Capitolo 4 - Self Control

287 26 22
                                    

Nico

Sentirmi gli occhi di Will addosso mi dava fastidio. Continuai a fare ordinazioni con una certa stanchezza. Ogni tanto guardai con la coda dell'occhio Will e ogni volta trovavo il suo sguardo stagliato su di me.

«C'è qualcosa che non va?» Chiesi irritato.

«Osservo come lavori, hai menzionato in precedenza che questo fosse il tuo hobby, voglio sapere perché ti piace così tanto, mi affascina» affermò lui sorridendo.

«Ma ti devo fare una lezione di cazzi tuoi o ti levi dai coglioni adesso?» Ribattei mentre asciugavo altre tazzine.

«Credo che il tuo essere stronzo è soltanto apparenza, o mi sbaglio?» Affermò lui facendomi fare una smorfia.

«E per quale motivo ti dovrebbe interessare?»Chiesi a mia volta.

Lui mi guardò dritto negli occhi e contraccambiai, i suoi occhi erano strani, era come se comunicassero ammirazione, ammirazione che non comprendevo.

«Hazel chi è per te?» Chiese genuinamente.

Arricciai il naso, è bastato un secondo per smontare tutto.

«Il pacchetto di fatti tuoi lo vuoi deluxe?» Risposi stringendo i pugni «Non pensare nemmeno di toccare o guardare mia sorella, ci siamo intesi?»

«Tua sorella?» Chiese confuso.

Effettivamente per chiunque ci vedesse non si penserebbe mai minimamente che fossimo fratello e sorella ma era piuttosto particolare la situazione. Sospirai senza esprimermi ulteriormente, ero ancora nervoso per il tentativo di trovare ripetizioni non a pagamento, dava per scontato che eravamo sotto con i soldi, a lei non volevo farglielo pesare o notare, non volevo farle pesare la nostra situazione, lei meritava di essere spensierata e felice. Feci una smorfia con la bocca e sospirai.

«Già, non di sangue ma siamo più legati che mai» risposi guardandolo.

Lui fece un'espressione blanda come se ci stesse riflettendo su fin troppo.

«Chissà cosa significa avere una sorella. Io sono figlio unico ma mi sarebbe piaciuto avere qualcun altro da proteggere o con cui parlare» aggiunse lui con un'espressione triste «Ma diciamo che le circostanze non lo hanno permesso»

Deglutii continuando a lavare le tazzine, era fin troppo fatti suoi nonostante lui era abbastanza propenso ad infischiarsi nei miei non mi piaceva mettere il naso in faccende altrui. Sono sicuro che lui non lo faccia per curiosità ma perché nota che c'è qualcosa che non va, sono le persone che non voglio incontrare quelle, quelle persone che sanno riconoscere ogni tua espressione e comportamento, non volevo far provare pietà né tantomeno essere aiutato per forza. Odio le persone empatiche come lui.

«Senso di protezione...» biascicai.

«Mh?» Chiese lui curiosamente.

«Tu volevi avere una sorella per proteggerla, sei una persona affettuosa» risposi mettendo in ordine le tazzine.

«Oh... Direi di si» disse lui deglutendo.

«Sei empatico, caritatevole... Odio le persone come te» affermai irritato.

«Hai difeso le persone gentili come me ieri..» aggiunse confuso.

Milk Tea - Solangelo AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora