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La tempesta non cessava. Anzi, un allarme uragano si stava abbattendo sulla nostra piccola cittadina.

I miei capelli cadevano delicatamente sulle spalle, abbracciando le mie braccia magre e forti. Erano neri come la notte, a differenza di tutti gli altri angeli.

Eravamo ancora nell'ufficio dello sceriffo ed io dovevo confermare ciò che raccontarono di me.

‹Ho vagato nei boschi per anni. Ormai non so più la mia età.› mentii, guadagnandomi un'occhiataccia di Peter.

‹Vorresti iscriverti a scuola, come ha fatto Malia Hale?› domandò, ironico.

‹So leggere e scrivere, conosco molte lingue morte ma non le vostre inutili materie.› lo zittii, stufa della situazione.

Ero una ragazza che si stufava per tutto, dopo un po'. Tranne degli Hale, di loro non mi sarei mai stufata. Odiavo la semplicità e l'ordinario, perciò amavo cambiare spesso.

‹Va bene, allora. Benvenuta, Cassiopea Hale.› disse lo sceriffo sorridendomi. Un lampo seguito da un tuono illuminarono le mie ali, ma perfino Derek e Peter rimasero stupiti. Mi avvicinai alla finestra, e osservai il cielo oscuro.

‹Addio, Micheal.› sussurrai, ma nessuno capì cosa volessi dire.

‹Quando c'è una tempesta, significa che stanno combattendo lassù. Le nubi nascondono i corpi degli angeli caduti. Quando un lampo seguito da un tuono mostrano le sue ali, significa che un angelo è morto.› spiegò la voce di Anthare, poi lasciò spazio al vice sceriffo Jordan Parrish.

‹Bene, allora...› ma lo sceriffo venne interrotto da Peter.

‹Le tue ali, avevano tutte le piume.› sussurrò osservando la mia schiena. Spalancai gli occhi. Forse la luna piena stava facendo effetto anche su di loro.

‹Domani comincerai la scuola, al terzo anno. Un anno prima di Scott e Stiles.› i ragazzi mi sorrisero dolcemente, ma io volevo uscire di lì. Li scansai, ma una fitta alla spalla destra mi fece cadere in ginocchio. Peter e Derek corsero da me.

‹Sto bene. Sto bene!› gridai poi, e loro si allontanarono da me di scatto. Mi rialzai ed uscii dall'ufficio, sotto lo sguardo non proprio felice degli Hale.

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La mattina dopo la tempesta si era calmata. Rimanevano le nubi e l'umidità, nonostante l'allarme uragano ci fosse ancora. Mi vestii pesante, ma quando uscii dalla porta venni fermata da Peter.

‹Tesoro, è il tuo primo giorno di scuola e ti vesti così? No, no, no!› esclamò, poi si avvicinò all'armadio di Cora.

Infine, la sera precedente non successe niente. Be', tranne la mia prima trasformazione in una pantera mannara. Già, pantera. Artigli e zanne più lunghe, per il resto Deaton – il druido degli Hale – stava cercando informazioni.

Non avevo ucciso nessuno, né avevo perso la testa. Semplicemente mi trasformai. Non successe, appunto, niente di importante.

‹Indosserai questi, e queste scarpe.› mi passò un pantalone grigio ed un maglione color crema e delle scarpe con dei tacchi neri. Lo guardai con un sopracciglio alzato, ma accettai comunque. Mi stavano bene, lo ammetto. Soprattutto con il mio corpo così perfetto.

Colazionai con dei semplici waffle, poi Derek si offrì per accompagnarmi a scuola. Accettai di buon grado, ma un tuono si fece sentire.

‹Accidenti a te, Azrael!› gridai, sentendo i colpi veloci della sua spada contro un angelo delle mie fila.

In macchina regnava il silenzio, fino a quando Derek lo spezzò.

‹Cosa succede lassù?› chiese, rompendo il ghiaccio.

Angelo Caduto // Liam DunbarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora