Come Un Fulmine

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E' passata una settimana dalla litigata con Noah ed è inutile dire che vagavo per la stanza come un'anima in pena. 

Mor mi porta il cibo e Elly mi tiene compagnia riuscendo a strapparmi dei sorrisi nonostante la tristezza che mi pervade.

Ora però basta. 

Oggi mi sono svegliata con una carica insolita, mi sento diversa. Rigenerata, elettrizzata, forte.

Non me ne starò un giorno in più con le mani in mano, per questo ho deciso di cominciare da Ravenshore. Una città che conosco come le mie tasche, una città dove gli Oscuri non hanno via di scampo. So dove si nascondono, le Ombre che attirano attorno per celarsi nell'oscurità. Quelle però non mi terranno alla larga perchè riesco ad avvertirli, perchè li sento fin sotto le ossa. 

Indosso la tenuta e mi faccio una coda alta. Uso il nastro azzurro che mi regalò mia madre, come portafortuna. Prendo il pugnale di mio padre e altri tre forgiati con legno di biancospino e argento.

Non sarò un Prodigio ma so combattere e non devo dimostrarlo a nessuno. Non lascerò mai più che qualcuno mi imponga dei limiti o che mi faccia sentire inadeguata.

Non lascerò che qualcuno mi dica quanto valgo.

Da quanto tempo non andavo a caccia di Oscuri da sola?

Troppo.

Il brivido della caccia mi fa saltellare da una parte all'altra mentre mi preparo. Elly smette persino di giocare per osservarmi.

-Sei felice- dice con un sorriso.

-Non so se sia felicità o semplicemte una precoce pazzia. Però mi sta bene-

-Precoce- sussurra lei gustandosi la nuova parola che aggiungerà al suo vocabolario.

-Oggi è il giorno della mia rinascita- annuncio a Mor appena entra dalla porta con una pila di asciugamani.

Sgrana gli occhi e lancia un'occhiata a Elly in cerca di spiegazioni ma lei si limita a scuotere le spalle.

-Mor starò via per un po', non so quanto di preciso- le afferro le spalle per guardarla negli occhi -Stai attenta a Elly-

-Dove vai?- mi domanda con l'apprensione che le segna la voce.

Le sistemo la cuffietta candida prima di scoccarle un bacio sulla guancia - A fare ciò per cui sono stata creata-

Lei pare allarmarsi ulteriormente -Cioè? -

-Uccidere gli Oscuri e rispedirli nel loro fottuto mondo! -

-Fottuto- mormora Elly ripetendo la parola svariate volte.

Alzo un dito contro di lei -Togli questa parola dal vocabolario intesi? -

-Sei sicura di ciò che fai?- richiama la mia attenzione Mor sempre con un tono preoccupato.

-Sono sicura di tre cose in questo mondo. Che mi chiamo Diane, che amo te e Elly e che sono brava ad uccidere gli Oscuri-

Fa un sospiro profondo rispondendo dopo svariati secondi -Bene allora vai-

Saluto entrambe, e dopo essermi staccata a malincuore da Elly esco dalla stanza.

Scendo le scale lentamente mentre mi sistemo le armi attorno alla vita, mi assicuro che siano ben salde dato che prevedo una lunga corsa all'inseguimento.

-Dove stai andando?-

La voce di Noah mi sorprende ma nonostante ciò non alzo lo sguardo e non sussulto.

-Non ti riguarda- affermo tutta presa a mettermi i guanti di cuoio. Li odio, li ho sempre odiati ma sono utili per andare a cavallo.

-Certo che mi riguarda, io sono...-

Lo interrompo subito puntando i miei occhi nei suoi. Cerco di non provare niente nel scrutare quegli occhi che fino a poco tempo fa non vedevo l'ora si posassero su di me -Sei cosa? Siamo arrivati a questo punto Noah? Siamo arrivati al punto in cui mi imponi cosa devo fare solo perchè sei il futuro di re di Adamantis?- sorrido, uno di quei sorrisi gelidi e distaccati.

Stringe i pugni e fa un passo nella mia direzione -Il fatto che tu abbia litigato con me non ti impone di metterti in pericolo solo per provare il brivido della ribellione-

La rabbia si annida nel mio stomaco e il sangue mi ribolle dentro in un modo mai provato prima -Tu pensi davvero che qualunque cosa io faccia dipenda dalla litigata o dal fatto di far vedere qualcosa a qualcuno? Non capisci niente Noah, sei troppo concentrato a tenerti in bilico sul tuo stramaledetto piedistallo. Io mi dissocio da questa stupidaggine, non ne posso più-

-Pensi di potermi fare la ramanzina solo perchè sei nata a Ravenshore? Pensi di essere l'unica ad avere problemi Diane? Forse sei tu quella che pensa solo a stessa- sbotta con un tono basso e gelido.

Sussulto e penso alla mia vita. Ai sacrifici che ho fatto. Alle notti insonni dopo la morte di papà in cui mamma e Clarissa non riuscivano neanche ad alzarsi dal letto e io dovevo provvedere a tutto, facevo elemosina tutto il giorno solo per portare qualcosa da mangiare la sera, per non lasciarle morire di fame. Quei giorni in cui trovavo poco cibo e lo portavo in camera e fingevo di aver mangiato per lasciarlo a loro. Così per mesi. Poi la morte di mamma e la mia lotta per far riparlare Clarissa, per farla mangiare. Avevo paura che mi abbandonasse anche lei e così fece l'anno seguente. Penso agli anni seguenti in cui uscivo di casa solo per uccidere le persone che torturavano quelli della mia città, alle volte in cui ho ucciso gli Oscuri salvando le loro prossime vittime.

Io non penso solo a me stessa, e se questo è il suo parere vuol dire che non mi ha mai conosciuta.

-Bene- mi limito a dire -Bene-

Lo guardo un'ultima volta prima di uscire senza nessuna emozione che mi segna il volto.

Penso che abbia recepito il messaggio. Non mi deve più parlare.

Monto su Ombra, accarezzandoli il muso.

-Buongiorno mio vecchio amico, tutto bene?-

Nitrisce e strascica gli zoccoli sulla terra -Anche io sto bene, dopo tutto-

Sospiro e inizio a cavalcare nel ventre della foresta che ormai conosco a memoria. Gli alberi robusti e alti non permettono ai raggi di sole di illuminare il cammino, nonostante conferisca al luogo un non so che di tetro devo dire che non mi immaginerei questa foresta illuminata a giorno.

Questa foresta è fatta per essere oscura.

Mentre osservo distratta ciò che mi circonda un pensiero mi balena in testa come un fulmine a ciel sereno.

Mi viene in mente un episodio avvenuto circa due mesi fa.
Era la mia prima missione con il gruppo dell'Unione Suprema. Ci trovavamo a sud di Acient, al confine con le Terre Morte. Eravamo nel bel mezzo di una landa estesissima di alberi e natura selvaggia di ogni tipo. Una foresta come questa, senza raggi di sole che ti guidino durante il cammino.
Mi ricordo di aver iniziato a correre attratta da qualcosa di invisibile. Da un richiamo che non potevo rifiutare.

Il baratro da cui Noah mi ha salvata giusto in tempo.
Quel baratro oscuro, senza fondo.

Un varco.

Come hanno fatto tutti a dimenticare? Com'è possibile che Noah, Clancy, Damian o Chris se ne siano dimenticati?

Eppure quel varco esiste e a nessuno è mai venuto in mente.

-Fermo- ordino al cavallo tirando le redini con forza -Cambio di piani-


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