Sweet Sacrifice

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Questo capitolo contiene scene parecchio forti. Che non l'ho revisionato, ormai già lo sapete. Buona lettura!


Domenica 15 aprile 2018

La sabbia è bagnata, i piedi affondano ad ogni passo instabile; il Mare del Nord non profuma allo stesso modo in cui lo aveva intossicato la sera del trenta di marzo. Sa di cattivi presagi, odora del rimasuglio del temporale e delle nubi scure che coprono il cielo, dell'aria fredda che lo colpisce in viso nonostante tenti di nascondersi sotto la sciarpa e il berretto in lana. Levi si chiede se l'acqua salmastra ha davvero assunto la consistenza inspiegabilmente viscida che ha nei suoi pensieri, se è reale il fatto che la percepisca densa di alghe marce portate alla deriva dalla corrente.

La presenza di Erwin al suo fianco gli morde il cuore, glielo stritola in una morsa fatta di artigli e di una rete invisibile di emozioni e paura che non lo fa battere; l'ansia che prova non fa altro che irrigidire ulteriormente i muscoli della bassa schiena completamente contratti per il freddo. Gli fa male tutto il corpo per quel pianto che tenta di ingoiare troppe volte, per l'anima braccata che assume lo stesso peso impalpabile del silenzio del marito.

Non gli ha rivolto la parola nemmeno una volta da quando sono usciti di casa poco prima; si è degnato solo di rivolgere un sorriso ed un ringraziamento a Kuckel quando gli ha dato una busta con due contenitori ricolmi di farro e verdure per il pranzo, ignorando totalmente Eren ed Isabel in salotto. E quanto ha fatto male a Levi potergli rivolgere solo un breve cenno del capo ed un sorriso malinconico quando invece avrebbe voluto ringraziarlo per il giorno precedente, per non essere stato invadente e aver mangiato la sua porzione seduto al tavolo senza interagire, fingendo magari di trovarsi da un'altra parte e ignorando tutto ciò che gli era accaduto intorno. Levi l'aveva guardato da lontano, intento a sorseggiare una tazza di caffè americano con gli occhi verdi stanchi e preoccupati dopo aver calmato la crisi di Isabel che lo aveva svegliato quella mattina.

Forse è anche per quello che Erwin era furente; s'era alzato dal letto sbuffando e mormorando bestemmie a mezza bocca, inveendo contro la voce acuta della bambina e sbiascicando parole che il corvino non era riuscito a comprendere. È un fascio di nervi tesi, una corda infinitesimamente vicina al punto di lacerazione, pronta a colpirlo con il suo colpo di frusta. Trema per il freddo, si ripete mentalmente; non sente il panico scivolargli nelle vene, non sente il presagio adocchiarlo come un avvoltoio affamato dopo giorni di digiuno, non sente i respiri pesanti del marito farsi sempre più intensi. Non sente niente.

Si costringe a camminare e a seguire il biondo per forza d'inerzia, il corpo che si muove pesante in automatico come quello fatto di ingranaggi complicati e circuiti di un automa.

Non sento niente, si ripete come un mantra mentre i piedi affondano sempre di più, il bagnasciuga si fa più vicino e segue le impronte che Erwin lascia sulla sabbia; può dire dal semplice fatto che il biondo gli stia camminando davanti e non di fianco che è irritato, che sta tentando di contendersi fino a quando saranno abbastanza lontani dal lungomare per parlare.

Non sento niente.

Eppure è tutto reale. È irrealistico quello che prova, - quasi fosse vittima della stessa bolla che lo aveva avvolto quella sera maledetta e che era impregnata del fumo del falò - ma lo percepisce come maledettamente concreto. È concreto il freddo, il modo in cui incespica fra i suoi stessi passi sotto i granelli cedevoli, la paura che lo paralizza e che gli cuce addosso un'armatura fatta di insensibilità, di calma innaturale.

Aveva temuto per giorni il momento in cui sarebbe rimasto da solo con Erwin, facendosi venire le palpitazioni più volte del dovuto e trovandosi a combattere contro qualche conato violento; tutto avrebbe immaginato tranne che in quel momento l'ansia fosse tale da azzerarlo e ridurlo ad un fantoccio completamente in blackout, ad una statua di sale incapace di provare emozioni. Si sente azzerato come se qualcuno avesse bruciato i suoi sentimenti e li avesse cosparsi di sale.

Pitch Black - Ereri/RirenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora