𝓐𝓻𝓻𝓲𝓿𝓸 𝓪𝓵 𝓚𝓪𝓭𝓲𝓬 ✓

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Due anni. Sono passati due anni.

Finalmente sono ritornata nel mio posto felice: il Kadic, nonché la scuola che frequentavo prima di dovermi trasferire in Spagna a causa del lavoro di mio padre non mi è ancora passato il nervoso per questo.

Il perché? Semplice: ho dovuto lasciare i miei migliori amici, passare sena di loro le superiori.

Fortuna vuole che sia riuscita a convincere i miei a farmi finire gli ultimi due anni qui, sono super emozionata che mi tremano le gambe.

Con loro avevo un rapporto che stupendo è dir poco.

Ulrich lo conosco da praticamente sempre, è il mio migliore amico in assoluto. Ci consideriamo praticamente fratelli. A parer mio è innamorato della mia migliore amica (conosciuta al Kadic) Yumi, la quale è veramente cotta a puntino.

Jeremy, invece, è l'intelligente del gruppo. Dovrebbe essere la corvina essendo più grande di noi di un anno, ma non è per nulla così. Jeremy è il ragazzo più intelligente che abbia mai conosciuto, Odd lo ha soprannominato Einstein per quanto sia un genio.

Odd, (sbruffone del gruppo, sempre con la battuta pronta) amante del cibo, Della Robbia. Ulrich e lui sono migliori amici dal primo anno, condividono la camera. E, ovviamente, io sono innamorata perdutamente di questo ragazzo. Perdutamente dal primo anno. Grazie Ulrich per avermelo presentato.

Se questo amore, durante la mia permanenza in Spagna, è svanito? AHAHAH, no. Non ha fatto che aumentare sempre di più.

«Martin Leila, il preside la può ricevere»

«Grazie mille»

Mi chiude la porta alle spalle.

«Buongiorno signorina Martin, è un piacere riaverla qui al Kadic»

«Buongiorno signor preside, anche per me è un piacere riessere qui»

«Questo è l'orario delle lezioni e questa, invece, è la chiave della sua stanza» è un'emozione stranamente bella tenere in mano la chiave, mi dento finalmente tornata.

«Grazie mille»

«Si ricorda i vari luoghi del college o ha bisogno di una mano?»

«No no, ricordo tutto perfettamente. Grazie comunque»

«Si figuri, arrivederci» mi sorride.

«Arrivederci»

Camminare per i corridoi è bellissimo, giuro che potrei piangere dalla gioia.

Mi mancava questo posto, mi mancano loro. Spero di incontrarli il prima possibile, non so quanto possa stare senza parlarci dal vivo.

Classe di matematica, non poteva andare peggio.

Busso.

Il mio cuore in questo momento sta vivendo l'emozione adrenalinica delle montagne russe con i giri della morte a testa in giù.

«Avanti» dall'agitazione faccio perfino fatica a chiudermi la porta alle spalle e guardare la classe.

«Salve» saluto tremante.

«Molti di voi la conoscono già. Lei è Leila Martin e, due anni fa, frequentava questa scuola. Ciao cara, che bello riaverti qui! Siediti pure vicino alla signorina Stons» mi sorride gentilmente.

Ricambio, anche se timidamente, il sorriso e mi siedo vicino a una ragazza dai capelli rosa, famigliare. Strano, non l'ho mai vista in vita mia.

«Piacere, io sono Aelita Stons. Mi sono trasferita qui un'anno fa»

«Piacere mio» le stringo calorosamente la mano.

Non mi sembra per niente male, spero di starle simpatica. Anche perché sarà la mia vicina di banco per tutte le lezioni della professoressa, quindi sarebbe davvero bello diventare amiche.

«Dove sono Stern, Belpois e Della Robbia?! Aelita, ne sai qualcosa?» domanda osservando per bene tutta la classe alla ricerca dei tre ragazzi, fallendo miseramente.

Aspettate un secondo: Ulrich, Jeremy e Odd sono in questa classe? Ciò significa che siamo nella stessa classe per un'anno intero, e seguiremo le stesse lezioni e... Ok, mi devo calmare un pochino.

«Jeremy non si è sentito bene e cosi Ulrich e Odd lo hanno accompagnato in infermeria rimanendo lì con lui. Sa, in caso ci fosse stato bisogno» risponde la mia compagna di banco, giocherellando con la sua penna nera.

«Riferisci ai tuoi amici, che la prossima volta conviene loro avvisarmi se non vogliono vedere il preside»

«Certo, riferirò» deglutisce leggermente.

Ancora non ci credo: sono con loro!

𝓜𝔂 𝓟𝓻𝓲𝓷𝓬𝓮𝓼𝓼Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora