Prologo

211 6 0
                                    

Ashley stava camminando per le strade di Berlino sotto una fitta pioggerellina, mentre si dirigeva dal suo capo di lavoro.
L'aveva chiamata all'improvviso, verso le dieci e tre quarti della sera, quindi non poteva di certo farlo aspettare.

Era una bella ragazza per certe persone, ma per altre no.
Aveva il suo tipo di bellezza, non era la solita ragazza americana perfetta, ma a molti piaceva e lei si trovava bene così.
Dei lunghi capelli le incorniciavano il viso ovale.
Le arrivavano a metà schiena, erano ondulati, e avevano un colore sul biondo scuro alla cute e chiaro per tutta la lunghezza che le facevano risaltare quei bellissimi occhi di un verde particolare, che da lontano sembravano grigi, ma avvicinandosi risultavano subito varie sfumature marroni e azzurre.

Era una psicologa, anche se si sentiva più incline verso la psichiatria.
Laureatasi all'età di ventitré anni con centodieci punti all'università di psicologia riuscendo a guadagnare il lavoro dei suoi sogni.

Jeffrey, il suo capo, l'aveva chiamata chiedendole di fargli una visitina per parlare di un paio di cose, così la ragazza si mise in cammino in due secondi dato che amava ciò che faceva e non avrebbe voluto perdersi niente.

Arrivò lì in pochissimo tempo e, giunta davanti la porta, bussò due volte prima di sentire un 'avanti' pronunciato dalla voce roca del signor Willows.

«Salve signore.» disse lei prendendo posto in una sedia di fronte ad esso.

«Salve signorina Ashley, vedo che è arrivata qui in davvero poco tempo.» sorrise lui guardandola.
Un uomo di 56 anni, davvero alto e robusto. Capelli neri come la cenere con qualche ciuffetto bianco e occhi blu un po' spenti data l'età.

«Beh sa, ero eccitata per ciò che avrebbe dovuto dirmi e sono subito partita da casa.»

«Sa, ho sempre ammirato questo suo forte interesse per il lavoro che svolge.»

«Oh, io amo questi lavoro.» sorrise la ragazza guardando il pavimento.

«E si vede, probabilmente so già cosa fare per quando avrò finito il mio dovere qui.
Penso che abbia afferrato, in fondo e una ragazza intelligente.»

«Sì, penso proprio di sì. E sto cercando di contenere l'emozione.»

«È meglio così, non voglio che speri in qualcosa che magari poi non avverrà.
Ma comunque, chiudendo il discorso, lei è venuta qui per altro mia cara.»

«Giusto, mi dica tutto.» Rispose lei, tornando prontamente seria.

«Bene, sa quando mi ha assillato per un mese dicendomi quanto le piacerebbe fare dei video di documentazione nei manicomi?»

«Sì, e mi dispiace per averlo fatto..»

«Bene, da domani inizierà in un manicomio degli Stati Uniti d'America situato tra le montagne, il Mount Massive Asylum.»

«Cosa? Seriamente? Quindi non voleva arrabbiarsi con me per lo sress che le ho causato?» Chiese la bionda ridendo, guardando il suo capo cercando di capire se stesse scherzando o meno.

«No, no, non si preoccupi signorina White, io ho sempre e solo buone notizie per lei.» Ridacchiò lui guardando la ragazza.

«Grazie mille, grazie davvero!» Ashley strafelice si alzò e senza pensarci due volte corse ad abbracciare il suo capo che sorrise fiero di se stesso mentre le dava due colpetti sulla schiena.

«Di niente, come ho già detto, lei si merita questo ed altro.
Adesso vada a casa e riposi perché domani alle sei dovrà essere sveglia.
L'aereo parte alle sette precise e la porterà fino all'aeroporto di Hollywood dove appena scesa e uscita dall'edificio troverà una jeep nera che dovrà usare per arrivare a destinazione.
Oh, e ora può anche lasciarmi!»

«Giusto.
E capito tutto, grazie ancora.» Detto questo, uscì di lì con la felicità che sprizzava da tutti i pori.

Arrivata a casa la ragazza si mise immediatamente sotto le coperte mettendo la sveglia nel suo telefono per le sei del mattino del giorno seguente e appoggiata la testa nel cuscino, Morfeo arrivò come un fulmine, accogliendo la ragazza nel mondo dei sogni.

Psychology.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora