39. Nico

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Nico era esausto; era stata una giornata infinita.
Quando tutti se ne andarono nelle rispettive stanze, attorno alle due, lui si lanciò sul letto che per poco non si richiuse a causa del colpo.
Alcuni istanti dopo, Will lo raggiunse, si mise sotto le coperte, gli si mise accanto e lo abbracciò.
- Grazie, amore.
Era raro parlasse in italiano e soprattutto che chiamasse Will in quel modo, ma quando accadeva era per esprimere il suo massimo livello di gratitudine.
- Per cosa? - Il biondino si mise su un gomito, alzandosi leggermente, e lo accarezzo dolcemente con l'altra mano.
- Per avermi convinto a venire. - Ci pensò un po' su. - Per avermi concesso di chiudere certi capitoli della mia vita.
- Figurati. - Il ragazzo gli diede un bacio all'eschimese. - Ora hai capitoli in sospeso con altri figli di titani?
- No, promesso. - Entrambi risero, forse per la stanchezza, forse per superare l'assurdità di quella giornata. - Che ti ha detto oggi Haz?
Il viso del figlio di Apollo diventò bordeaux. - Non posso dirtelo. O per lo meno, non ora.
Nico odiava rimanere all'oscuro delle cose. Per quanto fosse dura da ammettere il suo difetto fatale era proprio la curiosità.
- Perché? - Cercò di mostrargli il sorriso più dolce possibile.
Will lo baciò per non guardarlo in faccia, ma non cedette. - L'ho promesso a tua sorella. Lo saprai a tempo debito.
Il corvino sbuffò e si arrese.
Si mise in ascolto; udiva in sottofondo l'acqua scrosciante che si infrangeva sugli scogli e sulla spiaggia e il suono del vento che cercava di entrare nelle piccole baite di legno.
Il primo suono era piacevole: gli ricordava l'acqua dei canali di Venezia che si muoveva lenta, il secondo era leggermente più disturbante; gli sembrava di essere nuovamente sulla Argo II.
Nel frattempo i due ragazzi si stavano fissavano negli occhi, persi ad ammirarsi.
- Grazie, signore delle tenebre.
Era da un po' che Will aveva iniziato ad usare quel soprannome con lui e nonostante tutto non gli dispiaceva troppo; sempre meglio di ragazzo morto.
Era un termine che, dopo il suo infarto, era iniziato lentamente a scomparire, non del tutto, ma quasi.
- Di che?
- Per avermi convinto oggi.
Nico si avvicinò ancora di più e si rannicchiò nell'abbraccio del biondino; sentiva il petto muoversi lentamente e mise il viso nell'incavo del collo. Era il suo posto perfetto: protetto da tutto e da tutti, tra le braccia della persona che amava.
- Posso farti una domanda?
Il figlio di Apollo gli rispose leggermente divertito. - La faresti comunque perciò non chiedere neanche.
- Perché hai chiesto a tua madre se fosse un problema che stessi con un ragazzo? È omofoba?
- No. - Will fece un lungo respiro e il corvino lo senti tutto sul suo collo. - Quando ha saputo di essere incinta di me, Apollo non si è fatto più vedere.
- Non l'ha più visto?
Per Nico era inconcepibile. Era abituato a suo padre che tra tutti gli dei era stato uno dei più fedeli: in millenni, aveva tradito Persefone solo con due donne: Maria e Marie, rispettivamente sua madre e quella di Hazel, e, nonostante tutto, non le aveva mai abbandonate.
Invece per Apollo le donne, ma anche gli uomini, erano solo un passatempo e spesso il dio, non appena scopriva che erano rimaste incinte, gli dava un biglietto del campo mezzosangue e spariva dalla circolazione.
- Una sola volta. - Will sospirò nuovamente. - Ma non andò a trovarla. Naomi lo vide giacere con il suo gemello, mio zio Tim.
Nico si strinse maggiormente nell'abbraccio. - Certo che la tua famiglia è un vero casino.
- Già. - Il biondino ridacchio e gli diede un bacio sulla fronte. - Adesso dormiamo che domani sarà una lunga giornata.
Si diedero un dolce bacio e poi, alcuni minuti dopo, crollarono tra le braccia di Morfeo, dopo quella infinita ed estenuante giornata.

- Io in acqua non ci entro.
La mattina successiva, dopo essersi svegliati e aver fatto colazione insieme, dopo aver accolto il pretore romano, il gruppo si era diretto in acqua.
Quel sabato era particolarmente caldo e Nico non aveva la minima intenzione di spostarsi da sotto l'ombrellone; sentiva già la propria pelle scottare e il sole non lo aveva ancora visto neanche per sbaglio.
- Eddai, - Disse Percy sbuffando. - Non è mai morto nessuno in acqua.
- Ti sbagli, un sacco di gente è morta annegata.
Will lo abbraccio ridacchiando. - Pauroso detto dal figlio di Ade.
Nico alzò gli occhi al cielo. - Proprio per il fatto che sono figlio di Ade, io piede in mare non ce l'ho metto. È come chiedere a Percy di volare o di andare negli inferi.
Il moro parve pensarci un attimo su. - Fatto e fatto. La seconda opzione diverse volte, una delle quali per colpa tua.
- Oh, come siamo rancorosi. Sei sopravvissuto al Tartaro, figurati se non sopravvivevi a mio padre.
Il corvino notò un sorrisino nel figlio di Poseidone, poi tutto accadde in un attimo.
Percy lo prese per i piedi e qualcuno lo prese per le spalle; i due corsero ridendo e lo buttarono in mare.
Il ragazzo andò a fondo, ma fece in tempo a chiudere la bocca e tapparsi il naso.
In un istante, qualcuno lo tirò su per le spalle.
- Giuro che se scopro chi è stato...
Il biondo lo baciò, trattenendo a stento una risata.
- Che cosa gli fai? 
- Mi fidavo di te. - Disse tendando di trascinarsi a riva, ma fu bloccato dallo stesso.
- Per così poco? - Will proprio non riusciva a rimanere serio e nemmeno Percy.
La sensazione di bagnato sulla pelle lo faceva rabbrividire.
- Haz non l'avete obbligata.
Cercava di mantenere un tono offeso, di superiorità, ma gli altri due erano troppo intenti a ridersela.
- È in acqua. - Il figlio di Apollo, nel frattempo, lo teneva a galla. - Dietro di te.
Sentì due braccia che lo sostenevano per la vita e lo mantenevano a galla.
- Ti tengo io, a patto che rimani un po' qui. - La voce del biondino era calma e pacata e, allo stesso tempo, mostrava un po' di malizia nel tono.
Will lo guardò divertito, sapendo di averlo già convito.
- E io cosa ci guadagnerei? - Nico tentava di rimanere freddo e distaccato, ma in cuor suo sapeva già che il suo ragazzo aveva vinto, poi sentì delle labbra calde sulle sue e non seppe resistergli.
Restò in acqua avvinghiato alle sue braccia e alle sua labbra.

Un po' di sole nella morte - SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora