11|Da solo

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Tasto il lato del letto ed apro piano gli occhi, sentendo una mano calda sulla mia guancia.
Sorrido, guardandolo.

«Sto andando all'aeroporto.» Spiega, in un sussurro.
Annuisco. «Scrivimi appena arrivi...anzi chiamami.» Dico, con la voce terribilmente impastata dal sonno.
«Certo, piccolo.»

Lo prendo per il collo della giacca e faccio scontrare le nostre labbra.
«Mi mancherai.» Sussurro, allontandomi.
«Anche tu.»
Sorrido e lui mi da un altro piccolo bacio.

«Torna a dormire, è presto.»
Annuisco. Si allontana, avvicinandosi alla porta.
Mi rigiro nel letto e lo guardo.

«Ti amo.» Dico, prima che possa uscire. Si gira e mi sorride. «Anche io ti amo, piccolo.»
Ricambio il suo sorriso e lui esce, chiudendo la porta alle sue spalle.

Sospiro. Che le due settimane senza Taehyung abbiano inizio.
____________

«Grazie.» Dico a Jungseo, appena mi porta il caffè macchiato.
«Si figuri. Questi sono i fogli per l'articolo di Sooyoung.» Spiega, appoggiando i fogli sulla scrivania.

Sorrido, annuendo. «Ti ringrazio...puoi andare, non c'è bisogno che rimani qui.»

Aggrotta le sopracciglia e mi guarda.
«Si sente bene, Jungkook?» Chiede, appoggiando una mano sulla mia fronte.
Sussulto.
«Certo che sto bene.»

Inclina la testa e si allontana, uscendo.

Sospiro, controllando il cellulare. Non ho la minima idea di quanto sia la differenza di fuso orario tra New York e Seoul, però so che già non ce la faccio più.

Ho deciso di non dirgli nulla di Hyonchol, ma ora mi rendo conto che forse ho fatto male.
Ora che lui non c'è, quell'essere ha la via libera per tutto.

Sento il cellulare squillare, sussulto prima di prenderlo e rispondere.
«Pronto?» Sussurro.
«Ehy! Sono appena atterrato.»
Faccio un sospiro di sollievo e sorrido.

«Bene, stai andando in hotel?» Gli chiedo, giocando distrattamente con una penna.
«Si, sto prendendo un taxi poi affitto un'auto.»
Annuisco, anche se sono consapevole che non può vedermi.

«Tu come stai?» Domanda.
«I-io...sto bene.» Dico subito.
«Sei sicuro? Sembri strano.»
Deglutisco, stringendo la penna. Dovrei dirglielo?

«Sono solo stanco.» Mento, mordendomi l'interno guancia.
«Dovresti riposare allora.»
«Ho un sacco di articoli da sistemare e riviste da smistare, non posso riposare.» Spiego.

Sento bussare alla porta.
«Aspetta un attimo, Tae, rimani lì.» Dico, togliendo il cellulare dall'orecchio e coprendo il microfono.

«Avanti.»
«Dovrebbe firmare questi documenti.» Mi dice, la ragazza avvicinandosi e porgendomeli.
Annuisco, appoggiando il cellulare sulla scrivania e firmando i fogli.

«Ha ricevuto una chiamata, ma lei ha detto non passargli alcuna chiamata apparte quelle di suo marito, quindi, gli ho detto che era impegnato.» Mi spiega, riprendendo i documenti.
«Chi era?»
«Non mi ha detto il nome, ma era un uomo.»

Deglutisco annuendo.
Lei si avvicina alla porta. «Ehy, Chaeyeon potresti dire a quelli della stampa di ingrandire il font della rivista numero cinque?»
«Certamente.» Sorride e richiude la porta alle sue spalle.

Riprendo il cellulare.
«Scusami Tae, dimmi.» Dico, alzandomi ed avvicinandomi alla vetrata.
Mi appoggio con la schiena alla collonna di muro e porto un braccio al petto, guardando fuori.

«Cosa vuol dire che non vuoi che vengano passate le chiamate, tranne le mie?» Chiede.
Sussulto, ingoiando un groppo.
«N-non voglio essere disturbato mentre lavoro.»

MR.KIM 3 - Inside USDove le storie prendono vita. Scoprilo ora