Capitolo 5

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Era un bacio lento e appassionato, di quelli che dopo uno ne vorresti altre mille. Lo ricambiai. Volevo smettere, o meglio dovevo smettere, ma era come smettere di mangiare la Nutella con il cucchiaio quando si sta da soli a casa, impossibile. Non mi ero resa conto di aver chiuso gli occhi, e quando li riaprii, lui mi stava guardando. Non volevo smettere di baciarlo, e una parte del mio cervello mi diceva Kasey, smettila. Lui è un TRIBUTO, non un ragazzo di cui ci si può innamorare. Ma l'altra mi diceva Dacci dentro ragazza! e io, ovviamente, scelsi quella che mi diceva di continuare. Ad un tratto il treno fece una brusca fermata, che ci fece cadere a terra. Così, a malincuore, dovetti alzarmi e andare a controllare che cosa fosse accaduto. Passai prima nella stanza di Ellie, stava dormendo, bene, pensai così io e Andrew avremo qualche momento privato in più. Percorsi l'intero corridoio che portava alla stanza del macchinista e, quando lo vidi, gli chiesi: "hey, cosa sta succedendo?" "Nulla di cui preoccuparsi, signorina Trinket. C'è stato un guasto, e il treno non può ripartire. Ho già chiamato per far arrivare un secondo treno, ma al momento sono tutti occupati, perciò dovremo aspettare fino a domani. Mi dispiace." mi disse "Ehm, okay. Ma l'allenamento per i ragazzi? Saranno svantaggiati rispetto agli altri." "Oh, no, no. è già successo,l'allenamento, come i giochi, inizieranno con un leggero ritardo." "Va bene, almeno non rimarranno indietro." detto questo me ne andai. "Kasey, che è successo?" è Andrew che me lo chiede "Oh, nulla di che. C'è un guasto, e domani arriverà il treno per portarci a Capitol City." "Perfetto." Ci incamminammo insieme verso il mio alloggio, che era il primo di tutti gli altri, "Beh, io direi di riprendere da dove avevamo lasciato..." aveva un sorriso malizioso mentre lo diceva, io sorrisi, si insomma cosa avrei dovuto dire. Lo baciai, ma non era come prima. Adesso sentivo in lui una voglia maggiore, voleva qualcosa di più. Non voleva fermarsi a dei semplici baci. Lasciai per me quella riflessione, fino a quando non mi mise una mano sotto la maglietta. "Fermo!" gli dissi "Cosa pensavi di fare?!" "Pensavo che che anche a te andasse qualcosa di più." mi disse. Che faccia tosta! "No. Non voglio altro. Sai, le cose si fanno gradualmente." mi spostai da lui, ed entrai dritta nella mia camera. "No Kasey aspetta!" mi disse attraverso la porta, mentre sbatteva le mani su di essa. "Dai Kasey scusami, sono stato un idiota, non avrei dovuto fare quello che ho fatto." "Andrew, per favore, smettila di tirare pugni sulla porta e vai nella tua stanza. Ti prego." la porta smise di battere, Andrew se ne era davvero andato. bene, finalmente. Cosa pensava quello? Che dopo nemmeno un giorno di conoscenza avremmo già fatto sesso.  "aspetta, ma cosa sto dicendo? Perchè non è rimasto a scusarsi attraverso una porta? Dio, perchè ha dovuto mettermi una mano sotto la maglietta? Ogni cosa a suo tempo, ma lui nooo, voleva farlo subito..." dissi e diedi una botta con la mano sulla porta, mentre intanto mi sedevo a terra con la schiena appoggiata alla porta. "Kasey..."  chi...Andrew,  "Kasey, scusami. Sono stato impulsivo, non ho pensato che tu non volessi. Succederà qualcosa, quando e se vorrai." silenzio "Almeno rivolgimi la parola..." mi disse "Andrew. Hai sbagliato, e a me queste cose danno molto fastidio. Perciò credo sia meglio che questa cosa, finisca." avevo le lacrime agli occhi. "No Kasey!" "Andrew, ne parliamo domani. Buonanotte." "Si, buonanotte col cavolo..." Mi dispiaceva per Andrew, ma io non sono il tipo di ragazza che con due paroline dolci ti cade hai piedi. Se sbagli paghi. Anche se mi dispiaceva, io non sono un giocattolo.

Appuntamento a Capitol CityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora