(M)
"Dai vieni!" stringo più forte la sua mano nella mia, tirando il suo braccio così da incitarla a seguirmi, cercando però di non farle male.
"Martina abbiamo entrambe più di vent'anni, queste sono ragazzate." mi ammonisce ed io ridacchio prima di fermarmi di botto. Il suo corpo sbatte contro la mia schiena. Mi volto verso di lei e le prendo il viso fra le mani, "Voglio fare queste 'ragazzate' con te, non importa l'età, lo farei anche se avessi settant'anni. Dai Gà, ti prego." la prego con i miei soliti occhioni dolci a cui so che non può dire di no.
"Stiamo violando la legge..." sussurra più a se stessa che a me. Scuoto la testa e lascio che uno sbuffo mi sfugga dalla bocca. Mi fissa intensamente, sta cedendo. Non riesce a resistermi quando la guardo in questo modo e ne sono totalmente consapevole. Sono anche felice di ciò, almeno così so che ha sempre un debole per me e che i suoi sentimenti sono ancora accesi.
"Fanculo, facciamolo." un enorme sorriso si dipinge sul mio volto prima che le sue labbra si avvicinino alle mie, baciandole dolcemente e lentamente, "Ma questo potrebbe essere il nostro ultimo bacio, Martina. Se ci beccano giuro che ti lascio." ridacchio e faccio intrecciare di nuovo le nostre dita, dirigendomi verso l'enorme cancello in ferro battuto della villa di un vecchio amico dei miei genitori.
Mi avvicino, cercando di trovare il modo di scavalcarlo e di entrare all'interno della proprietà senza uccidermi con gli spunzoni.
"Non farlo. Passiamo da un'altra parte. Non conosci nessun'altra entrata?" scuoto la testa ed appoggio la mano su una della sbarre verticali, per poi darmi lo slancio con la gamba ed appoggiare il piede su una sbarra piana.
"Se non ti ammazzi scavalcando sto cazzo di cancello, giuro che lo faccio io." faccio finta di non aver sentito le sue parole ed in men che non si dica mi ritrovo dall'altra parte. Lei non sembra intenzionata a seguire le mie orme.
"Dai non ti farai niente se presti attenzione!" la incito. Scuote la testa velocemente strabuzzando gli occhi, quasi come se avessi detto chissà quale assurdità. Allora faccio cenno di andare un po' più in là, dove avrebbe trovato una porta di servizio che è costantemente aperta.
"Ma allora conoscevi un'altra entrata!" continua a rimproverarmi ed alzo gli occhi al cielo.
"Che divertimento c'è se non metti a rischio un arto o la vita?" ironizzo e mi tira un buffetto sul braccio. Un forte gemito di dolore mi scappa dalle labbra e lei subito appoggia una mano sulla mia bocca per mettermi a tacere.
"Non vorrai che qualcuno ci senta!" sussurra al mio orecchio prima di togliere la mano ed incamminarsi a passo felino verso l'interno dell'enorme cortile.
"Ma tanto non c'è nessuno." alzo di poco il tono della voce. Mi ritrovo presto al suo fianco, cingendo con un braccio la sua vita ed avvicinando il mio corpo al suo mentre camminiamo. Le stampo un bacio sulla guancia.
"Ci siamo." esordisco una volta arrivate davanti alla piscina. Mi sfilo in fretta i vestiti, rimanendo in intimo prima di tuffarmi rumorosamente in acqua. Dei brividi percorrono la mia spina dorsale quando riemergo strizzando i capelli, forse non è stata una buona idea fare il bagno in piscina ad inizio dicembre con un freddo cane. Sento quasi i denti sbattere all'interno della mia bocca.
"Che aspetti a tuffarti?" le chiedo avvicinandomi nuovamente a bordo piscina. Guardo i suoi occhi illuminati dai riflessi dell'illuminazione dovuti all'acqua della piscina. Sono così azzurri, così chiari che non mi stanco mai di guardarli e di affondare dentro di essi. Sento che anche in mezzo ad un milione di persone riuscirei a riconoscere il suo sguardo in un batter d'occhio. Riuscirei a sentire comunque il suo profumo che sembra essersi mescolato col mio, visto che non riesco più a distinguerli. Mi do uno slancio ed esco dall'acqua, avvolgendo il suo corpo fra le braccia.
Potrei rimanere in questa posizione per tutta la vita, senza mai stancarmi.
Potrei rimanere costantemente abbracciata a te anche se ci fossero quaranta gradi dentro casa.
Rimarrei costantemente abbracciata a te perché sento che è lì il posto in cui appartengo, è quello il mio posto sicuro, e so che tu sarai sempre lì ad accogliermi ed a coccolarmi, a prenderti cura di me e delle mie stupide insicurezze."Scollati di dosso che sei bagnata e fa un freddo cane!" mi spintona facendomi ricadere in acqua. Riemergo ridendo come una stupida.
"Che fai? Ti vergogni di spogliarti? Ti ho già vista in intimo, niente di nuovo." la canzono sperando che si butti anche lei in piscina. La vedo esitare ancora una volta prima di sfilarsi i pantaloni e gettarsi in acqua con la felpa bianca oversize. Prende fiato e si strizza anche lei i capelli sciolti, schizzandomi con l'acqua quando ha finito.
"Perché ti sei buttata con la felpa? Adesso non puoi coprirti, stupida. Ti prenderai un malanno." le dico.
"Non m'importa." le sue gambe circondano il mio bacino e le sue braccia sono intorno al mio collo, reggendosi in equilibrio anche grazie all'acqua. Non accenno neanche per un secondo a toccarla.
"Devo dirti una cosa." sussurra a pochi centimetri dal mio viso. Annuisco e mi tiro leggermente indietro, "Ti amo." sorrido.
Ogni volta sembra la prima.
Non dimenticherò mai quando me l'hai detto la prima volta quella sera, al chiaro di luna.
Non dimenticherò mai quando me l'hai detto tutte le volte seguenti, in particolare questa, che sembra essere una delle serate più speciali che abbiamo mai passato insieme."Anch'io, tantissimo." finalmente faccio incontrare le nostre labbra in un bacio lento e casto, che non lascia spazio a dubbie intenzioni. Ci siamo solo io, lei e questa luna.
Riesci sempre a farmi sentire bene.
Anche adesso che fa freddo, che sono fradicia in una piscina ad inizio dicembre, con il rischio di prendermi la febbre ed una denuncia per infrazione di domicilio.
Anche quando non rientro a casa visto le nottate passate in studio e mi mandi dei messaggi in cui dimostri che sei preoccupata per me nonostante ti abbia avvertito la mattina stessa.
Anche quando torni a casa e non mi porti la pizza che ti avevo chiesto perché il frigo è vuoto.
Anche quando non mi dai il bacio della buonanotte.
Sto sempre bene quando sto con te."Inizia a fare freddino." dice un po' tremolante mentre si allontana leggermente. Le mani si stringono sulle sue braccia, muovendole su e giù in cerca di calore.
"Non avremmo dovuto farlo." esordisco avvicinandomi alla scaletta per risalire, indossando il maglione bianco ed i pantaloni della tuta. Torneremo a casa con i capelli ancora gocciolanti e tremanti dal freddo.
"Condivido in pieno. Non devo mai starti a sentire." fa la finta incazzata mentre infila i jeans. Si siede sul prato per mettere i calzini e poi le scarpe, allacciandole.
Vedo una luce accesa tramite la finestra al piano di sopra.
"Oh cazzo." dice Gaia, deve essersi resa conto anche lei della situazione.
"Corri, ci hanno beccate!" urlo iniziando a correre verso la fine del giardino. Arrivo davanti la porta di servizio, ancora aperta, con il fiatone. La tengo aperta così da farla passare.
"Tornate qui stronzi!" sento urlare probabilmente da Federico, il proprietario della villa, mentre noi continuiamo a correre fra le strade poco illuminate poco più fuori di Milano.
"Sai che forse non è così male." dico a fatica con il respiro corto quando ci fermiamo. Mi tira un altro schiaffo sul braccio prima di iniziare di nuovo a correre.
Potrei stare così per sempre.
Io, te e la luna.Mi scuso per la prolungata assenza ed anche per il fatto che questo capitolo è particolarmente corto, ma non sono molto ispirata ultimamente :/.
-mar☁️