☆4 Epilogo

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Steve si ridestò lentamente, sbattendo più volte le palpebre per tentare di abituarsi alla luce proveniente da quei raggi del Sole che bagnavano il suo viso e sentendo dei piccoli fili d'erba accarezzargli il volto e farlo rabbrividire leggermente, mentre le piccole gocce di rugiada che imperlavano quello strato verde lo rinfrescavano e spingevano ad alzarsi, svegliandolo del tutto.

Facendo leva sugli avambracci si mise seduto, guardandosi attorno e constatando che si trovava in un ampio giardino, o per meglio dire un parco enorme, con alberi secolari che regnavano sul paesaggio e un piccolo ruscello in lontananza, che risplendeva alla luce del Sole e creava un'atmosfera tranquilla, infondendogli nell'animo una pace che non poteva descrivere.

Ogni preoccupazione che aveva pareva essersi dissolta nell'aria, sebbene aveva ancora molte domande nella testa.
Non sapeva dov'era, come c'era arrivato e cosa fosse successo, ma sinceramente gli importava poco, come se la cosa non lo sfiorasse minimamente, non più almeno.

«Steve...» lo chiamò una voce alle sue spalle, portandolo a voltarsi e restare senza fiato dalla sorpresa

«P-Peggy...» mormorò, sgranando gli occhi e vedendo la donna avvicinarsi a lui, con un sorriso stampato nel volto e una particolare luce nello sguardo

Indossava un abito rosso molto semplice, ma in grado di mettere in risalto i suoi occhi scuri e incantevoli, mentre i capelli mossi le scendevano lungo la schiena e venivano agitati da quel filo di vento che al capitano era appena percettibile, sebbene stesse accarezzando il suo volto.

I due si avvicinarono, allungando una mano come per toccarsi ma fermandosi a qualche millimetro di distanza, sfiorandosi le dita e non riuscendo a credere ai propri occhi, mentre il cuore aveva preso a battere tanto forte che pareva poter scoppiare da un momento all'altro.

Si guardarono negli occhi, continuando a spostare lo sguardo dalle loro mani al viso della persona amata, comunicando con quel linguaggio che non aveva bisogno di parole e dissolvendo tutti i loro dubbi, lasciando il posto ad una felicità che faceva risplendere il volto di entrambi.

Con un po' d'esitazione Steve eliminò quel piccolo strato d'aria che li separava, intrecciando le sue dita con quelle di Peggy e ritrovando finalmente l'uso della parola, mentre tutto attorno a loro parve farsi più vivido, più luminoso.

«Sei tornato» disse lei, portandosi una mano davanti alla bocca, come per nascondere quel sorriso che non riusciva a trattenere

In quell'istante un colpo di vento un po' più forte strappò alcune foglie dagli alberi che li circondavano, avvolgendo i due e facendone cadere una nella mano del capitano, che la strinse in un pugno e se la portò all'altezza del cuore, per poi aprire le dita e mostrare quel pezzetto di Betulla alla donna

«Te l'avevo promesso. Tornerò da te, sempre. Non importa se ci vorranno giorni, mesi o anni, io tornerò sempre da te, perché l'unico posto in cui voglio stare è accanto al tuo cuore»

«Oh, Stevie...» mormorò lei, accarezzando il volto del capitano con l'indice e poi prendendo la foglia che lui le porgeva, rigirandosela tra le dita e ricordando il significato che essa portava «Mi sei mancato, sai? Arrivai a vedere il tuo sorriso nelle stelle che illuminano la notte, i tuoi occhi nell'acqua del mare e il colore dei tuoi capelli nei campi di grano, mentre ogni sera la tua immagine viveva nei miei sogni. Mi hai stregato, dannazione! Sono arrivata a fare discorsi sdolcinati per un ragazzino di Brooklyn!»

«Il ragazzino più felice al mondo, però» rispose lui, riprendendo la mano di Peggy e baciandole il dorso, sentendo un brivido percorrergli la spina dorsale appena le sue labbra toccarono quella pelle calda e morbida «E anche tu mi sei mancata, amore mio. Ma, sai che ti dico? Non mi importa più. Sono qui ora, con te, e se l'attesa era necessaria perché ora potessi raggiungerti allora non rimpiango nulla, neppure tutte le lacrime che versai al pensiero di non poterti rivedere»

«Oh, hai pianto per me? Sei arrivato a tanto, capitano?» lo stuzzicò, stringendosi nelle spalle e spostando il peso da un piede all'altro, nel  tentativo di eliminare un po' di tutta quella smielatezza, anche se in fondo non le dispiaceva così tanto

«Mmh, perché? Stai forse negando che tu hai fatto lo stesso?» gli resse il gioco lui, con lo stesso tono provocatorio che lei aveva usato e avvicinandosi ancora un po', avvolgendo un braccio attorno alla sua vita e continuando il suo discorso sussurrandole all'orecchio «Insomma, ci sono cose che solo noi due sappiamo, che abbiamo tenuto nascoste, protette dalle malelingue e da chiacchere initili»

«Smettila, Steve!» rispose lei, dandogli un colpetto sulla spalla e sforzandosi di non ridere «Qui non vi sono segreti per nessuno, e il rancore pare non esistere. Qui il Sole non tramonta mai, e finalmente si ha la possibilità di riposare in pace, dopo anni di battaglie»

Il Soldato annuì in silenzio, non riuscendo a staccare gli occhi dalla sua amata e sorridendo inconsciamente, ma una allegra risata alle sue spalle lo convinse a voltarsi, sentendo il suo cuore perdere un battito per la sorpresa e l'emozione, mentre Peggy fece un mezzo passo in avanti, arrivando affianco a lui e guardando nella stessa direzione.

In lontananza si vedeva una bambina dai lunghi capelli di un castano molto chiaro (quasi biondi) che correva nel prato, arrivando fino alla riva del ruscello e poi tornando indietro, ridendo come se fosse la cosa più divertente al mondo e con una velocità insolita per una ragazzina della sua età. Avrà avuto pressappoco 8 anni, anche se non era facile stabilirlo da quella distanza.

Steve non l'aveva mai vista prima quella fanciulla, eppure aveva un'aria così famigliare che...

«L-lei è...?» chiese in un sussurro il capitano, non riuscendo a terminare la frase

«Sì, Steve. È nostra figlia»

Appena l'ultima parola sfiorò le labbra dell'agente Carter la bambina si voltò di scatto, osservando per qualche secondo il capitano e incantenando i loro sguardi, iniziando a camminare verso di lui lentamente, lasciando che tutte le domande che entrambi avevano in testa perdessero a poco a poco inportanza, per poi iniziare a correre come prima ma con un sorriso ancora più grande

«Papà!» gridò, saltando in braccio al supersoldato e avvolgendolo in un abbraccio «Finalmente posso conoscerti... Mamma ha parlato tanto di te!»

Steve non rispose, limitandosi ad accarezzarle i capelli dolcemente e dandole un piccolo bacio sulla fronte, riuscendo a riconoscere in quel momento una lieve sfumatura di verde negli occhi della piccola

«Anche io non vedevo l'ora di incontrarti, figlia mia. Ma adesso potremmo stare insieme... Per sempre»

«Per sempre» ripetè Peggy, mettendo una mano sopra la spalla dell'amato e guardandolo negli occhi, sentendosi finalmente in pace

Erano insieme ora.
Tutti e tre.
Per sempre.

Ti prometto che tornerò da te, Peggy.
Tornerò, combattendo contro lo spazio e il tempo.
Avremmo il futuro che sognavamo, se non in questa vita, in un altra.

Perchè ti amo, Peggy
E ti amerò fino all'ultimo respiro, se non oltre.》

~The End~

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