Ritornare a Napoli per un mese mi aveva fatto più che bene, ma era l'ora di tornare a Milano, per ritornare da mio padre, per riprendere in mano la mia vita, riiniziare con Diego, rimediare a tutto. Ma soprattutto a completare tutto ciò che avevo lasciato in sospeso. "Siamo quasi arrivati" Clemente mi lanciò uno sguardo dallo specchietto retrovisore, per poi tornare a guardare la strada davanti a lui, avevo creato un rapporto molto particolare con lui, tanto da non rendermi conto di quanto anche la sua sola presenza mi rassicurava in giornate in cui la voglia di ricascarci ritornava più forte. I miei pensieri furono interrotti "Non ti senti pronta?" chiese Margherita notando il mio silenzio, girandosi e cercando contatto con i miei occhi. "Mi sento pronta, solo che è così.." mi interruppi spostando il mio sguardo nel suo "Strano? Non lo so" alzai le spalle sperando capisse il mio stato confusionario in quel momento. Ero felice ma contemporaneamente non sapevo se lo ero davvero, mi sentivo diversa. Sospirai sentendo la macchina fermarsi davanti casa di Fabio, non vedevo l'ora di rivederlo, ma avevo paura, forse ansia, non sapevo descrivere le sensazioni di quel momento, nonostante fossero forti.
Aprì la portiera afferrando il mio zaino nero, che ovviamente non poteva mai mancare, ed uscì dall'auto. Feci il giro ed una volta incrociato gli occhi di Fabio sorrisi, mi era mancato, nonostante tutto era pur sempre mio padre e da quel giorno lui è tornato come quello di una volta, e non so esattamente se anche io stessi tornando come prima, mi sentivo così estranea al mio corpo, ma ci stavo così bene che non volevo tornarci, resistere era l'unica cosa importante per me in quel momento. "La mia bambina" mi sorrise allargando le braccia in cui mi lasciai andare senza pensarci due volte, mente con la coda dell'occhio notai Margherita salutare tranquillamente Elodie, non mi ero per niente accorta della sua presenza. Ci staccammo "Tranquilla non vive con noi, o almeno per ora" mi fece l'occhiolino guardandomi divertito "Devi sempre rompermi il cazzo quando mi sento a disagio" sbuffai roteando gli occhi al cielo ma tenendo su un accenno di sorriso. "Allora che si fa?" chiese Elodie mentre si avvicinava seguita da Margherita e Clemente, i quali salutarono Fabio mente Elodie mi accennò un piccolo cenno con il capo, probabilmente si era accorta del mio disagio in sua presenza. Non so perché esattamente, ma mi sentivo come se stessi per tradire la fiducia di qualcuno "Marti?" mi richiamo Clemente "Oh ehm si" risposi senza pensare "Sicura di star bene?" Fabio mi guardò confuso "Sembravi felice di tornare" continuò riferendosi alla videochiamata che avevamo fatto la notte prima della partenza "Si, ovvio che lo sono, mi ero un attimo distratta" alzai le spalle utilizzando la prima scusa plausibile "Se lo dici tu" alzò le spalle Clemente lanciando comunque uno sguardo verso Fabio che ricambiò.
"Bene allora ci vediamo sta sera" sorrise Margherita salutandomi e andando via seguita da Clemente non prima però di rimproverarmi all'orecchio per la mia freddezza nei confronti di Elodie, ed infondo aveva ragione, dovevo andare avanti anche io e accettare definitivamente la cosa. "È l'ora che vada anche io" annunciò Elodie dopo che la macchina dei due fosse partita, si avvicinò a Fabio che provò a baciarla sulle labbra ma lei lo scansò e mi sentii maledettamente in colpa, quella colpa che avevo quasi dimenticato. Avrei voluto dire qualcosa ma ero completamente bloccata, mi lanciò poi uno sguardo comprensivo e andò via. "Scusa" sussurrai notando lo sguardo quasi deluso di Fabio "Non è colpa tua, devo anche io capire che hai i tuoi tempi. Smettila di sentirti in colpa, è ora che io mi assuma le mie complete responsabilità" mi sorrise appoggiando un braccio attorno alle mie spalle e giudandomi verso il portone di casa, tenendomi stretta a lui, come se potessi scappare da un momento all'altro, ma giuro su dio che non mi sarei mai voluta staccare nemmeno per iniziare a sistemare la mia nuova stanza, perché si, Fabio aveva deciso di cambiare appartamento, anche se era sempre in Barona.
Sospirai quando fui sola, iniziando a vagare per quella casa, era così strano essere di nuovo qui, con la testa e quel briciolo di cuore un po' più leggeri. Mi sedetti sul divano iniziando a rollare due canne, che avrei fumato assieme a Fabio appena sarebbe tornato con delle cibo che sicuramente avremmo bruciato, risi a quel pensiero, alla fine niente era cambiato, solo avevamo posato abbassato le asce di guerra, dandoci tregua e tempo per comprendere, assimilare, esserci l'uno per l'altro sempre, in qualsiasi momento, lasciare da parte l'odio e la rabbia, il rancore e la sofferenza, lasciare finalmente spazio al bene che mancava ad entrambi, sentirci davvero padre e figlia, sentici casa l'uno dell'altra. Ad interrompere i miei pensieri fu il mio telefono, che mi segnalò due messaggi uno di Matteo, il quale diceva che non vedeva l'ora di rivedermi, che era felice che io fossi tornata e che ora niente e nessuno avrebbe più toccato il filo che ci teneva legati più di ogni altra cosa; il secondo era da parte di Diego, il messaggio recitava una semplice frase, ma che per me era un colpo al cuore.
Nel mio piccolo cerco di iniziare bene concentrandomi sulle mie passioni. Spero che sia un'anno migliore per tutti. Buon anno❤️.