I suoi occhi lacrimavano silensiosamente dalla rabbia, dal dolore e dalla disperazione; le mani pizzicavano, il cuore batteva a mille e la mente le forniva le solite opzioni, che venivano sempre rifiutate per timore, costringendola a stare nelle mani della sua più grande paura... ancora e ancora.
USASan Diego
Coronado, casa di Brooklyn - 07:00, 1 ottobre.
I numeri rossi sulla sveglia digitale segnavano le sette in punto e l'allarme che ne usciva si infiltrava nelle orecchie di Brooklyn Ellis causandole forte fastidio, interrompendo il suo beato sonno.Spense l'aggeggio e tornò a dormire, si era presa una giornata libera dato che aveva lavorato senza sosta nell'ultimo mese e pensò che meritava anche più di un giorno, ma non era ancora il momento di prendere le ferie, così si era accontentata.
Si rigirò nel materasso andando a mettersi in un posticino più fresco; quella mattina faceva particolarmente caldo, come se fosse un giorno d'estate, ma nonostante l'afa Brooklyn riuscì a riaddormentarsi presto.
Aveva troppo sonno.
Era un'amante del dormire, anche se lo faceva relativamente poco.
Adorava quando a svegliarsi era lei da sola e non la sveglia, quando si alzava e trovava i segni delle lenzuola sul corpo, quando prima di cadere tra le braccia di Morfeo sentiva quella bellissima sensazione di sonno travolgente.
Si rialzò verso le dieci e la prima cosa che fece fu la colazione.
Aveva quasi finito la scatola di cereali di riso di cioccolato e si appuntò in mente di andare a fare la spesa, anche perché il frigo era quasi vuoto e lo stesso la dispensa.
Finita la colazione sistemò il salotto dove la prima cosa che saltava all'occhio era il divano a due posti in tessuto bianco dallo stile moderno ed elegante situato al centro, con davanti un basso tavolino in legno di faggio, stesso materiale di cui erano fatti il pensile su cui era messa la televisione e le mensole che reggevano i libri, le piantine e oggetti vari, e come il mobiletto dietro al divano con sopra il barattolo di vetro contenente caramelle alla frutta zuccherate e alla menta.
Walmart Supercenter - 10:50.
Girava tra le corsie spingendo un carrello riempito di varie cose, e ad appesantirlo di più le ruote dure che addirittura scricchiolavano.Con in mano la lista delle cose da comprare, si diresse verso la corsia dei prodotti per l'igiene e prese il necessario.
Non le piaceva dover fare una lista, ma era l'unico modo per non farle comprare un ammontare di snack e bibite gassate al posto di cibo sano, anche se comunque non se le faceva mancare.
Le mancavano ormai poche cose e sarebbe potuta andare alla cassa.Appena girò a destra vide Nate, il marito della sua partner Lesley, con le braccia sui fianchi e gli occhi che scrutavano attentamente gli scaffali.
«Hey, belloccio» disse Brooklyn sorridendo e attirando l'attenzione dell'uomo nero.
«Brooklyn Ellis» esclamò Nate dandole un cinque, felice di vederla.
«Riesci a vedere i cereali?» domandò poi.
«Sei nella corsia dei cereali, Nate» scoppiò a ridere la ragazza scuotendo la testa.«Sì, intendevo quelli colorati a forma di ciambella. Sai, sono i preferiti di Lesley e vuole solo quelli» si spiegò meglio sorridendo e toccandosi la testa.
Sua moglie adorava fare colazione con quelle ciambelline colorate e dolcissime.«Oh, intendi i Froot Loops. Meno male che mi hai trovata qui allora, o le avresti portato quelli di un'altra marca e si sarebbe innervosita molto» disse Brie ridendo e prendendo all'uomo la scatola di cereali di cui aveva bisogno.
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Ikigai
ActionIkigai (生き甲斐) è un termine giapponese che, tradotto in italiano, significa "qualcosa per cui vivere" o "una ragione per esistere". Un ikigai è essenzialmente un motivo per alzarsi la mattina. Da quando si è trasferita a San Diego nove anni fa, Brook...