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-grazie ma non mi serviva la scorta.- sbuffai -prego, non c'è di che.- disse Fabio sedendosi affianco a me -che altro è successo?- chiese Cosimo fissando entrambi abbastanza seccato, chissà cosa si pensava in quel momento.

-non ti preoccupare.- rispose il moro portando poi il braccio attorno al mio collo -Dio, ma te ne vai.- sbuffai togliendo il braccio di quest'ultimo -Marghe, ma che ti prende?- domandò Emiliano che non aveva staccato per un secondo gli occhi da Fabio, innervosito dal suo comportamento -ma perché non vi fate i cazzi vostri!- urlai alzandomi in piedi e spostando bruscamente Fabio. I ragazzi al tavolo mi guardarono confusa, ma a me non interessava, dovevo cercare il modo più veloce per andare via.

Ignorai tutte quelle persone che cercavano di approfittare del fatto che fossi sola, ma in qualche modo fortunatamente sono riuscita ad uscire da quel locale, che era letteralmente iniziato a diventare soffocante, sia per la gente che per la situazione.  La testa iniziò a farmi male, e la stanchezza si fece insistente -che ci fai qua?- domandò qualcuno alle mie spalle -non sono problemi tuoi.- dissi continuando a camminare e dandogli le spalle -Margherita, per quanto tempo vuoi portare avanti questa storia?- domandò esasperato, mi fermai e mi girai per fissarlo -per quanto tempo? Anche per sempre. Perché sei stato l'unico a sapere questa cosa, perché sei mio padre, e credevo di potermi fidare di te. Ma ho capito che le uniche persone a cui davvero interesso sono la dentro, e continuano a rompermi il cazzo per sapere che persona di merda sei!- urlai con le lacrime agli occhi. Il moro di fronte a me prese un grande respiro e lentamente, cercando di non peggiorare la situazione. 

-Marghe, ho sbagliato, va bene. Ma cerca di capire il mio punto di vista...- disse -il tuo punto di vista ho cercato di capirlo troppe volte in questi anni.- risposi -hai ragione ad essere incazzata con me, ma ti prego...- disse -no. Mi devi lasciar stare Fabrizio, basta, non sei in grado di fare il padre nemmeno quella mezza volta che ti è richiesto. Cosa vuoi ora?- chiesi esasperata -non ho nemmeno la possibilità di essere perdonato?- domandò tristemente -no.- sussurrai -è davvero quello che desideri?- domandò, rimasi in silenzio -ho capito...sappi che quando deciderai di perdonarmi io sono qua, ti aspetto...- disse per poi abbracciarmi, mi lasciai andare come la prima volta. Chiusi gli occhi e assaporai quei ultimi momenti di calma. -ti porto a casa...- disse prendendomi per il polso 

Stavo Pensando A Te|| Fabri FibraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora