trovo qui, in una casa sperduta-, si lamentò Niccolò mettendo da parte il cellulare e posando la testa alla spalliera della poltrona, chiudendo gli occhi.
-mi dispiace averti fatto perdere la tua magnifica notte in hotel-, disse sarcastica Sofia, sdraiandosi sul divano e posando la testa su uno dei cuscini lì presenti.
-e comunque non è stata colpa mia, ma del tuo scarso orientamento-, aggiunse chiudendo anch'essa gli occhi.
Niccolò scoppiò in una risata scuotendo la testa, aprendo gli occhi per guardarla.
Con il cappello che aveva in testa e quel maglioncino rosa sembrava davvero una bambina, ai suoi occhi sembrava così ingenua, una ragazza che ancora doveva scoprire gran parte del mondo, una persona che per sorridere le bastava qualche caramella o un semplice abbraccio, pura e ingenua come un fiore, o se voleva, una stella.
-che vuoi? Perché mi guardi?-, gli chiese Sofia, notando lo sguardo del ragazzo fisso su di lei.
-niente, pensavo solo che staresti bene con un vestitino al posto di quei jeans, magari anche non troppo lungo-, gettò una delle sue battute che fece arrossire violentemente la ragazza.
In risposta lei prese un cuscino che gli tirò contro, iniziando a sperare che qualcuno li trovasse prima o poi, più prima che poi, se proprio doveva dirla tutta.
E mentre la bionda si lasciava cullare dalle braccia di Morfeo, Niccolò rimase a guardarla per qualche altro istante, c'era un qualcosa che lo attirava a lei come una falena con la luce, non riusciva a capire però cosa.
Escluso per le notti passate in discoteca o in locali che poi si trasformavano in divertimento, aveva sempre cercato di tenersi alla larga dalle ragazze, l'amore non era un gioco alla mano per lui e mai lo sarebbe stato, tra le sue intenzioni sicuramente non c'era quella di mettere radici con una donna al suo fianco ma, quell'equilibrio che aveva avuto fino a quel momento, cominciava a sbilanciarsi e non sapeva neanche lui il perché.
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Scelgo le stelle
FanfictionNon sempre è tutto come in quella favola che nostra madre ci raccontava da bambine, quella con la trama strappalacrime e il bel finale. A volte la storia può diventare contorta, i sogni che nella favola si esaudiscono, nella vita reale si perdono in...