Ignaro del mondo che lo circondava, Taehyung sedeva sull'erba del parco vicino alla sua università, con in mano delle arance: una delle donne che lavorava in mensa gli aveva gentilmente dato un paio di quei pompelmi poiché, a parer suo, Taehyung era troppo magro.Mangiarle, in effetti, non gli avrebbe fatto mica male, ma in quel momento non aveva proprio fame.
Sospirando, Taehyung, si sdraiò sull'erba verde e leggermente umida a causa degli irrigatori, e osservò il cielo e le sue amiche nuvole, che lo dipingevano di un soffice bianco.
Gli piaceva quando nella sua città regnava sovrano quel clima primaverile, quando il vento muoveva dolcemente i suoi capelli e il sole splendeva alto nel cielo. Era proprio così che riusciva a sentirsi vivo, connesso, in qualche arcano modo, con la natura.
Respirò profondamente e chiuse gli occhi, immaginando di essere solo: le persone che intorno a lui ronzavano, non divennero altro che effimere presenze.
-Sai che sei brutto quando aggrotti le sopracciglia?-
Disse bruscamente una voce che riconobbe quasi immediatamente.
Chi poteva essere, se non quel rompipalle di suo cugino?
Aprì gli occhi lentamente, e si voltò in modo da poter vedere nitidamente Jungkook e l'ombra che sfiorava i suoi lineamenti.
Gli occhi di quel ragazzo scorbutico, brillavano dietro la macchina fotografica che teneva strettamente tra le mani e l'obiettivo di quel suo oggetto tanto speciale, era puntato dritto verso il suo viso, lasciandolo sbalordito per un paio di secondi.
"Perché mai questo scemo sta cercando di fotografarmi? Mi evita come la peste, e poi me lo ritrovo davanti, intento a farmi una fotografia? Ma ci è o ci fa?"
Queste erano le domande che rimbombavano nella testa del biondino, che in quel momento, era più che frastornato. Decise, però, di tenere quelle domande per sé e di non proferire parola per un po'.
-Credo che se guardassimo sempre il cielo, finiremmo per avere le ali.- sussurrò, Taehyung, dopo dieci minuti di puro e beato silenzio.
Jungkook lo guardò e si accigliò, come se stesse pensando a qualcosa.
-Gustave Flaubert. Ho indovinato?- Chiese distogliendo lo sguardo da Taehyung, che riposava sul prato, con le arance sulle gambe.
-Già.- Disse Taehyung iniziando a sbucciare goffamente quel frutto color arancio. Si sentiva piccino picciò in presenza di suo cugino, nonostante fosse più grande di lui.
-Beh, che ci fai qui? Non fotografi più la tua ragazza?- Disse il biondo, dopo essersi schiarito la gola, cercando di spezzare quel silenzio per lui tanto opprimente.
-Beh, no. Se l'insegnante mi dà un voto negativo ogni volta che le faccio una foto, dovrà pur significare qualcosa.- Disse il corvino, con fare ovvio.
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La mia musa ispiratrice. || Taekook/Kooktae.
Fanfiction[Dove Jungkook non vuole ammettere, nè tanto meno accettare, il fatto che la sua musa ispiratrice non sia la sua ragazza, bensì Taehyung, suo cugino, la persona che più odia.] . . . . . . «La fotografia non può cambiare la realtà, ma può mostrarla.»...