Capitolo 7 - Never let me down again

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Da quanto tempo che non ci si risente. Allora vi dico che non sono morta ma non sono nemmeno tanto viva, ho passato due mesi di inferno e non ne sono ancora uscita.  Al momento sono bloccata a Roma in procinto di ripartire per casa mia a Londra per svariate ragioni. La prima è che sono stata licenziata, non proprio con le carte ben in regola per farlo ma io nemmeno ho la cittadinanza italiana qui di conseguenza valgo poco sopratutto durante una pandemia mondiale. Sono bloccata qui senza lavoro senza la possibilità di studiare perché sono fuori corso nel master che stavo facendo in Abruzzo. Sono bloccata in un appartamento in affitto da sola con il mio cane e la voglia di scrivere non la avevo per diversi motivi, poiché ero allettata per diversi malesseri per aggiunta. Questo capitolo non so nemmeno io come e perché sia riuscito ad uscire ma spero che apprezziate comunque il tentativo. Non vi prometto regolarità perché come detto in precedenza non sono del tutto riuscita dal mio periodo nero. Spero che riesca a tornare a casa, che possa chiamare con questo preciso termine, il prima possibile. Godetevi questo capitolo perché gli altri saranno complessi e pieno di fan service, quando e qualora usciranno, non vi abbandono ma ho bisogno di tempo sia per questa che per altre storie!

-Fabrizia Stella

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Interrotto nuovamente nel mio sonno senza sogni. Mi sentivo scrollare da una spalla e sbuffai girandomi.

«Mi fai dormire per una volta, Hazel?» Chiesi coprendomi gli occhi con il cuscino.

«Dai, Nico, ti devi alzare, ti devo fare vedere una cosa» disse lei facendomi sbadigliare.

«Non ho niente da vedere» commentai girandomi.

«Ti prego!» Mi supplicò facendomi mettere seduto.

Sbuffai strofinandomi gli occhi. Hazel era già tornata di là ed io in canottiera stavo letteralmente congelando. Presi una felpa mettendomela rabbrividendo, forse quel mese potevo anche azzardarmi ad accendere per qualche ora i termosifoni ma finché non si arrivava a formare geloni non c'era bisogno. Andai in bagno a lavarmi il viso, ovviamente acqua fredda, dovevo riavviare nuovamente la caldaia. Andai in salotto e ritrovai Hazel con in braccio un gatto nero tutto pelle e ossa. Mi grattai il viso confuso e la guardai interrogativo.

«L'ho trovato per strada mentre tornavo dalla mia passeggiata» disse lei sorridendomi

«Quindi adesso devo lavorare anche per il gatto mi stai cercando di dire?» Chiesi alzando un sopracciglio.

«Prendi lui al mio posto» disse lei sorridendomi.

«Mi stai dicendo che devo lasciarti in mezzo alla strada e cedere la tua camera al gatto?» Chiesi alzando un sopracciglio.

«Eddai, ti prego teniamolo!» disse supplicandomi.

«Pensavo avevamo passato il periodo degli animali domestici» dissi sospirando.

«L'ho trovato per strada da solo...» disse lei guardando in basso.

«Non ho detto di no...» dissi grattandomi la testa «Comunque è una femmina» continuai guardando meglio il gatto.

«Quindi è un si?» Chiese nuovamente lei.

Chiusi gli occhi sospirando, un animale domestico significava dover comprare da mangiare, una lettiera, giocattoli vari, distruggerà la casa, dovrò starci dietro. Sospirai nuovamente e mi passai una mano sul viso.

«Se mi dai una mano sarei contento di tenerlo, ma mi servirebbe una grande mano, lavoro sempre e non posso stargli sempre dietro» affermai abbozzando un sorriso.

Milk Tea - Solangelo AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora