Capitolo Uno

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Cercai di affondare ancora di più nei cuscini del divano, sperando di potermi fondere con loro e fuggire dall’imbarazzante situazione in cui mi trovavo in quel momento. Okay, non era proprio così orribilmente imbarazzante, ma riuscivo comunque a pensare ad altre cose che avrei preferito fare. Mia madre aveva annunciato che ci sarebbe stata una serata in famiglia ogni settimana, e quello era il nostro primo incontro ufficiale. Aveva deciso così perché qualcuno tra noi non aveva raggiunto il suo pieno potenziale sociale, e qualcuno tra noi avrebbe potuto trarre beneficio da un po’ di interazione umana. Sapevo benissimo a chi si riferiva quando diceva ‘qualcuno tra noi’. Sapevo anche che da queste serate forzate di giochi in famiglia e dai discorsi faccia a faccia non avrei tratto proprio nessun beneficio. Ma stetti al gioco,ovviamente. Tutto purché fosse felice. Se credeva che ciò avrebbe aiutato, l’ avrei lasciata credere.

“Uno!” Alzai gli occhi al cielo sentendo il grido di mio padre,per poi stamparmi un sorriso in faccia per l’interesse di tutti gli altri. Stavano tutti ridendo, quindi immaginavo che fosse una cosa ragionevole da fare. Risi piano, senza voler farmi notare tra tutti loro. Era strano pensarlo anche attorno alla mia famiglia, ma credo fosse istinto.

“Troye, ti dispiace fare un salto al negozio per me? Mi sono completamente dimenticata i peperoni rossi per le quesadillas!” Mi ripresi, mentre i miei occhi balzavano a mia madre, nell’ entrata. Diedi un ultimo sguardo in direzione del tavolino coperto di carte colorate, la mia decisione era già presa.

“Per niente, torno tra poco!” dissi felice, balzando in piedi e lasciando il soggiorno. Ma mi voltai a guardare il resto della mia famiglia, prendendo qualche secondo per studiare ognuno di loro. Steele, che era solo in visita dal college, aveva gli occhi fissi sulla tv dall’ altra parte della stanza mentre guardava qualche sport. Sage fissava il suo cellulare, probabilmente stava chattando con uno dei suoi tanti amici. E poi c’era il più piccolo dei miei fratelli Tyde, l’unico che fosse realmente concentrato sullo stupido gioco di fronte a sé.  Dovevo ammirare come lui si aggrappasse così bene alla sua innocenza, quasi vivendo nella propria piccola bolla di felicità. Infine, i miei occhi si posarono su mio padre. Feci quasi un sussulto, sorpreso di vedere che stava ricambiando lo sguardo. Spalancò gli occhi con fare interrogativo e mi affrettai a nascondere il mio disagio, avvicinandomi a lui e dandogli una pacca affettuosa sulla pelata.

Sta cercando di svignarsela di proposito, lo stronzetto.

Mi guardai intorno, sorpreso dell’improvvisa intrusione mentale. Però credo proprio fosse colpa mia: penserete che avessi imparato ad evitare il contatto fisico come la peste,ormai. Comunque mi ricomposi, stampandomi in faccia un sorriso prima di dirigermi in cucina. Trovai mia madre esattamente dove mi aspettavo che fosse, mentre scuoteva i fianchi a ritmo di una canzonetta country di fronte ai fuochi. Non era una novità, la vedevo così quasi tutte le volte che entravo in cucina. Non aveva un lavoro, visto che mio padre era pagato bene, quindi stava sempre provando qualche nuovo hobby per tenersi occupata. Da sempre quello che preferiva, l’unico che era riuscita a mantenere, era cucinare.

“Hey, mamma“ le dissi dolcemente, saltando a sedere sul piano di lavoro dietro ai fuochi. Mi diede un’occhiataccia, il suo modo di ricordarmi che odiava quando mi ci sedevo. Di solito scattava e mi obbligava a scendere, ma dopo mille battibecchi aveva quasi perso la speranza che io l’ascoltassi. Non capisco neanche perché non gliela dessi vinta, forse era colpa della mia testardaggine. L’ho presa da lei, quindi penserete che fosse più comprensiva.

“Direi che ho bisogno delle chiavi per andare da qualsiasi parte.” Le ricordai gentilmente, ridacchiando quando capì cosa avevo detto. Si batté la fronte con la mano piena di farina, mormorando qualcosa su quanto era idiota a volte, dirigendosi verso il tavolo. Afferrò la borsa, scartabellò un po’ prima di tirar fuori le chiavi e un po’ di banconote.

Freak (Troyler au) ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora