𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝑰

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Il sole è abbagliante e scotta sulla pelle. Scrutando l'orizzonte è quasi impossibile distinguere il cielo dalla terra, per la grande quantità di polvere nell'aria. Un forte odore di sangue e sudore penetra nelle narici. In lontananza si può udire chiaramente il suono di migliaia di uomini che combattono uno contro l'altro e il cozzare delle lame affilate. Eppure il suono che meglio mi giunge alle orecchie è il battito accelerato del mio cuore, logorato dall'ansia. Aguzzo lo sguardo cercando di distinguere una figura familiare tra la miriade di soldati, ma è tutto inutile: sono troppo lontani. Sento un groppo stringermi la gola.
"Lui non è morto" mi ripeto più e più volte.
Quanto vorrei esserne sicuro! Ogni istante lo rivedo davanti a me, mentre è intento a sistemarsi le ultime parti dell'armatura.
«Staró attento, te lo prometto. Ci rivedremo presto»
Come avevo potuto lasciarlo andare? Ci sarei dovuto essere io sul campo di battaglia, lo sapevo bene.
Mi scosto una ciocca bionda dalla fronte, zuppa di sudore.
«Oh Patroclo, dove sei?» sussurro al vento.
Prima di scendere in battaglia mi aveva rivolto un sorriso. Quanto amavo i suoi sorrisi, dolci e rassicuranti! È tutta colpa mia se ora lui sta rischiando la vita. Si era gettato ai miei piedi:
«Achille, gli uomini stanno morendo, dobbiamo aiutarli! Torna a combattere, ti prego!»
«Mio adorato Patroclo, sai bene che non posso fare quello che chiedi! Agamennone mi ha privato dell'onore, non combatterò più per lui!»
«Fallo per me, almeno! Se davvero mi ami, aiuta i soldati!»
«Non posso»
«Manda me allora! Indosserò la tua armatura, tutti mi crederanno te e fuggiranno terrorizzati!»
«No Patroclo, non rischierai la tua vita per quel bastardo di Agamennone!»
«Non per lui voglio scendere in battaglia, ma per gli uomini: li stanno massacrando, devo aiutarli, non posso restare a guardare!»
Oh, Patroclo e il suo nobile animo! Ha sempre messo la vita degli altri davanti alla propria e io lo amo per questo.
«Va bene, però devi promettermi che starai lì solo il necessario per far fuggire i Troiani, dopo tornerai subito indietro. Promesso?»
«Promesso»
Aveva sfiorato le mie labbra con le sue. Lo avevo guardato dritto in quei suoi bellissimi occhi color nocciola.
«Torna da me»
«Tornerò sempre da te»
"Tornerà sempre da me" mi ripeto. Peccato che anche io faccio fatica a crederci. Una lacrima scende solitaria lungo la mia guancia
"No, non devo disperarmi, lui tornerà da me, lo ha promesso. Non devo mostrarmi debole."
Mi asciugo le guance frettolosamente, ma per quanto mi riprometta di non pensare a Patroclo, non riesco a togliermi dalla testa tutti i momenti passati insieme. Decido di arrendermi e lasciare che la mia mente vaghi lontano, oltre le battaglie sanguinose, oltre ai crucci e alle pene: stavo ritornando a Ftia, durante la mia fanciullezza.

𖧷 ~ 𖧷 ~ 𖧷 ~ 𖧷 ~ 𖧷 ~ 𖧷 ~ 𖧷 ~ 𖧷 ~ 𖧷 ~ 𖧷

Ciao a tutti!
Questa è la mia prima storia su Wattpad quindi si accettano volentieri consigli e critiche costruttive :) E niente, ditemi cosa ne pensate <3
Alla prossima!

~sognatrice di libri

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