Correrò Qui Da Voi Sempre

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2017

Era uno di quei pomeriggi appena passato Natale,gli ultimi giorni dell'anno, in cui ci si crogiola nel proprio letto dopo essere ingrassato quindici kili, in cui non si ha la forza nemmeno per prendere il telecomando dall'altro lato della stanza per spegnere la tv o cambiare canale e quindi si è costretti a guardare quegli orribili programmi tipo Vite al Limite o Malati di Pulito. Louis era sotto le coperte da qualche ora, con un braccio teneva Freddie che si era addormentata subito dopo pranzo, stando attento a non farlo cadere mentre l'altro braccio avvolgeva il corpo esile di Eleanor, anche lei addormentatasi veramente presto. "Sei proprio di compagnia amore." ridacchió sommessamente Louis spostandole i capelli dal viso accaldato. "Stronzo." borbottó ancora nel sonno ma evidentemente si stava svegliando. "Hey, c'è un minore qui!" sussurró Louis afferrandole il mento e stampandole un bacio sulle labbra carnose che tanto amava. "Senti caldo amore?" domandó Louis vedendo che si stava sfilando i pantaloni del pigiama. "Si che cavolo! Sono 30 gradi qui dentro Lou!" sospiró scuotendo la testa davanti al termostato di camera. "Non utilizzare la scusa di Freddie perché anche lui è sudato!" lo fermó prima che potesse parlare accarezzando delicatamente il viso angelico di Freddie e constatando che era davvero fradicio. Louis lo scoprí un po' e lo mise al centro del letto così che sicuramente non sarebbe caduto. "Sei tu che senti sempre freddo baby." sorrise teneramente El afferrandogli le mani e constatando che fossero ghiacciate.

"Aww il mio piccolo bimbo che sente sempre freddo, beve tanto tè bollente e si lascia sempre coccolare come un orsacchiotto." El sussurró con voce appositamente troppo melensa per poi stringere fra le braccia Louis e stritolarlo. "El! Dai amore smettila! ELEANOR MI FAI MA-" Louis stava urlando ma fortunatamente Eleanor gli tappó la bocca in tempo, prima che Freddie si svegliasse. La ragazza lo fulminó con lo sguardo e Louis sorrise angelicamente appoggiando poi il viso nell'incavo del collo della sua ragazza e inspirando profondamente quel profumo tanto familiare. "Ti amo così tanto El." mormoró d'improvviso per poi lasciarle un bacio sulla clavicola. "Anch'io Louis. Anch'io." ricambió stringendolo di più a sé. "Sai questi giorni vi ho osservati meglio... Sei così bravo con lui, sei premuroso, responsabile, state crescendo insieme e io... Sono molto fiera di te piccolo, davvero." continuó El senza staccarsi mai dal suo abbraccio.

Louis stava per rispondere quando il suo telefono squilló. "Fiz? Che succede?" chiese preoccupato. "Hey Lou, no senti... È che, insomma è successo un mezzo casino e sono andati un po' tutti fuori di testa. Potresti venire qua per un po'? Davvero anche solo mezz'ora ma almeno parliamo anche con te. È importante." chiese e Louis poteva sentire la sua voce tremare. "Si certo Fiz, sto arrivando. Ma sta male qualcuno?" chiese iniziando ad infilarsi i soliti jeans neri e un maglione pesante sopra. "No, nono assolutamente. Ti aspettiamo, grazie boo." "Arrivo." Eleanor chiese con lo sguardo cosa stesse succedendo e Louis alzó le spalle più confuso di lei. "Non ne ho idea, mi hanno detto che hanno litigato ma non ho capito per cosa quindi è bene che vada a vedere. Ti chiamo appena so qualcosa. Ti spiace stare con Freddie qualche ora?" domandó Louis infilandosi il giacchetto pesante. "No, no certo che no. Vai amore e fammi sapere." annuí sicura spingendosi verso la porta. In venti minuti Louis era arrivato a Doncaster, aveva un po' corso per la strada ma era davvero preoccupato, era strano che Fiz lo chiamasse per queste cose, piuttosto si sarebbe smezzata ma non lo avrebbe mai chiamato se non fosse stato importante, un po' per orgoglio e un po' per non pesare sulle spalle più di quanto stessero già facendo. Parcheggió nel vialetto non curandosi di lasciare la macchina in mezzo e si accorse che Fiz e  le gemelle erano sedute sulle scalette del portico. "Ragazze! Che è successo? State tutte bene?" domandó avvicinandosi maggiormente finché non notò gli occhi di Daisy arrossati e gonfi di lacrime che stava cercando di trattenere. "Piccola che succede?" subito si allarmó Louis inginocchiandosi di fronte a lei e prendendole il viso fra le mani. "Lou vi lasciamo da soli che forse è meglio, andiamo Phoebs." Fiz si alzó regalandogli un sorriso triste per poi sparire dentro casa.

Louis si tolse il giacchetto e lo posó sulle spalle della sorella che era coperta solo da una maglietta leggera e esposta al freddo di dicembre. Le avvolse le spalle e le fece appoggiare la testa sul suo petto, le accarezzó dolcemente i capelli biondi aspettando che i singhiozzi si calmassero. "Hey, vuoi dirmi che è successo ora?" mormoró passando le ripetutamente i pollici sulle guance per eliminare i residui di lacrime. "Ho scoperto che Dan si vede con un'altra e mi sono incazzata da morire." Louis sorvoló sulla parolaccia perché voleva capire meglio cosa intendesse. "Ho trovato una foto su internet Louis, una cazzo di foto su internet di Dan, questa tizia e i gemelli. Ma come si permette? Loro sono i nostri fratelli, sono i figli di nostra madre e nessun'altra donna si deve permettere di trattarli come figli, cazzo!" sbottó ancora la ragazzina. Louis serró i pugni e fece un respiro profondo, la sua parte irrazionale era così tanto d'accordo con sua sorella ma sapeva di diversi comportare da fratello maggiore e di doverla fare ragionare. "Ma quello che mi da più fastidio è che non ce l'ha detto lui Louis, era come un padre per noi e ci ha pugnalato alle spalle. Non lo perdonerò mai. Ma poi che cazzo, é passato solo un anno... Io capisco rifarsi una vita ma perché deve essere tutto così veloce? Perché sembra sempre che le cose mi sfuggano di mano senza che io me ne renda conto Lou? Perché?" domandó e altre lacrime iniziarono a scorrere sul suo viso. Louis la guardó e pensó che la vita aveva tolto loro già troppe cose, aveva richiesto loro di essere grandi, forti e mature quando in realtà erano ancora solo delle bambine ed era giusto che la pensassero così perché era troppo poco tempo che la loro mamma se ne era andata e non era giusto che ci fossero altri problemi.

"Oh piccola..." sospiró Louis cercando di trattenere le lacrime. Lasció un ultimo bacio fra i capelli della sorella prima di prendere la forza per parlare. "Sai Day, ti capisco così tanto. Capisco ogni tua singola parola. Quando seppi che il mio vero papà, con cui non avevo chissà quali rapporti ma lo consideravo comunque mio padre, si stava risposando e sua moglie era incinta, mi incazzai così tanto. Davvero ero arrabbiato con tutti e odiavo tutti, trattavo male anche la mamma perché pensavo che in parte fosse anche colpa sua che lo aveva lasciato, ma poi crescendo ho capito che è giusto che ognuno trovi la felicità e che una cosa non esclude l'altra. Io sono sicuro che Dan amerà per sempre la mamma e amerà per sempre voi, che siete come se foste figlie sue. Lo so che è ingiusto Day, lo so bene e a questo non so darti una risposta perché la sto ancora cercando. Mi sto chiedendo perché proprio a noi da tempo e non so proprio dirtelo, ho solo capito che le persone vanno e vengono ma ti prometto che io ci sarò sempre, che qualsiasi problema ci sarà anche se sarò dall'altra parte del mondo, ti basterà farmi un telefonata e correró qui da voi. Sempre." Daisy gli avvolse le braccia intorno al collo e lo strinse forte come faceva quando era piccolina. "Vieni qua." la fece sedere sulle sue ginocchia e la strinse ancora meglio. "Possiamo restare qualche altro minuto così?" sussurró Daisy. "Certo piccola. Tutto il tempo che vuoi." sussurró nei suoi capelli.

Back To You.| Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora