𝖂𝖍𝖊𝖓 𝖎𝖙 𝖆𝖑𝖑 𝖇𝖊𝖌𝖆𝖓

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Non era certo la prima molta che il suono della sua sveglia la buttasse giù dal letto. Ciò che è veramente strano è che per la prima volta era in ritardo per lavoro,
non le era mai capitato. Eppure chi non la conosce potrebbe pensare che non è un'occorrenza poi così strana, considerando che la sera prima si trovava nel pub più affollato di Londra con le sue amiche, ma per qualcuno come lei arrivare in ritardo è inconcepibile, non se lo sarebbe mai perdonato.

Prese di corsa il suo telefono e vide distrattamente l'orario prima di correre a lavarsi: 6.02AM, Lun 4 Oct 2020. Il suo turno iniziava alle 7 in punto.
Aveva poco tempo per prepararsi. Prese un semplice pantalone nero molto largo e un maglione beige con il colletto. Non aveva certo tempo per truccarsi.
Chiavi alla meno e borsa pronta, scese di corsa per le scale, sapeva bene che l'ascensore le avrebbe fato fare tardi. Salutò velocemente il portiere del suo condominio e corse per i marciapiedi di Londra.
I capelli le davano particolarmente fastidio quella mattina, prese un elastico per capelli e li legò in uno chignon basso e molto scombinato. Non poteva fare a meno di pensare che se la sera precedente non avesse bevuto quel drink di troppo non si sarebbe trovata in questa situazione. Le fa male la testa e ancora non ricorda gli eventi di ieri sera. Ventisette anni e si comportava ancora come un'adolescente che vuole fare nuove esperienze. 
Tra la confusione intorno a lei si preoccupa di inviare un messaggio alle sue amiche:

-Elly, sei già a lavoro??

La risposta non si fa attendere.

-Si certo! Ieri sera tu e Riona avete proprio esagerato, era probabile che arrivassi in ritardo oggi ;)

-Come potevo dire di no a Rio? Domani parte per la Spagna per quel posto di lavoro, chissà quando la rivedremo:(

-Conoscendola ci chiamerà ogni minuto! Sbrigati dai.

-Arrivo!

Posò il telefono nella tasca della sua giacca e si concentrò finalmente sula strada.
Nonostante la fretta prende comunque il suo tempo per fermarsi a semaforo, sa bene che in una metropoli grande come Londra è molto pericoloso attraversare.
Passano 5 minuti pieni, in lontananza si sente un clacson e finalmente ecco il lasciapassare per i pedoni. Cammina insieme alle altre persone, il suono di quel clacson diventa però sempre più intenso. Si gira per capire e perde quasi il respiro nel vedere che una macchina in lontananza non accenna a fermarsi. L'automobile colpisce un idrante e slitta in orizzontale, non ci fu nemmeno il tempo per mettersi a riparo che la collisione era già avvenuta.

Aprì lievemente gli occhi, si domandava se il fosse stato solo un brutto sogno ma un forte dolore alle costole e le grida delle persone la riportarono alla realtà, cominciò a tossire. Provò a sollevarsi con le suo forze, una volta in piedi vide i suoi vestiti sporchi di sangue, soprattutto il suo maglione. Lo sollevò con delicatezza e vide un taglio tra le costole di destra per cui sarebbero serviti più che semplici punti di sutura. I suoi palmi erano graffietti così come le sue ginocchia. Era passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che ha desiderato piangere con tutta se stessa. La paura, il dolore, tutte cose a cui non era abituata. In sottofondo però sente piangere una lieve voce. A dieci metri di distanza da lei vide un piccolo bambino chino su qualcuno accasciato a terra, non può fare a meno di correre in soccorso.

-Piccolo! Che succede, è tua madre?

Il bambino annuisce terrorizzato.

-Non ti preoccupare, fammi dare un occhiata così vediamo se posso aiutarla.

Controlla i segni vitali e per fortuna non è a rischio, la donna sarà svenuta per lo spavento. Anche il bambino sembrerebbe illeso. Tra a confusione e il pianto del piccolo ecco che sente un suono felice di riconoscere, un'autoambulanza. Un paramedico si avvicina a lei e la riconosce.

𝕺𝖓𝖊 𝖍𝖊𝖑𝖑 𝖔𝖋 𝖆 𝕯𝖗𝖊𝖆𝖒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora