One

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Pioveva a dirotto. Lampi, tuoni e fulmini comandavano il cielo, ormai per strada non c'era più nessuno. Tranne io, ferita e sanguinante alla ricerca di un'anima viva. Correvo a perdifiato. Non avevo più i miei poteri e ciò mi confondeva, ma potevo contare su di lui quanto sulle mie abilità.

Ero nuda. Indossavo solo un cardigan nero sopra il mio corpo svestito. Scalza, ma il cemento non faceva male. O almeno, non quanto la ferita sulla spalla. I capelli fradici si muovevano per via della tempesta, i miei occhi faticavano a scorgere qualche figura.

Per Dio, incontrai due giovani ragazze. Una alta e mora, l'altra bassa e rossa. Sapevo che non erano normali, perché alla mia vista non rimasero troppo stupite.

‹Sapete dirmi dov'è Derek Hale? Ho urgentemente bisogno di Derek Hale.› gridai, cercando di sovrastare la tempesta. Le due ragazze si scambiarono un'occhiata fugace.

‹A chi interessa?› domandò la mora, alzando la testa timorosa.

‹All'angelo, dite soltanto all'angelo.› ma prima che potesse accadere altro, cinque Cavalieri spuntarono dietro di loro. Puntarono quelle maledette armi contro di me, così abbracciai le due ragazze e scavai nei loro pensieri con le ultime forze rimaste.

Derek, un'appartamento. Quello che stavo cercando. Mi focalizzai sul luogo e tentai di trasportarmi ad esso, con successo. Caddi a terra, dolente. La spalla sanguinava ancor di più, il fianco doleva e la testa girava.

‹Allison, Lydia! Che ci fate voi qui?› domandò una voce a me familiare. Le ragazze non risposero, ma si allontanarono da me. Inginocchiata, alzai il busto buttando la testa all'indietro. Un lampo seguito da un tuono illuminarono le mie ali ormai mal ridotte, mostrando la mia natura.

‹Che succede, Deki? Non mi riconosci per caso?› il sarcasmo non mi abbandonò nemmeno all'ultimo.

Dopo un secondo nel quale Derek Hale si stupì, corse da me. Mi prese fra le braccia conducendomi ad un letto sul quale mi posò, poi passò un panno bagnato sulla mia fronte.

‹Derek, è importante: ascoltami. Mi hanno presa, mi hanno morsa. Sto perdendo i miei poteri e ho bisogno di supporto. Non credo resisterò, il mio corpo è troppo puro.› spiegai, con le poche forze che ormai mi stavano abbandonando. Il corpo non rispondeva più ai miei ordini, ero immobilizzata. La spalla pulsava e percepivo chiaramente il sangue fuoriuscire dalla ferita.

‹No, no, no! Non morirai, ti salverò.› continuò a ripetere, ma ormai sapevamo entrambi che era impossibile. A meno che... Avrebbe compensato quello perso, aiutandomi nel rigenerarsi e mantenendo la mia purezza per almeno un po'.

‹Sangue di una vergine, puro sangue di una vergine.› riuscii a suggerire soltanto, prima di svenire.

Angelo Caduto // Liam DunbarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora