Perdonami, angelo mio

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Piccola nota prima di iniziare : Questo capitolo si sarebbe dovuto collocare prima del capitolo due Risveglio, avevo una mezza idea di inserirlo ma poi ho deciso di tagliarlo perché superfluo, almeno secondo me :) spero vi piaccia :)

Anakin Skywalker aprí gli occhi, non si trovava più sulla Morte Nera, non c'era più Luke.

Era in un luogo che aveva amato più di qualunque altro luogo nella galassia un luogo che lo aveva visto felice insieme alla donna che aveva amato più della vita stessa e che il destino gli aveva strappato dalle braccia prima del tempo.

La regione dei laghi era meravigliosa, come nei suoi ricordi di ragazzo.

Sentiva la sensazione dell'erba sotto gli stivali, il vento tra i capelli....

Capelli? Un secondo lui aveva perso i capelli oltre a tutto il resto del corpo cadendo nella lava di Mustafar.

Si portò le mani al viso, rendendosi conto che erano entrambe umane, non una umana e una prostetica.

Non capiva, come era possibile che la Forza gli avesse restituito il suo aspetto di quando era giovane dopo quello che aveva fatto.

Non credeva che fosse possibile.

Si guardò la mano sinistra e notò che la fede nuziale era ancora al suo dito.

Che la Forza gli stesse dando una seconda possibilità?

Si incamminò verso la villa di Varykino che svettava contro l'orizzonte, con il cuore in gola.

Sentiva le mani sudare e lo stomaco che si chiudeva in una morsa impenetrabile, mentre la paura di ciò che avrebbe trovato una volta varcata la soglia gli chiudeva la gola.

Si sentiva come se non stesse vivendo quello che vedeva passargli davanti agli occhi, non riusciva a credere stesse succedendo davvero.

Non era possibile, lui era un mostro.

Aveva ucciso e torturato migliaia di innocenti, tra cui la sua stessa figlia.

Come poteva uno come lui meritarsi di rivedere colei che aveva amato più della vita, per salvare la quale aveva perso se stesso?

Salí le scale che portavano all'ingresso secondario.

La casa era deserta come non lo era mai stata nel corso degli anni in cui lui e Padmé ci avevano vissuto. Attraversò il corridoio e le stanze che conosceva come le sue tasche fino ad arrivare alla porta finestra che dava sul balcone, il quale offriva una vista meravigliosa sul lago.

Era quello il posto dove avrebbero voluto crescere i loro figli, il luogo dove avrebbero voluto vivere sereni lontano da tutto e da tutti.

Invece la sua giovinezza e avventatezza avevano rovinato tutto.

Se avesse ascoltato Padmé anziché Palpatine sarebbe stato meglio.

-Coraggio, Anakin puoi farcela - l'uomo mise mano alla maniglia della porta e la aprí.

Ed eccola lì, in piedi avvolta nello splendido abito azzurro con il quale era stata seppellita, tra i capelli aveva fiori bianchi, che sembravano stelle luminose.

Come poteva lui aver meritato l'amore di una creatura simile?

Più vicina ad un angelo che ad un essere mortale?

Eppure tutti i poteri di cui Anakin disponeva erano stati inutili nel momento del bisogno.

Non aveva compreso che l'unica cosa che Padmé voleva era l'amore di suo marito ed era quello, l'amore, non il potere che l'avrebbe salvata.

Anakin era giunto a questa conclusione troppo tardi e doveva dire grazie a Luke, al suo bambino, se ciò era stato possibile.

Padmé mosse leggermente la testa girandosi in modo che Anakin potesse vederla in viso.

Se già quando l'aveva vista da dietro gli era sembrata bella, ora che poteva rivederla in viso gli sembrava ancora più bella dell'ultima volta che l'aveva vista viva.

Poiché, nessuno lo sapeva, ma Darth Fener ogni anno nel giorno in cui ricorreva quello che sarebbe stato il suo anniversario di matrimonio con Padmé andava su Naboo, al mausoleo.

E lì piangeva tutte le sue lacrime e si malediva per ciò che era diventato, osservando il volto della sua amata rigida e immobile in quel sarcofago che impediva al corpo di deteriorarsi così che anche dopo ventitré anni, il corpo di Padmé era identico al giorno in cui era stata seppellita.

Padmé lo guardò per un lungo istante, come se volesse essere certa che fosse davvero lui e non un miraggio.

Anakin non osava guardarla in faccia, anzi appena lei fece un passo verso di lui, l'uomo che tutti conoscevano con il nome di Darth Fener, cadde in ginocchio come il più dispiaciuto dei penitenti.

-Padmé, mi...mi dispiace...probabilmente tu mi odi...- le parole gli morirono in gola, mentre una lacrima solitaria scivolava lungo il viso indurito dal tempo e dalla sofferenza.

Padmé era di fronte a lui, avvertiva la sua presenza, il suo respiro tra i capelli, ma l'uomo non osò alzare lo sguardo, non ne era degno.

-Shh - La ex senatrice si inginocchiò a sua volta per essere all'altezza di quello che era tornato a essere suo marito e gli fece alzare il viso, in modo che i loro sguardi potessero incontrarsi di nuovo.

-Ani, sono stanca di odiare. Ho passato gli ultimi vent'anni ad odiare la persona che eri diventato e odiare me stessa per non essere riuscita a contattarti - affermò Padmé.

- Non merito di starti vicino. - la voce di Anakin si spezzò di fronte a quella amara verità.

Era vero, lui non era più degno di lei.

Forse non lo era mai stato.

-Ho sempre saputo che c'era ancora del buono in te ... e ora che il mostro è finalmente scomparso, ora che sei di nuovo il mio Ani. Perché dovrei odiarti?- domandò Padmé.

Anakin la guardò.

Come aveva potuto, Padmé perdonarlo dopo tutto il dolore che aveva causato a tutta la galassia, ma in primis alla sua famiglia?

-Stringimi, Ani ... non vedi? L'amore di Luke è stato ciò che ti ha salvato ... L'amore è la chiave ... Lo è sempre stato ...

Anakin sgranò i suoi grandi occhi color del cielo, ma la strinse a sé, dando sollievo alla sua anima tormentata.

Lui aveva bisogno di Padmé, era sempre stata il suo punto di riferimento e ora, era di nuovo tra le braccia del suo unico e vero amore.

Grazie, Luke.

Fu il solo pensiero che passò per la mente di Anakin.

Il Vento del Destino - Scene eliminate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora