Sugarcoat

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Domenica 25 febbraio 2018

Erwin è tornato a casa tardi la sera prima, appena prima che le lancette dell'orologio si posassero sulle dieci e mezza; generalmente non rimane mai fuori fino a quell'ora, ma la coppia fresca di matrimonio e luna di miele che ha accompagnato a visitare diversi immobili è stata fin troppo esigente e puntigliosa, troppo attenta ai minimi dettagli e all'esposizione luminosa di ogni singola camera delle case che il biondo gli ha proposto.

A Levi è bastata un'occhiata per capire quanto la stessa stanchezza del marito che gli ha strappato decine di sbadigli e poi gonfiato e sbiadito la vitalità delle iridi cristalline gli si fosse insediata fin dentro le membra. Per quello gli si è gonfiato il cuore quando Erwin ha trovato comunque del tempo per lui.

Il senso di colpa ha assunto la forma e la consistenza arida del bolo di saliva che ha ingoiato rumorosamente quando Erwin gli ha proposto di passare l'intera giornata fuori l'indomani, scusandosi per la chiamata di lavoro improvvisa con un bacio che gli ha reso le ginocchia di gelatina e gli ha dato una tachicardia da capogiro.

Hanno fatto l'amore come non lo facevano da tempo. Erwin non è stato rude, né ha rivolto insulti mascherati da frecciatine innocenti al suo corpo sempre troppo pallido, troppo piccolo, troppo fragile, troppo grasso, troppo ossuto, troppo desiderabile da altri, troppo poco attraente per lui. Levi ha addirittura raggiunto l'orgasmo, ed è venuto non curandosi di sporcare il lenzuolo sotto di sé; non gli capita quasi mai di riuscire ad agguantare l'apice del piacere, perché Erwin solitamente ha sempre fretta di prenderlo, di possederlo rincorrendo soltanto il proprio godimento. Al corvino quella stanchezza mezza intorpidita che segue il suo climax quasi fa venire le lacrime agli occhi. È meravigliosa come il bacio che il marito gli lascia sulla fronte, dolce come la buonanotte che gli sussurra sul collo mentre se lo stringe al petto. Il corvino si curerà l'indomani di cambiare le lenzuola, perché perfino la sua misofobia viene sopraffatta da quel momento.

Prova solo pace mentre il suo respiro si fa regolare e ritmico e si addormenta; fra le coperte e il cuscino, non c'è spazio nemmeno per gli strascichi panico dell'aver parlato con Eren e Mikasa. Non è stato scoperto, e quello gli basta; gli basta anche per la mattina dopo, quando un braccio di Erwin ancora lo cinge per la vita e viene svegliato con una carezza morbida sulla spalla. Escono di casa che sono appena le sette di mattina, e Levi ringrazia mentalmente la sua buona stella che quegli occhi verdi ancora non illuminino la casa, che le luci della cucina siano spente e che la sua colazione sia stata decisamente meno appetitosa e nutriente del piatto di pancakesdel castano.

Eren gli avrebbe sorriso se lo avesse visto aggirarsi per la casa con il pigiama ancora indosso e i capelli arruffati, ed il buon umore di Erwin sarebbe scivolato dal filo del rasoio su cui oscilla, perennemente instabile e disgraziatamente volubile, lacerato in brandelli. Allora sì che gli avrebbe urlato contro, sussurratoringhi minacciosi in quella maniera gelida di tormento alle orecchie, mortificandolo e ridisponendo il paletto dell'ennesimo confine imposto.

Eren è off-limits, una presenza che per lui dovrebbe essere trascurabile, un qualcuno di persino troppo facile da ignorare, ma tutto del ragazzo è così intenso che a Levi pare una pennellata spiazzante di vermiglio su di un quadro dipinto di un grigiastro e noioso monocromo. Sa che gli sarà difficile fingere che non esista e che non accenda col sorriso le mura di casa sua, soprattutto quando pare che quel suo stesso sorriso arrivi dritto al petto e alle iridi di Isabel, ma si ripromette di tentare con tutto sé stesso di limitare i contatti con lui. Solo brevi e accennati saluti, frasi di circostanza centellinate e impersonali, vuote. L'opinione di Erwin, il suo amore e la sua tranquillità, sono ben più importanti di un ragazzo che passa fin troppe ore dentro casa sua.

Lo deve ad Erwin che sceglie lui ogni giorno, lo deve a sé stesso e ai suoi doveri di marito, al bene del suo matrimonio, alla promessa che ha fatto a sé stesso di provare a sbagliare il meno possibile.

Pitch Black - Ereri/RirenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora