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"Luftmensch" Pronuncia questa parola lentamente, sillaba per sillaba. Dolcemente.

Alzo lo sguardo e lui fissa un punto davanti a noi.

L'unico che mi ha fatto sorridere veramente. Un sorriso sincero, non forzato dalla situazione o dalle persone. Neanche i festeggiamenti con la mia famiglia mi hanno fatto sorridere veramente. Mi sentivo costretta, in una bolla di finti sorrisi e battute. La sera dovevamo per forza cenare con tutti i parenti. Mi sono accorta che non è tutto come pensavo fosse. Io dicevo a tutti che la mia famiglia è perfetta, in realtà quella sera ho scoperto che non era così. Mia zia non parlava con mia mamma, mio nonno non si ricorda neanche i nomi delle sue figlie e questo infastidisce un po' tutti. Le mie cugine mi stavano accanto solamente perché stavo insieme a Rick e quella sera non mi hanno mai rivolto la parola, anche a scuola ora nessuno più mi calcola, nessuno mi saluta o mi apprezza. Su Instagram le persone hanno iniziato a insultarmi o a dirmi che era meglio che non fossi mai nata o cose così solo perché Rick aveva detto che ci siamo lascia ti e tutti pensano che sia colpa mia e lui non ha detto che io non ho fatto niente, anzi a lui va meglio così.

Abigail non mi messaggi a più e Rick l'ha già lasciata per una modella del terzo anno dopo neanche due settimane che stavano insieme. L'ho sempre saputo dentro di me che è una brutta persona, ma reprimevo con tutta me stessa quella vocina, la nascondevo in fondo al mio cuore, ma comunque sapevo che c'era. Neanche lui mi aveva mai fatto sorridere sinceramente. Io ero la ragazza che dava sorrisi finti,falsi, solo apparenti.

Solo lui mi ha fatto sorridere veramente. Devo trovarlo! Devo ringraziarlo per avermi fatto aprire gli occhi.

Ora non posso cercarlo devo andare a lezione di astronomia. Lo cercherò dopo. Dal cancello della scuola mi incammino vero la struttura. Entro e come mia nuova abitudine mi avvio verso l'aula di musica. Sempre, dal giorno del Ringraziamento, nessuno più suona, neanche il violoncellista. La vita mi odia.

Guardo attreverso la porta dell'aula e vedo che il violoncellista (sempre di spalle) sta preparando lo spartito. Prende l'archetto e inizia a suonare. Prima lentamente, elegante. Le note escono come per magia, dotate di vita propria. Suona divinamente. Mi sento come in una bolla libera. Una sensazione di libertà infinita.

Un raggio di sole mi colpisce senza farmi male. La luce passa attraverso le foglie di un ciliegio. Cammino e sento l'erba tra le dita dei piedi, soffice e morbida come un tappeto steso delicatamente. Mi volto e vedo un campo di muoversi lentamente grazie al vento, sembra che il grano vada a ritmo con il violoncello. Mi rivolto lentamente guardando il panorama che mi circonda. Il campo di grano, una sensazione di pace mai provata, il cielo che tranquillamente se ne sta fermo, il sole che rende tutto più magico, quasi irreale. Davanti a me il ciliegio mostra la sua bellezza. Appoggio una mano alla sua corteccia. Mi accuccio a guardare un fiorellino che sta sbocciando. Mi rialzo e passo la mano intorno al suo tronco. Eccolo il violoncello che suona quasi volando e il ragazzo che sorride al violoncello ancora con la testa bassa. Vado vicino a lui e lo tocco. La pelle morbida e liscia, gli zigomi alti, gli occhi neri profondi.

Mi accuccio prima che possa sorprendermi in fallo. Mi asciugo una lacrima che non mi ero accorta che scendesse. Quando mi rialzo per andarmene una mano mi stringe forte il braccio, ma non mi sento minacciata anzi solo protetta. Alzo lo sguardo. Mi perdo nei suoi occhi neri come fossero un pozzo in cui cadi e continui a sprofondare non trovando mai la fine. Mi piace la sensazione che infonde. Mi sento libera. Può sembrare un contro senso dire che ti senti libera mentre precipiti nel più profondo dei pozzi,non sapere dove andrai e cosa troverai mi infonde proprio questo una sensazione di libertà e tranquillità. E' lui! Ne sono sicura al 100%. Lui è il ragazzo che mi ha detto quella parola strana il giorno più triste della mia vita. Ora che mi vede piangere di sicuro penserà che sono una lagna o una piagnucolosa. Il braccio inizia a farmi veramente male. Il ragazzo che fino adesso mi guardata, scavava i miei occhi come i ho fatto con i suoi, scoppia a ridere. Grazie! Che stronzo!

"Intendi lasciarmi il braccio?!" gli urlo irritata.

Lui mi lascia e entra in aula di musica e inizia a mettere via il violoncello. Non può essere lui a farmi sognare. Non gli permetterò mai più di farmi sognare, non permetterò mai a uno stronzo di farmi sognare.

Inizio a camminare per il corridoio a testa alta, con la coda dell'occhio vedo che lui mi sta seguendo. Non è possibile pure mi insegue! Per fortuna la mia classe è la prima sulla destra. Entro e quando mi siedo sul banco controllo che lui non sia entrato.

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