Capitolo 6

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-le regole quindi sono queste, scegliete un compagno, qualcuno di una squadra diversa rispetto la vostra, addentratevi nel bosco e seguite le frecce, la prima coppia che torna qui con la bandiera, vince-, spiegò il padre di Stefano, che da sempre organizzava giochi e competizioni da far svolgere ai ragazzi.

-con chi andrete?-, chiese Maria Sole guardando Alessandro, uno dei ragazzi del gruppo di Stefano.

-Stefano, ovvio-, rispose subito Martina, raggiungendo poi il ragazzo in questione.

Adriano e Gabriele raggiunsero le ragazze insieme, puntando subito ad Aurora e Gioia, mentre Maria Sole decise di fare coppia con Alessandro, trascinando con sé anche Anna che fece coppia con Valerio.

-e io?-, parlò tra sé e sé Sofia indietreggiando di qualche passo, fino a far combaciare la sua schiena con quella di qualcun altro.

Si voltò subito, ritrovandosi a pochi centimetri dal viso di Niccolò, che vedendola avrebbe solo voluto sprofondare, non era pronto ad una probabile reazione da parte della ragazza nel caso l'avesse riconosciuto.

-voi due andate insieme?-, una voce fece distogliere gli occhi di Sofia da quelli di Niccolò, che si erano incatenati come due anelli di una catena.

-ci vediamo qui tra un paio d'ore-, le ultime parole del padre di Stefano prima del via che fece svuotare quel parco da tutti i ragazzi.

-andiamo?-, chiese la bionda mentre Niccolò pensava e ripensava ad una possibile scusa per svignarsela anche questa volta.

-si, andiamo-, annuì sconfitto, ormai c'era dentro e non poteva uscirne.

Si addentrarono nel bosco, Sofia seguiva la mappa mentre Niccolò camminava un paio di passi avanti a lei, sia per non parlarle troppo sia per garantirle di non incontrare qualche animale che avrebbe potuto spaventarla.

-come ti chiami?-, la ragazza cercò di alleviare la tensione che c'era tra loro, accelerando il passo per ritrovarsi di fianco al moro.

-Niccolò-, rispose lui portando lo sguardo dal lato opposto, l'unica cosa che desiderava in quel momento era tornare allo chalet.

-io Sofia-, disse ancora la ragazza, piegando la mappa e conservandola nella tasca del cappotto che indossava.

-senti Sofia, torniamo al campo? Tanto la bandiera l'avrà già trovata qualcun'altro, stiamo solo perdendo tempo girando intorno-, parlò con tono annoiato Niccolò, ricevendo in risposta l'esatto contrario di ciò che avrebbe voluto sentire.

-certo che no, continueremo a cercare finché qualcuno non ci dirà che abbiamo perso, nel caso non riuscissimo a trovare la bandiera-, ribatté sicura di sé la ragazza, stringendosi nel cappotto dato il freddo che si faceva sentire sempre di più.

-come vuoi-, sospirò Niccolò, l'obiettivo di Sofia era chiaro e di sicuro lui non sarebbe riuscito a distoglierla da esso.

[...]

-Sofì a destra dobbiamo andare-, insisteva Niccolò, era un quarto d'ora abbondante che litigavano sulla via da prendere.

-ma la mappa indica che il sentiero è sulla sinistra-, gli ripeteva lei invano.

-sono anni che vengo in vacanza qui, conosco questo bosco come il palmo della mia mano, andiamo a destra, c'è una scorciatoia-, Niccolò prese la mano di Sofia, seguendo il sentiero da lui indicato.

-Niccolò-, sussurrò Sofia avendo sentito un rumore tra i rami di un cespuglio poco distante da loro.

-cos'era quel rumore?-, chiese alzando il tono di voce quando il fruscio si ripeté, avvicinandosi di più al ragazzo e abbracciando il suo braccio come per proteggersi.

-cos'era? Eh? Un lupo? Un orso? È la nostra fine, me lo sento-, parlava velocemente e il moro non poté trattenersi dalle risate, era così buffa mentre si stringeva a lui spaventata, ma anche così carina e ingenua...

-sarà un animaletto indifeso in cerca di riparo dal freddo e dalla neve-, rispose lui facendole notare la neve che cominciava a cadere su di loro.

-è colpa tua, io ti avevo detto di andare a sinistra ma tu no, andiamo a destra, conosco questo posto, cosa sai Niccolò? Ci siamo persi per colpa tua, non sai neanche dove ci troviamo-, presa dal panico, Sofia cominciò ad urlare contro Niccolò, allontanandosi subito da lui e lasciandolo a bocca aperta.

In quelle parole, però, c'era più verità che altro, come poteva dire di conoscere quel bosco se non sapeva minimamente dove si trovavano? Erano circondati dagli alberi, la neve cominciava a scendere sempre più fitta e il freddo era sempre più pungente.

-urlarmi contro non risolve la situazione-, disse semplicemente Niccolò, non voleva ammetterle per niente al mondo che aveva ragione.

-è colpa tua se ci troviamo qui, ho fame e ho freddo, potevo starmene allo chalet a leggere un libro invece di seguirti in questo gioco-, continuò lei mentre quasi correva alla ricerca di riparo.

-Sofì fermati-, cercò di fermarla Niccolò, era buio e non doveva perderla di vista proprio in quel momento.

Corse nella sua stessa direzione fino a raggiungerla, la fermò e la fece voltare, aveva qualche fiocco di neve tra i capelli e il suo naso era rosso.

-cerchiamo un posto in cui passare la notte, domani cercheremo di tornare dagli altri, va bene?-, cercò di farla ragionare e Sofia annuì, lasciandosi guidare da lui che le stringeva una mano tra le sue per riscaldarla.

Sorrise debolmente quando, in lontananza, vide una casetta, le luci al suo interno erano spente, quindi capì subito che era vuota.

Raggiunsero l'entrata e con un pò di forza Niccolò riuscì ad aprire la porta, ritrovandosi davanti a quello che era come un piccolo rifugio con tanto di caminetto.

-non è male-, alzò le spalle il ragazzo, infine a lui bastava qualcosa da mangiare e un posto comodo su cui dormire, nient'altro.

-hai ragione-, sussurrò Sofia prendendo posto sul divano.

-accendi il caminetto?-, chiese poi alzando lo sguardo verso Niccolò, che dopo aver appeso il cappotto all'attaccapanni si avvicinò al salottino.

-solo se tu prepari qualcosa per cenare-, la sfidò lui con un sorrisetto.

-puoi scordartelo, tu ci hai messi in questo guaio e tu accenderai il caminetto e preparerai la cena-, la bionda incrociò le braccia al petto e posò il suo sguardo imbronciato di fronte a sé, aspettando che Niccolò facesse qualcosa.

-improvvisamente ti è passata la fame?-, chiese in risposta il ragazzo, prendendo della legna per accendere il fuoco.

-no-

-bene, lì sono i fornelli, vedi se c'è qualcosa in frigo, o del pane, non so...-

Sofia sbuffò e si alzò dal suo posto, raggiungendo la cucina e notando una vecchia radio sul mobile.

-qui i cellulari non prendono, chissà questa-, mormorò cominciando a giocherellare con i tasti su quella radio, fermandosi quando riuscì a sentire qualcosa.

"una tempesta di neve si sta abbattendo in questo momento, è severamente sconsigliato uscire di casa, per qualunque evenienza o pericolo chiamare i soccorsi"

Mentre ascoltavano le ultime notizie, Niccolò e Sofia guardarono al di fuori della finestra, la neve scendeva fitta e il vento smuoveva foglie e rami come se fosse una tempesta. Entrambi poi si voltarono l'uno verso l'altro e Niccolò prese parola, quella giornata se era cominciata bene stava precipitando a grande quota in male.

-giusto la tempesta mancava-

Scelgo le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora