L'inizio della fine

28 4 0
                                    

Alyssa

Boom. Un'esplosione mi sveglia all'improvviso. Apro gli occhi e mi guardo attorno. Che sia stato tutto un sogno? Sembrava tutto così reale.

Cerco di ricordare tutte le figure che mi sono apparse in sogno ma non riesco a distinguerle. Sono tutte sfocate e l'unica cosa che riesco a ricordare sono dei colori: blu, rosso e azzurro. Tre semplici colori.

Prendo il telefono dal comodino e noto che sono le 7:27 e che la sveglia dovrebbe suonare tra pochissimi minuti, così mi alzo dal letto e vado in bagno per rinfrescarmi un po'. Mi lavo la faccia e mentre guardo il mio riflesso allo specchio nella mia mente riaffiorano delle immagini del sogno che ho appena fatto. Ci sono delle persone con delle ali molto grandi, che siano angeli? Magari è un simbolo per dirmi che sto per morire. No. Scuoto la testa e inizio a prepararmi per andare a lezione.

Ormai sono mesi che faccio questi sogni che si ripetono quasi ogni notte, ma ogni volta con un ordine diverso. Dopo un po' di tempo ho iniziato a chiedermi se io non stia diventando pazza. Nessuno sa di questi sogni ricorrenti dato che non mi fido di nessuno e che potrebbero spedirmi in una specie di manicomio.

Esco dalla mia stanza e vado a svegliare mio fratello minore Gale per farlo preparare ed evitare che mi faccia arrivare a lezione in ritardo, un'altra volta.

"Ehi sfigato. Svegliati che devi andare a scuola"

Lui si stiracchia e si gira dall'altra parte. A quel punto prendo un cuscino e glielo lancio addosso.

Gale sbuffa e si alza dal letto. "La prossima volta vengo in camera tua e ti sveglio con la musica nelle orecchie"

"Se solo tu volessi provarci, ti avverto: ti staccherò tutte le dita delle mani" gli dico sorridendo.

Dopodiché mi dirigo in cucina per fare colazione e dopo pochi minuti mio padre entra in cucina e inizia a farsi del caffè. "Buongiorno Alyssa"

"Giorno papà" rispondo.

Io e mio padre non abbiamo mai avuto una relazione vera e propria, almeno non da quando mia madre se n'è andata anni fa, quando io avevo solo cinque anni e Gale ne aveva due. Mia madre decise di andarsene da un momento all'altro senza dare spiegazioni, se non una lettera che lasciò a ciascuno di noi. A quei tempi eravamo troppo piccoli e mio padre decise di tenere le lettere e consegnarcele quando saremmo diventati più grandi. Peccato che quando mi dette la mia, ben tre anni fa, decisi che non mi importava niente della donna che ci aveva abbandonato senza alcuna spiegazione, perciò la sua lettera è sotto il piede del mio comodino con la sola funzione di occupare lo spazio necessario per evitare che il mobile sia sbilanciato.

Ogni mattina mio padre accompagna me e Gale a lezione e poi va a lavorare. Credo sia arrivato il momento di comprare una macchina mia e sfruttare la mia patente di guida, ma dovrei chiederlo a mio padre e questa cosa non è poi così allettante. Inoltre non so proprio dove potremmo trovare i soldi per comprare questa famosa macchina.

Arriviamo davanti a scuola di Gale che è appena prima del campus e scendiamo dalla macchina. "Qui le nostre strade si dividono, finalmente! A dopo" detto questo mi allontano da Gale.

Lui ha il suo gruppo di amici, io ho me stessa. Sono come un lupo solitario, non ho bisogno di un branco su cui contare, preferisco che sia così piuttosto che fingere per essere accettata dagli altri, così ho deciso di evitare di fare amicizie di alcun genere con la gente. E poi, diciamoci la verità: a chi serve un gruppo di persone pronte a disturbare la tua quiete ogni volta che ne hanno voglia? Di sicuro non a me.

Prendo le cose che mi servono dal mio armadietto e mi dirigo in classe dove la Signora Reed starà aspettando gli studenti. Varco la soglia della classe e mi accorgo che ci sono tre quarti dei "Fantastici quattro". I soggetti in questione sono: Caleb Stewart, un ragazzo che non parla molto con le persone che non conosce e che siede di fianco a me durante questo corso di biologia; inoltre è il mio compagno di progetti dall'inizio dell'anno: una cosa decisa dalla Signora Reed senza un valido motivo. Poi abbiamo Jane Collins, lei è una ragazza molto intelligente ed è così solare che potrebbe essere amica di tutti, se non fosse che gli unici amici che ha intorno sono Caleb, Daniel e l'altra loro amica: Lily. Ed infine Daniel Evans che è il classico clown che sembra avere come obiettivo l'infastidire la gente che vuole essere lasciata in pace.

Fantastic WarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora