CAPITOLO SETTE

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I miei risvegli stanno iniziando a diventare insopportabili.Ma questo,è stato stranissimo.

Lei mi ha detto "Tris" e nonostante mi suoni una parola comune,quando me l'ha sussurrata non era più così,non era una parola comune,era mia.

Il tempo passa ma non so nulla di nuovo,se non sottoforma di indovinelli,è tutto così strano.

La stanza inizia a farsi soffocante,odio stare troppo in una stanza,voglio uscire per prendere un pò d'aria.

Però non conosco questo posto,esco ugualmente.

I corridoi stretti e umidi sembrano formare un labirinto e io mi sto perdendo.

Non ho voglia di chiamare Zeke o Christina per chiedere un'uscita da questa,ormai per me,prigione.

Così mi ritrovo da solo a vagare.

Di tanto in tanto le mie scarpe colpiscono dei sassolini che vanno a sbattere contro le pareti rocciose.

Dall'alto delle pareti invece scendono delle gocce d'acqua che mi fanno rabbrividire dal freddo ogni volta che sfiorano la mia pelle.

Tris, forse per i tre uccelli?
Tris,una presa in giro?
Tris,Tre?Sei?

Non sapevo proprio cosa volesse dirmi...cosa significava?

Ora avevo enigmi ovunque.Ma cos'era davvero quel luogo? È frutto della mia immaginazione o è più reale di questa vita?

Mentre continuo a camminare a vuoto,trovo una scalinata.

Un'uscita?

Inizio a salire di corsa le scale come nei sogni quando insegui la luce che vedi infondo al tunnel.

Sento l'aria passarmi sotto le lunghe maniche del vestito,corro e non mi fermo.

Ora i piedi non li sento più,ma non importa.

Ecco,ci siamo,un corridoio e una porta.
Vai. Mi dico.

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