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- Ma possibile che dobbiate urlare pure per una scatolaaaa... che cazzo sono?! -

Ecco Theo, il coglione di turno che pur di farsi i cazzi degli altri rimarrebbe traumatizzato a vita.

- Fai silenzio cazzo! -

Sul fondo c'era un biglietto. Cioè un foglio con scritta una minaccia. "Smettete di uscire insieme e queste foto non arriveranno al preside e non finiranno su internet". Era banale come cosa, sembrava più un ricatto di un bambino di dieci anni, ma che avrebbe potuto benissimo rovinare la carriera al moro, e il futuro a Stiles.

Derek si guardava impacciato le mani, come se ne sapesse qualcosa, mentre il castano era un misto d'ira e imbarazzo. Il biondino se la rideva invece.

Quando però anche Isaac, Scott e Liam li raggiunsero e furono costretti a dire tutto, vedere le loro facce schifate diede ad entrambi la carica per chiamare Lydia, che sicuramente li avrebbe guardati male ma avrebbe tirato fuori qualche strana idea, data dal frutto del sesto senso femminile.

- Lydia? -

- no, tua sorella. Vi pare il caso di chiamare a quest'ora? Domani c'è scuola e senza dormire sembrerò un mostro! -

- Uhm ecco... -

Stiles le spiegò tutto, e dopo circa cinque minuti buoni di silenzio dall'altra parte della linea, la rossa si decise a rispondere.

- Avete guardato di chi possa essere la calligrafia? Se la doveste riconoscere si potrebbe denunciare, e l'interessato si beccherebbe un'ordinanza restrittiva o cose simili. Se invece vi fosse tutt'altro che familiare, potreste comunque denunciare l'accaduto e vedere cosa gli agenti sarebbero disposti a fare -

- Lydia, sei un cazzo di genio! -

- No Stiles, è meglio di no, fidati. Ci penserò io, stai tranquillo. Quanto riguarda te–
E prese il telefono dalle mani del castano
-ti alzerò il voto in letteratura, anche se forse hai già il massimo, non mi ricordo -

- Massimo Hale. E ora se non le dispiace, vado a dormire -

Attaccò senza dare tempo agli altri di rispondere, e finalmente tutti poterono tirare un sospiro di sollievo.

La rossa era una furia se arrabbiata, e di certo non avrebbero voluto finire castrati.

Altri dieci minuti e poi tutti rincasarono, tranne Scott, che promise ad Isaac una notte di piacere estremo.

Derek accompagnò nuovamente Stiles, salutandolo con un semplice bacio sulla guancia, e il castano guardò quella Camaro Nera sfrecciare verso il buio, certo che sicuramente l'avrebbe vista il giorno dopo a scuola, lucida come non mai.E il bello era che fu proprio così. La mattina dopo, parcheggiata nello spiazzo apposito per gli insegnanti, quella macchia nera rifletteva i raggi solari, catturando il singolo sguardo di ogni ragazzo che le passasse vicino.

Il gruppetto entrò, pronto ad affrontare un'altra noiosa giornata di scuola.

- Due ore di matematica... -

- Si Stiles, e ora tu ce l'hai con me. Perciò muso lungo, andiamo -

E detto ciò Allison lo trascinò letteralmente in classe, nella quale avrebbero passato le prossime due ore.

Anche lei sapeva cosa fosse successo, riferitole da Scott, ma non accennò nulla, sapendo quanto potesse turbare il castano. Nonostante fosse un po' maldestra e forse troppo timida, era una buona amica, e questo nessuno avrebbe potuto mai negarlo.

E cosa non peggiore se dopo matematica letteratura? La classe era già piena, lui il solito ritardatario. Si beccò un'occhiata infuocata da Derek, e i risolini da tutti gli altri compagni. La lezione fu davvero noiosa, poiché ciò che spiegò era un ripasso di un argomento già affrontato individualmente per assoluta noia.

Menomale che ci sarebbe stato il pranzo, fisica e poi il suo adorato letto!

Era sulla soglia, metà corpo proteso in avanti per uscire, quando Danny lo fermò.

- Stiles, come andiamo? Mi devi ancora un appuntamento! -

- Ehm, mh, si... insomma -

- È con me oggi. Ha fatto ritardo e mi aiuterà a sistemare la biblioteca -

Derek. L'aveva letteralmente salvato. Ma sapeva non gli avrebbe mai dato una punizione per un ritardo, quindi, sicuramente, c'era qualcosa che non andava. E se fosse stata gelosia...? No, impossibile.

Finita la giornata scolastica, avvisò i suoi amici del pomeriggio occupato, e si diresse in biblioteca, dove il moro lo stava già aspettando. Seduto sulla scrivania, con lo sguardo perso, allo scricchiolare della porta alzò il capo di scatto, invitando il giovane a sedersi su una piccola sedia in legno davanti a lui.

- Che cosa succede? -

- Dovremmo parlare... -

Note d'autore

Manca veramente poco! Volevamo scusarci per non essere molto costanti ma vi pubblicheremo presto la fine:)))
sterekkitaidk

✰c'era una vodka...✰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora