Capitolo 15

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Alicia

«Ti ho lasciato venire, ora mi devi ascoltare.»

Gli porsi nuovamente il cappello e gli occhiali sperando che questa volta non si mettesse a replicare.

«Scordatelo, non metto quella roba.»

«Ma dai! Sono solo degli stupidi accessori.»

«Mettili tu allora» tagliò corto facendomi sbuffare.

«Sono io quella che si deve preoccupare di non essere riconosciuta o tu?»

Erano a malapena le tre del pomeriggio e mancavano ancora una quindicina di minuti prima che arrivassimo a destinazione, sopportare Daniel non si era mai rivelata impresa più difficile.
Il fatto era che non riuscivo a smettere di pensare al cantante dei The R4in in una conversazione accesa proprio con mio cugino, per di più durante la sua stessa festa di compleanno.
La cosa iniziava ad essere troppo surreale.

«Dove devo andare adesso?»

«Gira a sinistra, poi parcheggia cercando di mimetizzare la tua auto.»

«Perché? Cos'ha la mia macchina che non va?»

«Appunto, non ha nulla che non va, ma credo proprio che se mio zio la vedesse si insospettirebbe», Daniel scoppiò a ridere.

«A questo punto direi che se vuole, può entrare a far parte dei The R4in», lo fulminai invitandolo a tacere, ma provocai solo altre risate soffocate.
Non si rendeva conto di cosa significasse per me fargli conoscere la mia famiglia.
L'auto venne spenta.

«Posso farti una domanda?» annuii.

«Come siamo finiti dall'odiarci al fingere di essere fidanzati?» mi immobilizzai presa contropiede.

«Te lo giuro io non ho mai parlato di "noi", ha fatto tutto mia madre.»

«Noi?»

«Sì, noi, io e te» specificai guardandolo negli occhi, ma Daniel sembrò più divertito che confuso, perciò lasciai cadere il discorso.
Una volta che finì, girò il busto nella mia direzione e sussultai non appena notai che la sua espressione era tornata seria, ogni parte di me era propensa ad ascoltarlo.

«Stai tranquilla, starò attento.»

Scese dalla vettura rubandomi il cappello e gli occhiali che per tutto il viaggio non aveva fatto altro che rifiutare di indossare, e nonostante pensai che fosse un incoerente, apprezzai quel suo gesto.
Una volta che mi decisi a seguirlo tentai di fare conversazione.

«Mi sono dimenticata di dirti che Michelle non verrà.»

«Come?» chiese voltandosi e rallentando il passo permettendomi di parlargli.

«Mia sorella si presenterà al compleanno questa sera, quando noi ormai saremmo già tornati a casa.»

«Pensavo fossi così nervosa per il fatto che lei mi avrebbe visto, ma se non c'è, non capisco cosa ti preoccupa.»

«Il fatto che il mio ragazzo sia tu, non mi facilita affatto le cose, con nessuno.»

«Hai paura che mi scoprano o che io piaccia ai tuoi parenti?»

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