Chiave: verita e menzogna - SlyCooper17

69 4 4
                                    

Una cover stupenda, sulla quale non ho davvero nulla da dire, perché ogni volta che mi è capitata sott'occhio ho trovato ben fatta e intrigate

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Una cover stupenda, sulla quale non ho davvero nulla da dire, perché ogni volta che mi è capitata sott'occhio ho trovato ben fatta e intrigate.
I colori si armonizzano, lo sfondo fa risaltare le chiavi, d'oggetto dominante della scena, e i bollini neppure disturbano l'occhio.
Ben studiata, complimenti.
La domanda che mi faccio dopo aver letto sei parti, però, è: "Queste chiavi rappresentate saranno presenti o sono una metafora?". Da lettrice ci rimarrei male a scoprire un soggetto diverso come fulcro della trama; e dato il flauto di Pip, chissà...

TRAMA:

Primo volume.
Pip vive con i genitori in un piccolo villaggio del Vietnam e in seguito a un doloroso lutto entra in possesso di un misterioso flauto. Questa scoperta segnerà l'inizio di un lungo viaggio verso Londra, durante il quale lui e la madre saranno coinvolti in una fitta rete di inganni e tradimenti. Il rapimento di uno dei due fa da preludio, nella caotica Roma, all'entrata in scena della famiglia Bacco. Uno dei suoi componenti nasconde un segreto che porterà a inevitabili conseguenze.
A Mestre un giovane e intraprendente giornalista scopre questo sconvolgente scheletro nell'armadio ed è disposto a tutto per renderlo pubblico, finendo in una spirale di violenza e corruzione.

Gira la chiave, apri la porta e tuffati in un mondo in cui la verità è celata in un cumulo di brucianti menzogne. Amori, intrighi e segreti sono i protagonisti di un'opera in cui tre storie si svolgono in parallelo e s'intrecciano tra loro, dando vita a un'avventura unica.

⭐️⭐️⭐️

Trama interessante, sembra soppesare i giusti livelli di curiosità del lettore comune stuzzicarlo e spingerlo ad aprire il prima possibile; nulla da dire: non saprei davvero scrivere di meglio, io che non ho il dono della sintesi. Ammaliata.

Capitoli letti: 1 capitolo (6 parti).

Premetto che sono una lettrice incallita. Secondo Whattpad, avrei letto una sessantina di pagine prima di fermarmi e soltanto alla fine si scopre qualcosa: potrei dire "beh, le pagine di Wattpad non sono come le pagine di un libro" e giusto, è così, le pagine di Wattpad sono più corte, anche perché un capitolo di 17 pagine Wattpad sono circa 2800 parole; tuttavia mi riservo di fare un piccolo calcolo tra me e me e "Chissà quante parole ho letto di questo primo capitolo". Il problema non è quanto ho letto, ma quanto non ho letto, perché sì: si tratta di una fantasy, probabilmente di un fantasy vecchio stile, e ho idea di trovarmi davanti a un libro molto sostanzioso, molto "alto", che racconterà le avventure di Pip a partire dalla sua prima suonata di flauto nella sesta parte. Ecco che sorge il problema: le persone arrivano davvero a leggere quella sesta parte, o abbandonano prima? Mi sono fatta questa domanda leggendo e non guardando le stelline, perché le stelline (si sa) sono messe spesso per gli scambi (tu stesso hai chiesto pareri sinceri della serie "basta stelline, voglio commenti").

La storia che ci presenti parla di Pip, un ragazzo vietnamita che riceve in eredità un flauto da suo padre. Su questo flauto c'è una leggenda: sarà o non sarà qualcosa di buono? "Lo scoprirete solo leggendo", potresti dire. Vero, ma c'è poco phatos al riguardo e non si è spinti a proseguire. Sei parti sembrano sufficienti a gettare la spugna.

Lo scenario si apre con un lutto, e tralasciando il fatto che ognuno di noi vive la morte in modo diverso, credo sia al quanto sconsigliato trascinarsi la faccenda per sei parti narrative (circa 12.000 parole arrotondando in difetto) con il minimo sentimento e il tema principale gettato da tutt'altra parte. Cosa intendo dire? La storia è di Più e del flauto, non di Più e del fantasma del padre. Se così fosse stato, allora queste 12.000 arrotondate avrebbero avuto uno spessore diverso. La psicologia post mortem va affrontata bene, tra l'altro. Più sembra appena turbato, ma moglie anche, l'amico Nick idem: possibile che nessuno nel villaggio sia addolorato nel vero senso della parola? Descrivere che Più dà i baci alla bara non vale quanto esprimere dei sentimenti con parole altrettanto pregne; per questo bisogna saperle scegliere per musicalità e combinazione.

Non avrei voluto nemmeno sindacare sul worldbuilding, ma quando all'inizio ci presenti un ambiente vietnamita con palafitte che sostengono case di legno ci si chiede "Perché Pip sposta una mattonella nella soffitta della suddetta palafitta di legno?". Potrei aver male interpretato la scena, differentemente c'è davvero bisogno di più dettagli. Stesso dicasi per la locazione temporale. "In che anno siamo?" è la prima cosa che mi è venuta in mente, quando è comparso l'orologiaio, perché sono memore di un documentario girato dall'Accademia della Repubblica di Weimar, che è gemellata alla nostra, la quale ci ha presentato uno scenario un po' diverso delle zone limitrofe a quella da te descritta.

La caratterizzazione dei personaggi non è malaccio, comunque. Ben improntata e sicuramente pronta a svilupparsi nelle parti a seguire. La punta di diamante di questa storia si trova nelle descrizioni, che appaiono dettagliatissime (alcune volte, mea culpa, le ho trovate eccessive per i miei standard). Noto un po' troppo la mano dello scrittore, che muovere le sfortune attorno a Pip; magari è solo caratteristico del genere avventuroso e fantasy, però: ammetto di trovare pochissime volte una storia che esca dagli schemi pur filando liscia nei suoi standard. A ogni modo approfondirei l'aspetto psicologico (non introspettivo) mediante degli studi appositi per rendere più verosimili le reazioni dei personaggi (a partire dai diversi stadi del lutto).

La Banana - RecensioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora