-questione di orgoglio-

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ciaooo! ho deciso di spostare lo spazio autrice d inizio capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate ahaha.
ci tengo a scusarmi tantissimo per la mia assenza ma ultimamente, da un bel po' ormai, ho la testa in confusione e non riesco a farmi venire nulla si buono in mente. per questo vi chiedo di scusarmi e spero che il capitolo vi piaccia❤️

BEA'S POV
Erano giorni che eravamo tornati alla vita normale a Totowa e avevo avuto varie occasioni per incontrare Ale, tuttavia sembrava fermo sulla sua posizione proprio come me e mi stupiva. Mi stupiva il fatto che fosse così sicuro di non volermi rivelare nulla al riguardo, così sicuro che era arrivato al punto di non parlarmi per settimane. I nostri amici non sapevano tutti cosa fosse successo ma sentivano che c'era tra me e lui qualcosa che non andasse.

Addy aveva provato a farmi ragionare ma io ero sicura che non gli avrei parlato. Non io, non questa volta. Il mio orgoglio stava prendendo il sopravvento e non sapevo nemmeno di poter essere così tenace su qualcosa. Addy mi diceva che Mattia faceva la stessa cosa con Ale e che lui era fermo sul punto come me. A detta loro eravamo solo sue deficienti orgogliosi ma non mi interessava cosa pensassero.
Erano miei amici e avrebbero accettato le mie scelte e anche quelle di Alejandro, ne ero certa.

Quella domenica mattina mi ero svegliata parecchio tardi e mi ero subito costretta a fare una doccia piuttosto fredda per svegliarmi del tutto visto che la mia voglia di vivere era pari a zero.
Sarebbe ricominciata la scuola tra pochi giorni ormai ed era stressante saper che questo era il mio ultimo anno lì. Tutto sarebbe cambiato e ognuno avrebbe preso strade diverse e solo al pensiero mi riempivo il cuore di sentimenti malinconici.

Dopo essere tornate io, Charli, Avani e Addy avevamo passato la maggior parte del tempo insieme e ne ero contenta.

Mentre cercavo di capire come cucinare una zuppa che mia mamma mi aveva consigliato di farmi visto che i miei erano fuori, il mio telefono squillò ripetutamente facendomi quasi bruciare con l'acqua bollente.
Imprecai a bassa voce e mi diressi a rispondere.
Era Addison.
"Ci stavo per rimettere un dito per rispondere a questa chiamata quindi spero proprio che non mi starai per dire una cavolata."affermai ancora prima di farla parlare.

Rise dall'altro capo del telefono e così feci anche io.
"Ma che stai combinando?"
"I miei sono fuori e mia mamma mi ha suggerito si farmi una zuppa. Ti dico solo che si sta rivelando più difficile di fare il caffè con quella strana macchinetta di tua mamma."risi spontaneamente contagiando anche lei.
"Oh mio dio."continuò a ridere rumorosamente.

"Stavo pensando che dovresti parlare con Ale. Dovresti almeno provare di dargli una possibilità per spiegare. Ho parlato con Mattia e mi ha confessato che gli manchi, anche lui ti manca. Non cercare di fare l'orgogliosa..." sospirai sentendo quelle parole che mi suonavano sincere e vere, ma allo stesso tempo non avrei voluto rassegnarmi all'idea di fare per prima il primo passo e chiarire.
"Non so, vedrò. Tu che mi racconti? Bryce?"chiesi ingenuamente visto che me ne aveva parlato poco ultimamente.
"È andata male. È sempre stato difficile e non ho mai voluto capirlo. È colpa mia ma è ok."disse triste e rassegnata.

Non ce la facevo a sentire la mia amica così, mi faceva star male per lei. Lei e Bryce fanno tira e molla da molto e lui ha sempre combinato qualche casino, lei lo ha sempre giustificato dicendo che avesse problemi in famiglia, ma non poteva ferirla gratuitamente, ancora. Proprio per questo mi ero decisa che io e le mie amiche le avremmo fatto un discorso di persona per farla convincere.

Mentre continuavo a conversare con la mia amica il campanello suonò.
"Addy scusa ma ora devo andare, ci sentiamo dopo, ok?"dissi chiudendo la chiamata pronta ad aprire al solito postino visto che non aspettavo visite, il che si capiva anche dal mio abbigliamento casalingo.
"Hey" esclamò Ale da fuori.
"Hey" lo feci entrare e continuai a sentirmi in imbarazzo pur indossando una maglietta piuttosto larga e dei pantaloncini che erano piuttosto corti.
I miei capelli erano raccolti in un "messy bun" piuttosto disordinato.

Niente come prima| Alejandro Rosario|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora