Come posso rimediare?

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(M)

Sai che continuo a pensarci ogni momento? Ogni giorno della mia vita. Ogni volta che mi alzo la mattina e vado al bagno per sciacquarmi il viso e lavarmi i denti, guardo il mio riflesso allo specchio e ci vedo il tuo. Ogni volta che in cucina infilo la cialda nella macchina del caffè, pensando che dovrò farlo solamente per me e non anche per te, pensando che non dovrò più aggiungerci il dolcificante che tanto amavi. Ogni volta che infilo quella maledetta felpa bianca che non hai mai voluto portare via perché non volevi più averci niente a che fare con me. Sai che quando guardo quella felpa penso a tutti i complimenti che mi facevi quando indossavo i tuoi vestiti? Certo che non lo sai...
Continuo a pensarci ogni volta che esco di casa ed infilo le chiavi nel quadro dell'auto e guardo il sedile del passeggero: tu non ci sei lì, con il tuo sorriso mentre strofini le mani tra loro per cercare di riscaldarle, con il tuo cappello di lana nero ed il tuo bomber verde, con il volume della radio troppo alto perché devi cantare a squarciagola ogni canzone e vuoi che la mattinata inizi bene. Ogni volta che torno a casa e non ti trovo appisolata sul divano, devastata dai turni lavorativi stremanti che facevi, perché volevi restare sveglia ad aspettarmi. Ogni volta che apro Whatsapp e mi cade per sbaglio – o forse no – l'occhio sulla nostra vecchia chat. Ogni volta che guardo per l'ennesima volta una serie su Netflix e ripenso a quando l'abbiamo guardata per la prima volta insieme su quello stesso divano.
Ripenso sempre a ciò che è accaduto e me ne pento amaramente. Mi pento di non averti chiesto un chiarimento, di non aver provato in alcun modo a cercarti e a chiederti di vederci un'ultima volta, di non aver trovato il coraggio di dirti subito la verità, ho perso troppo tempo in convenevoli... è ciò che mi fa vergognare di più. Sento il telefono squillare, lo guardo e vedo scritto il nome scritto sullo schermo, sono incredula.

[...]

(G)

"Amore sono a casa!" saluto con un tono di voce abbastanza alto, appendendo le chiavi al portachiavi attaccato alla parete di fianco alla porta, posando il cappello ed il cappotto sull'appendiabiti. Avvolgo il mio stesso corpo fra le mie braccia, strofinando le mani sulle maniche del maglioncino color crema che indosso così da riscaldarmi un po', fuori fa un bel po' di freddo. Avanzo a passo spedito verso il salotto.

In casa c'è un silenzio tombale e tutto ciò non mi fa piacere, anzi, è abbastanza strana come cosa.

Quando arrivo davanti al divano e non la trovo lì mi viene uno strano presentimento. Di solito sono sempre io ad aspettarla, perché torna più tardi da lavoro rispetto a me, però oggi mi ha detto che avrebbe staccato prima perché la gioielleria dove lavora avrebbe chiuso qualche ora prima del dovuto. Non ho chiesto il motivo perché ero troppo impegnata a scrivere degli appuntamenti sull'agenda. Spesso mi lascio trasportare dal mio lavoro e non me ne rendo neanche conto...

"Scricciolo?" vado in cucina nella speranza di trovarla lì. Quando sono sotto l'arco della porta mi affaccio appena, sperando di trovarla seduta su uno sgabello di fianco alla penisola intenta a leggere il giornale come fa di solito. La prendo spesso in giro per quello, dicendole che è una cosa da vecchi. Ovviamente scherzo.

Realizzare che non c'è neanche lì non fa altro che aumentare la mia angoscia.

Non farmi preoccupare, Martina.
Dove sei?

Non mi resta che controllare la camera da letto ed il bagno. La porta è socchiusa ed uno spiraglio di luce si proietta sul miro di fronte. Apro lentamente la porta, forse si è addormentata sul letto mentre guardava la tv, ma non c'è neanche lì. Esco e vado davanti alla porta del bagno, se non c'è neanche qui non so dove possa essersi cacciata. Busso, anche se so che non ce n'è bisogno, ma non voglio irrompere all'improvviso nel bagno, se lo facessero con me mi infastidirei. Nessuna risposta dall'interno.

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