Close-minded pricks.

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Svegliarsi la mattina dopo non è stata un'ottima idea. Mi faceva tutto male. Il mio stomaco era peggio nella dura luce del sole che sorgeva, modellato con lividi di colori scioccanti sullo sfondo della mia pelle pallida. Non avevo altra scelta che spalmarmi la faccia in trucco per coprire i segni lì. Mi vestii lentamente, in parte a causa del dolore ma soprattutto per non svegliare mio padre. L'avevo sentito tornare a casa intorno alle 3 di ieri sera, fatto come la merda mentre cercava di salire le scale. Mi ero rannicchiata nel mio letto, pregando che non avesse trovato un altro motivo per farmi del male. Per fortuna,era andato nella sua stanza, imprecando e borbottando. Sapevo che sarebbe stata ora di andarmene, per questo mi alzo sempre in anticipo - non si è mai alzarto prima delle 11 ma comunque, è meglio non rischiare. Ho messo una maglietta degli Smashing Pumpkins, con un top nero a maniche lunghe sotto per nascondere le mie braccia devastate. Ho messo la mia giacca di pelle e me ne andai. Ero un po' più lenta grazie al dolore ma non si notò molto. Sinceramente, mi ero abituata a fingere come una persona normale mentre ero piena di lividi. Presto ho raggiunto la scuola e sospirai. La odiavo, soprattutto in una città come questa. ed era solo il mio secondo giorno. Avevo già più nemici di quelli di prima. Ho pensato di saltarla ma immaginare la reazione di mio padre a una chiamata di assenze ingiustificate mi ha fatto rabbrividire. Con riluttanza, sono andata all'interno di essa e mi sono diretta al mio armadietto prima che suonasse la campanella, che si trovava vicino alla mia classe di inglese. E' l'ultimo di una lunga fila di armadietti, accanto ad un ampia, finestra aperta. Oggi, una figura scura occupava questa finestra, a testa in giù. Non riuscivo a vedere il volto della persona ma i vestiti neri e i capelli lunghi, così come il fatto che stava scarabocchiando furiosamente in un quaderno di schizzi, mi ha dato una buona idea di chi fosse. Alzò lo sguardo mentre mi avvicinavo al mio armadietto e, come già sapevo, era Gerard. Come ieri, sono rimasta colpita dal suo aspetto e mi sono maledetta per questo. Non potevo essere attratta da un ragazzo. Era solo che mi mettevo in disappunto, perché non c'era alcuna possibilità che lui, o chiunque altro, fosse interessato a me. Così, ho evitato di guardarlo e mi sono concentrata sul mio armadietto. "Ehi," mi salutò, sorridendo leggermente. Alzai lo sguardo e mi tornò il sorriso. "Ciao." Posò la penna e mi guardò aprire il mio armadietto per metterci la giacca e prendere qualche libro. Non disse una parola, così rimasi in silenzio anche io e si voltò per andarsene con un altro sorriso mite. "Ah, Krissy, aspetta," mi chiamò Gerard. Mi voltai verso di lui, alzando gli occhi nella sua splendida faccia. "Sì?" Si strofinò la parte posteriore del collo, poi corse la mano tra i capelli. "Io, uh... Mi stavo solo chiedendo, sembri un po'... Solitaria. Vuoi sederti con me e i miei amici a pranzo?" Lo studiai, sorpresa. Voleva che mi sedessi con lui? "Um, certo, credo," risposi, cercando di non inciampare sulle mie parole. "Sarebbe fantastico." Mi sorrise. "Grande!", entusiasmò. Mi ha chiesto in quale lezione ero prima di pranzo, poi mi ha lasciato con un sorriso e un arrivederci, promettendo di incontrarmi fuori dalla mia classe prima di pranzo. L'ho visto andar via, accidenti, era così carino... Eppure, mentre camminava, ho visto la gente guardare, insultarlo e urlargli cose. Qualcuno l'ha persino spinto, senza alcun motivo apparente. Sospirai. Una persona così adorabile trattato così... questi stronzi di mentalità chiusa non si sono preoccupati di vederlo. Hanno visto qualcuno con interessi diversi, un atteggiamento diverso, opinioni diverse sul mondo e hanno deciso che ha dato loro il diritto di trattarlo come una merda. Mi sono incazzata di più di quando mi trattavano in quel modo. Voglio dire, so benissimo che sono una stronza disgustosa, non li biasimo per avermi odiata. Ma Gerard non merita il loro odio. Era così gentile, anche tentato di essere gentile con un mostro come me. Sospirai di nuovo, girai i tacchi e mi dirissi verso la mia classe successiva, ignorando i commenti dei bulli di mentalità stretta e chiusa intorno a me.

I'll never let them hurt you, I promise [ITALIAN VERSION] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora