capitolo diciannove

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Serpeverde contro Corvonero

In una fredda mattinata di Febbraio, Rebekah fu dimessa dall'infermeria e sembrò riprendersi del tutto.
Suo fratello Harry, passava ogni giorno da lei prima delle lezioni e prima degli incontri dell'ES, portandole di tanto in tanto delle cioccorane o del cibo ben diverso da quello che le veniva servito in infermeria.
Draco invece per la maggior parte del tempo passava la sera insieme a lei (raramente la notte, poiché Madama Pomfrey non glielo consentiva quasi mai)
Mentre il resto dei suoi amici, andavano a trovarla un giorno sì e l'altro no.

Era il dieci di Febbraio e la giovane Serpeverde quella mattina, stava svogliatamente mangiando un croissant. Nel frattempo tutti erano intenti nel parlare solo ed esclusivamente del giorno di San Valentino, la ricorrenza, a parer suo, più stupida e infantile al mondo.
Per lei, dopo quello che aveva passato con Ethan, l'amore era semplicemente un confidare a qualcuno il punto più scoperto dove poterla colpire se mai avesse smesso di amarla.

Solo in quel momento sembrò ricordare le parole di Piton che le aveva detto quando si era lasciata con Ethan:«non associare mai la tua felicità ad una persona Rebekah... una relazione dovrebbe aggiungere qualcosa alla tua vita, non essere la tua vita»
E quella frase, Rebekah, era certa, che non l'avrebbe mai dimenticata.
Era così piena di significato, così vera...e allo stesso tempo importante per lei.
A richiamare la sua attenzione fu Draco, la ragazza non si era neanche accorta che si era seduto proprio accanto a lei.

«Stai bene?» le sembrò di sentire, mentre Malfoy poggiava delicatamente una mano sulla sua.
Tutti i suoi amici la stavano fissando, e lei non si era nemmeno accorta di essersi persa nei suoi pensieri facendo cadere il cornetto nella tazza contente un tè fumante.
«Oh..» mormorò istintivamente, dopo essersi ripresa da quello che sembrava essere uno stato di trance.
Piton la fissava ancora da lontano, facendo attenzione ai suoi movimenti, in modo da non perderla mai d'occhio.

Dopo quell'episodio, dove tutti erano rimasti a fissarla, sbigottiti e preoccupati... Rebekah cercò di stare attenta ai discorsi banali dei suoi amici, e alle lezioni, con il quale non aveva avuto problemi a recuperare grazie agli appunti che le avevano fornito Draco e Harry.

«Stasera il preside di Hogwarts farà un annuncio insieme alla Umbridge» udì Rebekah nel tardo pomeriggio mentre, insieme a Daphne si dirigeva verso l'ufficio del professor Piton a chiedere un permesso per uscire quella sera.
Per un istante la ragazza dai capelli neri pensò che Silente insieme alla Umbridge avrebbero potuto ucciderla da un momento all'altro a causa di quella proposta così sciocca.
Ma i suoi pensieri furono abbandonati e sostituiti da un padre furibondo che avrebbe potuto lanciarle un incantesimo per farle chiudere la bocca da un momento all'altro.

«Volevamo solo distrarci» ammise sconfitta Daphne che era rimasta in silenzio per tutto il tempo, rimanendo in disparte.
«Crede sia un'ottima idea signorina Greengrass? Passare la serata a Hogsmeade dove appena due settimane fa è stato appiccato un incendio da persone ancora ignote?» disse con voce melliflua scrutandola con fare severo.

Era questo, quello che era stato raccontato dai professori al resto degli alunni.
Era stato detto loro che qualcuno, persone ancora conosciute, avevano appiccato un incendio, distruggendo gran parte di Hogsmeade.
E Rebekah, trovandosi lì, avrà sicuramente sbattuto la testa da qualche parte dopo aver perso i sensi a causa del troppo fumo.
Ma persone come Draco e Harry, che conoscevano perfettamente quella luce verde che si era insinuata nel cielo a tarda notte... sapevano che era stato il signore oscuro.
Ma, ancora una volta, nessuno credeva al ritorno del signore oscuro, ancora una volta i suoi mali venivano archiviati e nascosti da bugie per proteggere gli alunni di Hogwarts. Ignari del fatto che così facendo, non facevano altro che metterli in pericolo. Nascondendo loro la gravità delle cose che stavano realmente accadendo, non facevano altro che metterli a rischio.

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