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"Ehi, che eleganza per il primo giorno di scuola!" mi saluta Abbie notando che oggi mi sono preparata per bene per il primo giorno dell'ultimo anno di college.

Mi sono svegliata prestissimo per scegliere il look giusto. Mi ci sono volute due ore per decidere che outfit è il migliore. Alla fine ho indossato un paio di jeans strappati, una maglietta bianca corta con sopra un cardigan lungo beige. Come acconciatura ne ho scelta una molto semplice: uno chignon morbido, ma elegante che raccoglie i miei capelli bronde.

Abigail mi apre la portiera della sua bellissima Range Rover nera e io mi siedo.

"Che belli i tuoi occhiali da sole!" mi dice sfilandomeli e mettendoseli. Prende uno specchietto dalla sua borsa e si guarda con attenzione.

"Sto meglio io, ammettilo." mi dice e scoppiamo a ridere. Ci avviamo verso il college e intanto chiacchieriamo sulle vacanze passate.

"Bella l'Italia?" gli chiedo ad Abbie.

"Stupenda. Il mare della Puglia è strepitoso. Un giorno dovrà venire con me. Tutte quelle volte che ho parlato ai miei nonni di te ora vogliono conoscerti. E non importa se non sai l'italiano traduco io per te e poi loro ormai sanno un po 'di americano o almeno io ci ho provato a insegnarglielo. E poi, Leila, dovrò farti conoscere i miei amici ". Mi guarda e mi fa l'occhiolino e ridiamo entrambe.

"Ti ricordo che sono fidanzata con Rick".

Rick è il classico fidanzato americano. Il quaterback della squadra di football, quello che quando vince un passaggio urla il tuo nome davanti a tutte le persone in stadio, quello che vuole stare sempre con te,ma è pieno di impegni(non gliene faccio una colpa).

"Sì,sì"

"Comunque in generale cosa hai fatto in Italia?"

"In Italia di mattina sono andata a fare lezione di americano a una ragazzina che per puro caso è anche la sorellina del mio fidanzato"dice Abigail con forte enfasi sull'ultima parola e sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

"Cooosa?!Raccontami tutto di lui!" le chiedo sorpresa.

"Allora il suo nome è Gabriele,ha 24 anni e gioca a soccer. E' gentile e generoso."

Per tutto il viaggio abbiamo continuato a parlare di Gabriele e di quanto lei ne è innamorata.

Arriviamo davanti all'enorme struttura del college. Parcheggiamo perfettamente davanti. Appena scendiamo Rick mi saluta dal tavolo dov'è seduto con i suoi amici. Lo saluto anch'io. Poi io e Abigail ci avviamo dentro il college.

Salutiamo dei vecchi amici e poi ci salutiamo.

Suona la campanella della ricreazione. Esco dalla mia classe.

"Ehi Leila, come sono andate le vacanze?" mi chiede Lil una ragazza del terzo anno che fa il corso di fotografia.

"Mettiti in posa che ti scatto una foto-click- Oggi stai benissimo vestita così."

"Grazie anche tu con quella splendida treccia, poi."le dico sinceramente.

Passo affianco l'aula di musica e sento il suono di un violoncello,ma non vedo chi lo suona perché è di spalle, comunque si capisce che è un ragazzo.

Suona divinamente. Mi sento come in una bolla. Una sensazione di libertà.

Un raggio di sole mi colpisce senza farmi male. La luce passa attraverso le foglie di un ciliegio. Cammino e sento l'erba tra le dita dei piedi, soffice e morbida come un tappeto steso delicatamente. Mi volto e vedo un campo di muoversi grazie al vento, sembra che il grano vada a ritmo con il violoncello. Mi rivolto lentamente guardando il panorama che mi circonda. Il campo di grano, una sensazione di pace mai provata, il cielo che tranquillamente se ne sta fermo, il sole che rende tutto più magico, quasi irreale. Davanti a me il ciliegio mostra la sua bellezza. Appoggio una mano alla sua corteccia. Mi accuccio a guardare un fiorellino che sta sbocciando. Mi rialzo e passo la mano intorno al suo tronco. 

Eccolo il violoncello che suona quasi volando e il ragazzo che sorride al violoncello ancora con la testa bassa e non riesco a vedere chi è. 

Vado vicino a lui e proprio quando sto per toccarlo un raggio di sole mi colpisce e mi riporta alla realtà.

"Leila andiamo a lezione." mi prende per il cardigan e mi tira verso il corridoio.

Quarta ora: astronomia con il professore Harris. E' l'unica ora che abbiamo in comune io e Abigail,tranne motoria. Me ne ero proprio dimenticata anche se io amo astronomia. E' la mia materia preferita. Adoro come la spiega il prof Harris, con passione e ammirazione alle stelle. Può sembrare una cosa sciocca da dire,ma invece è letteralmente vera: io ammiro le stelle, la loro grandezza, il loro splendere continuo, le emozioni che trasmettono senza rendersi conto. Io vorrei essere come una stella.

"Allora mi stai ascoltando ?!" mi risveglia dai miei pensieri Abbie.

Guardo il pavimento e lei capisce che con la testa ero da un'altra parte.

"Allora stavo dicendo che oggi anche se è il primo giorno di scuola di sicuro il prof. Harris ci farà studiare e per giunta ci programmerà la prima verifica dell'anno, già il primo giorno!" mi dice seccata dalla passione che ha il professore.

"Probabilmente, ma ..."

"Ah, scusa. E 'vero tu adori il prof e sei la sua cocca. E bla bla bla e bla bla bla ..." mi dice facendomi la linguaccia e io la imito. E sembriamo due sceme già il primo giorno di scuola.

Scoppio a ridere e pure lei. Poi entriamo a braccetto in aula di astronomia e il prof non dice niente si limita solo ad alzare gli occhi al cielo.

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