Come un violoncello con una corda rotta

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E 'passata quasi una settimana da quando il mondo che avevo creato mi è caduto sulle spalle.

Una settimana da quando ho scoperto che la mia migliore amica mi tradisce. O meglio mi tradiva perché io e Rick ci siamo già lasciati ufficialmente.

Quella mattina, il quarto giorno dopo la scoperta in bagno e il primo giorno di scuola dalle vacanze del Ringraziamento, mi sono vestita benissimo per far capire che non ero sconvolta, non mi mancava e sopratutto volevo far capire che non sono fragili come loro credono. Ho indossato un jeans largo verdone con un maglione nero. La mia pettinatura simboleggiava forza e determinazione: una coda alta e stretta legata da un elastico verdone abbinato con i pantaloni.

La mattina sono arrivata a scuola e al cancello mi aspettava Rick. Guardava basso e gli sono passata accanto guardando dritta davanti a me poi mi sono girata e ho semplicemente detto: "Mi devi dire qualcosa?". Lui atterrito dalla mia forza di accettare cos'era successo mi ha spiegato, trascinando la cosa per le lunghe, che ama lei e non più me. Alla fine del suo discorso l'ho guardato, l'ho fulminato e gli ho detto se aveva finito. Lui mi ha detto quest'ultima cosa: "Ti lascio", poi mi sono girata e gli ho tirato la coda in viso e me ne sono andata.

E 'passata una settimana e Abigail continua a torturarmi con mille messaggi del tipo:

Leila non volevo che lo scoprissi così.

Mi dispiace, ma ci amiamo.

Scusa. Mi perdoni?

Le ho riposto solo al primo di tutta un'altra serie. Le ho risposto così: Ormai l'ho scoperto.

Perché? Eravamo amiche da sempre. Eravamo come il pane e la nutella, sempre insieme. Se avevo bisogno di qualcosa lei c'era. Se lei aveva bisogno di qualcosa io c'ero. Non abbiamo mai litigato. Eravamo inseparabili fin dalla prima volta che siamo diventate amiche.

Eravamo all'asilo. All'incirca c'erano entrambe 4 anni. Io stavo in disparte, arrabbiata perché un bambino più piccolo di me mi aveva rubato la bambola, ma non ero arrabbiata perché me l'aveva rubata. Ero arrabbiata perché non ero riuscita a tenermela stretta, a salvarla.

Abbie mi aveva visto e mi aveva chiesto perché ero triste e poi era andata dal bambino e con "gentilezza" gli ha chiesto la bambola.

E 'ritornata da me con in mano la bambola e mentre io mi asciugavo le lacrime le ho chiesto come aveva fatto e lei semplicemente mi ha detto: "Gli ho detto che se non mi dà la bambola io gli tagliavo la lingua!". Era scoppiata a ridere e poi ha aggiunto: "I bambini di oggi sono proprio degli sciocchi!" e siamo scoppiate a ridere e da lì non ci siamo più divise. E ora a malapena ci guardiamo.

Le ore a scuola passano lentissime senza ricevere i suoi messagini stupidi. La mattina ancora aspetto la sua bellissima Range Rover. A volte mi fermo nel portico nella speranza di vederla arrivare, ma poi mi ricordo e una scossa mi raddrizza. Mi manca, mi manca la mia amica, mi manca la sua voglia di ridere, la sua follia. Mi viene in mente quella volta che in seconda media mi ha convinto a fare uno scherzo a un ragazzo di terza. Io gli parlavo e lei nel frattempo gli bucava le ruote della bici e invece non ero riuscito a dire una parola e ci ha scoperto. Aveva visto Abigail bucare la ruota con la sua forcina super affilata. Il ragazzo ha iniziato a correrci dietro e Abbie ha iniziato a urlare a squarciagola divertita, così anch'io sono scoppiata a ridere. Solo grazie a lei io facevo follie ed erano i momenti più divertenti della mia vita. E ora tutto è distrutto. Il mio mondo in frantumi.

Come un violoncello con una corda rotta. Suona, ma non bene come prima.

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