Capitolo Sei

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*Tyler*

Vidi la porta chiudersi alle sue spalle, e lasciai andare il respiro che stavo trattenendo. Wow, questa sì che era stata un'esperienza. Era un sacco di tempo che non mi sentivo nervoso davanti a qualcuno. E poi, non ricordo neanche quando è stata l'ultima volta che ho parlato con qualcuno così... diverso. Ma diverso in senso buono, credo. Non era come tutti gli altri che mi guardavano subito con un'aria di ammirazione negli occhi, lui faceva capire che avrei dovuto guadagnarmi il suo rispetto. E per qualche motivo, questo era uno degli aspetti che preferivo in lui. Non ne potevo più di gente che faceva tutto quello che volevo solo per via della mia popolarità. Dopo i dubbi iniziali, lui mi aveva dato carta bianca: con lui potevo essere chi e cosa avrei voluto essere.

Ma chi volevo essere?

Era una domanda difficile. Aveva subito messo in chiaro che non gli piaceva la mia maschera da bullo, ma non potevo mandare all'aria la mia popolarità per un tipo appena conosciuto. Oltretutto, più parlavo con questo ragazzo e più mi accorgevo che non volevo solamente essergli amico. Sinceramente, mi ci era voluta tutta la mia buona volontà per trattenermi dal prenderlo per i suoi bei fianchi stretti e spingerlo con me in un bagno, e togliergli quella stupida maglietta per poi- scossi la testa, presi dell'acqua fredda e mi ci bagnai il viso. Ora non era il momento. Non era proprio il momento.

Non avevo mai avuto pensieri del genere. Voglio dire, ovvio ho avuto pensieri maliziosi prima d'ora, in fondo sono un diciottenne. Solo... non pensieri del genere. Ero abituato ad allontanare i pensieri sconci, lo facevo in continuazione. Non potevo certo pensare ai modelli di Abercrombie mentre passavo nei corridoi di una scuola praticamente omofoba. Se mi fosse scappata qualche parola di troppo e mi fossi tradito? Era preoccupante come poche parole avrebbero potuto rovinare tutto. No, non potevo mandare tutto all'aria per 'Troye con la e'. C'erano cose più importanti di un potenziale fidanzato, e tra queste c'era la mia sicurezza. E poi, come mi potevo scordare della farina sui suoi pantaloni? Lui aveva già qualcuno.

Al solo pensiero mi venne una fitta al cuore. Raccolsi la mia roba dal pavimento dove l'avevo buttata. Lo stavo facendo già, mi stavo perdendo pensando a lui. Dovevo uscire da quella stanza, prima che i pensieri ritornassero a essere sessuali. Voglio dire, sarebbero senz'altro tornati, e volevo che tornassero, ma solo non ora. Volevo pensarci in un posto più privato, senza dovermi preoccupare che la gente mi vedesse in qualsiasi momento. Beh, a meno che non si trattasse di lui.

Cavolo, sono proprio disperato.

Aprii la porta con un'espressione determinata. Non penserò a lui. Non penserò a lui. Non penserò a lui. Non-

Smisi subito di ripetermi nella mente quelle parole quando vidi ciò che stava accadendo. Che diavolo stava facendo a Troye con la e? Mi avvicinai subito ai due, per poi spingerlo da parte. Allentò la sua presa su Troye, poi le gambe gli cedettero. Lo afferrai per il colletto per evitare che cadesse a terra. Nonostante fosse un coglione, era comunque mio amico.

Cercai Troye con lo sguardo, ma lui stava già praticamente correndo via. Come dargli torto, in fondo nessuno sarebbe voluto restare nei paraggi di chi ti ha appena cercato di menare. Ma comunque mi dispiaceva, mi sentivo quasi abbandonato da lui. Mi aspettavo almeno un grazie, sarebbe bastato quello.

"Tyler, che ti prende? Chi è quel ragazzino?" Lo guarda abbastanza male, ma non potendo spiegargli tutto nel corridoio, lo trascinai nel bagno. Appena entrati mi riposizionai nel mio solito posto sul ripiano dei lavabi.

"Allora? Hai intenzione di prenderlo di mira solo tu? O siete 'amici'?" Mi sentii a disagio: non potevo dirgli esattamente la verità. Primo perché non sapevo neanche io che cosa fosse Troye per me, ma soprattutto perché Caspar non avrebbe mai accettato che uno del suo giro fosse amico di uno fuori del gruppo. Farlo entrare nel nostro giro mi sembrava proprio fuori questione visto se non piaceva a Caspar, tutto il gruppo avrebbe cercato di spaventarlo a morte per farlo andare via. E avevo ben capito che a Caspar proprio non piaceva quel ragazzo, visto che lo teneva sollevato per il colletto senza un motivo. Quindi avevo solo un'opzione.

"Sì, me lo voglio tenere solo per me. Non è neanche passata la prima ora dell'anno scolastico e già stava cominciando a far girare voci su di me. Gli farò passare un anno d'inferno." Dissi, facendo una smorfia drammatica. Solo il pensiero di fare del male a Troye mi faceva star male, ma Caspar non doveva saperlo per forza. Gli avevo detto solo una piccola bugia per togliermelo dai piedi. E poi la mia bugia avrebbe giustificato il tempo che volevo passare con Troye.

"E perché non posso darti una mano?" si lamentò. Sollevai gli occhi al cielo.

"Perché, giovane uomo, questa è una questione personale." Mi guardò come se avessi fatto la battuta più infelice della mia vita. A me faceva ridere, però a pensarci bene, lui non rideva molto spesso. Beh, a parte quando terrorizzava studenti innocenti. Se c'era una persona che non mi sarebbe mancata dopo il diploma, quella sarebbe stata certamente Caspar Lee. Aveva un po' di stima per me, per qualche motivo che non so, quindi almeno non dovevo preoccuparmi che mi prendesse di mira, anche se nessuno lo fermava dal farmi commenti passivo – aggressivi e battutine ironiche. Una volta, il primo anno che ci conoscevamo, mi chiese addirittura che ci facevo con i fighetti come lui se ero evidentemente molto più fico di loro. Non ne parlammo mai più, ma ciò che mi aveva detto mi era rimasto impresso. Non volevo neanche essere il più fico, mi bastava essere abbastanza popolare da non dovermi preoccupare di essere preso di mira. Volevo solo passare gli anni del liceo in pace, ecco tutto. Non capivo perché era diventato all'improvviso tutto così difficile. Ormai era come se vivessi due vite separate, una a casa e una a scuola, e non potevo esattamente smettere di viverne una delle due.

"Okay, fallo secco anche da parte mia, allora. È un ragazzino fastidioso." Annuii, anche se dentro di me ero furioso. Come poteva essere quell'adorabile timido esserino, un ragazzino fastidioso? E poi Caspar non ci aveva mai neanche parlato. Non era proprio nella condizione di giudicarlo.

"Non è meglio se vai in classe ora?" gli suggerii.

"Sì, farò meglio ad andare..." rispose con un sospiro.

"E allora vai!" lo spronai, cercando di fargli capire che volevo essere lasciato solo. Avevo molto a cui pensare, e non volevo certo che lui mi stesse ancora fra i piedi. Sospirò ancora, probabilmente poco attratto dall'idea di andare in classe, ma finalmente se ne andò, facendo sbattere la porta. Una volta solo, pensavo di potermi rilassare, ma invece ero più teso del solito. Era successo veramente. Avevo trascinato Troye in tutta questa storia senza neanche rendermene conto.

Feci un respiro profondo, e decisi di andare da qualche parte, qualsiasi parte, per distrarmi da tutto. E per 'tutto' intendevo un misterioso ragazzo dai capelli color cioccolato e cupi occhi azzurri. A dire la verità, non sapevo bene cosa fare. Non mi era mai successo qualcosa che non rientrasse né nella mia 'vita a scuola' né nella mia 'vita a casa'. Avevo un po' paura. Ad essere sinceri mi era anche passato in mente di lasciare perdere Troye per evitare di rimanerci male, se fosse andata male con lui. Ma non potevo farlo. Quel ragazzo mi prendeva troppo. Dovevo per forza conoscerlo meglio, altrimenti non me lo sarei mai perdonato. Volevo sapere tutto di lui. Perché era così carino e dolce, ma tutta la scuola non sapeva neanche della sua esistenza? Perché i suoi occhi sembravano così tristi anche quando sorrideva? Perché sembrava sempre sulla difensiva, come se tutti volessero attaccarlo?

Volevo assolutamente scoprire tutto ciò, non m'importava quanto tempo ci sarebbe voluto.

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Surprise! Ecco il capitolo, anche se minuscolo, che fa capire un po' cosa ne pensa Tylah di Troye.. quindi.. Tah-daaaah!

Un apiccola nota, quando Tilly dice 'giovane uomo', è la traduzione che ho trovato per 'young grasshopper', letteralmente 'giovane cavalletta'. A quanto ho capito è un riferimento alla serie anni '70 "Kung Fu", google docet. La versione in italiano è stata tradotta con 'giovane uomo', ma se voi avete visto questo episodio della cavalletta, mi potreste dire se è tradotto così veramente? eheh la mia conoscenza sulle serie tv anni '70 è moolto limitata!

Comunque.. chi sta vedendo Auguest? Il Disney Challenge con Zoe mi fa sempre scassare - soprattutto perchè io non ne indovinerei una, tranne magari Il mondo è mio - ma poi le facce e le vocine di Tyler sono adorabili!

Vado, ma spero di tornare presto con il capitolo Sette! Besitos!

--    P.S. Grazie mille per aver votato i capitoli seguenti, ogni volta che mi arriva una notifica del genere sono sempre felice, tipo okay, a qualcuno piace realmente la roba che traduco, non sto scrivendo a vuoto!   --

Freak (Troyler au) ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora