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Non ci sono soliti nella pallavolo, ma membri di orchestra. Chi pensa "sono speciale" è finito
『13』
Oikawa era ancora confuso per quello che era successo al piano inferiore, anche se era passata almeno mezz'ora dall'episodio. Il cuore del ragazzo batteva così velocemente, sembrava strano che Amane non lo avesse sentito data la breve distanza che li separava. Era rimasto stupito della visita della ragazza sopratutto perchè un istante prima di aprire la porta stava proprio pensando a lei. Ed anche per quello non era riuscito a reagire alla situazione con una delle sue solite battute, ma oltre a questo era stanco, stanco di negare a se stesso un po' di meritato riposo, stanco di continuare a tenersi tutto dentro con l'idea che prima o poi tutto sarebbe tornato e sopratutto ripartito da capo.
"Oikawa?"
"Mh?"
"Ti sei addormentato?"
"No, sono sveglio"
Si trovavano in salotto e il ragazzo per calmarsi aveva appoggiato la testa sulle gambe della ragazza usandole come cuscino e lasciandosi cullare dalle mani nei suoi capelli, prima ovviamente però si era messo un paio di pantaloni ed una felpa. In quel momento sembravano incredibilmente una coppia di fidanzati, il che non gli dava fastidio. No, si sentiva più che altro rilassato, finalmente in pace con se stesso.
"Che ore sono?"
Chiese improvvisamente a nessuno di preciso, accese il telefono per guardare l'ora e poi esordi ad alta voce.
"Tre e mezza"
"Devi fare qualcosa di urgente?"
Chiese Oikawa, senza la reale intenzione di muoversi da lì.
"Si ecco... mi sembra il caso di dirtelo" "Mi hanno proposto di diventare la manager della vostra squadra ed io ho accettato"
Rimasero entrambi un attimo in silenzio. Oikawa cercava di decifrare quel messaggio inaspettato ed Amane aspettava una reazione.
"Cioè... tu sei la nostra manager ora?"
"Trattieni la felicità, mi raccomando"
"Sono solo... sorpreso" "Come farai per il club d'arte?"
"Non esiste più quindi avrei dovuto comunque trovarmi qualcosa da fare"
